(Minghui.org) Il 6 giugno una donna residente nella città di Yongkang, provincia dello Zhejiang, è morta dopo essere stata in coma per più di due mesi in seguito ad un intervento chirurgico non autorizzato al cervello.

Il 12 febbraio dello scorso anno la signora Shi Mengqiao è stata arrestata per aver distribuito materiale sul Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Il centro di detenzione della città di Yongkang, sfruttando la pandemia come scusa, ha ripetutamente respinto la richiesta della sua famiglia di farle visita.

Il 21 luglio dello scorso anno Shi è stata processata dal tribunale del distretto di Wucheng ed il 27 settembre è stata condannata a diciotto mesi con una multa di 20.000 yuan, (circa 2.580 euro). Verso la fine del mese di marzo scorso, mentre era in attesa che il tribunale distrettuale di Jinhua si pronunciasse sul suo appello, il centro di detenzione ha informato la famiglia che a Shi era stato diagnosticato un tumore al cervello e doveva essere operata immediatamente. La sua famiglia, sospettando che le sue condizioni critiche dipendessero dalle torture inflittele durante la prigionia, ha rifiutato di firmare il consenso per l'operazione ed ha richiesto per lei la libertà vigilata.

Il centro di detenzione si è rifiutato di rilasciare la praticante e, nel cuore della notte, ha ordinato all'ospedale di operarla. Dopo l'intervento è rimasta in terapia intensiva.

La sua famiglia ha presentato varie denunce contro il centro di detenzione per le sospette torture subite durante la prigionia. Le autorità hanno risposto che il centro di detenzione non ha violato alcuna legge e che il danno cerebrale di Shi è stato causato da un tumore, anche se non è chiaro se ci sia mai stata un'indagine.

Dal giorno dell'operazione la praticante non ha mai ripreso conoscenza. La sera del 6 giugno scorso l'ospedale ha informato la famiglia che era deceduta. Il centro di detenzione si è rifiutato di fornire qualsiasi informazione su di lei ed ha portato direttamente il suo corpo dall'ospedale all’agenzia funebre. Non è chiaro se alla famiglia sia stato permesso di vedere il suo corpo.

Nell'aprile dello scorso anno, anche il signor Yao Xinren, residente nella città di Longkou, provincia dello Shandong, dieci mesi dopo il suo arresto, avvenuto per aver praticato il Falun Gong, ha subito una craniotomia per curare un presunto ictus. Dopo l'intervento è rimasto in coma e, nel febbraio scorso, è stato trasferito in un centro per anziani senza attrezzature mediche adeguate. È morto sette giorni dopo all'età di cinquantuno anni.

Nel marzo scorso la signora Liao Guanghui residente nella città di Mianyang, provincia del Sichuan, è rimasta in coma per tre mesi dopo essere stata sottoposta a craniotomia per aver presumibilmente "sbattuto la testa mentre era in bagno".

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