(Minghui.org) Il Maestro ha detto: “In qualsiasi situazione, non cooperate con le richieste, con gli ordini o con ciò che il male istiga.” ( “I pensieri retti dei discepoli della Dafa sono potenti”, Elementi essenziali per un ulteriore avanzamento II)

I praticanti della Falun Dafa (conosciuta anche come Falun Gong) hanno diverse comprensioni riguardo a questo insegnamento della Fa. Di recente ho condiviso la mia comprensione con alcuni praticanti che sono appena stati rilasciati di prigione.

Molti discepoli della Falun Dafa hanno fatto gli esercizi, rifiutandosi di essere “trasformati” e di fare lavori pesanti o eseguire altri ordini irragionevoli delle guardie mentre erano in prigione, così hanno subito una persecuzione più pesante. Penso che dovremmo avere una comprensione olistica della Fa sopracitata e non andare agli estremi. Credo che questo sia fondamentale, per non lasciare che il male si approfitti delle nostre scappatoie e ci perseguiti più duramente.

Sono stato arrestato e condannato molte volte, per un totale di 10 anni. Durante la detenzione ho fatto spesso gli esercizi, mi sono rifiutato di lavorare, ho fatto lo sciopero della fame e ho rifiutato altre richieste e ordini del male.

Il Maestro ha detto:

“L’altro giorno ho detto che "la luce del Budda risplende ovunque, decoro e rettitudine armonizzano ogni cosa". Significa che l’energia emessa dai nostri corpi può rettificare tutte le condizioni anomale.” (Sesta Lezione, Zhuan Falun)

La mia comprensione di questa parte della Fa è che se guardiamo dentro noi stessi quando affrontiamo i conflitti e teniamo una mentalità compassionevole, saremo protetti dal Maestro. Inoltre, l’ambiente intorno a noi cambierà di conseguenza. Vi prego di ricordare che i discepoli della Dafa non hanno nemici e la nostra unica missione è salvare gli esseri senzienti.

Non c’è niente di sbagliato nel coltivare sé stessi

Dopo l’inizio della persecuzione, più di 20 agenti di polizia hanno fatto irruzione nel mio appartamento. Ho indicato l’ufficiale che stava per afferrare una statua del Maestro Li, il fondatore della Falun Dafa, e ho detto: “Fermo!” Si è fermato. Ho chiesto loro: “Perché siete entrati e perquisite casa mia? Quale legge ho infranto?” Hanno detto: “Qualcuno ha detto che gli hai dato delle copie degli insegnamenti della Falun Dafa”. Ho risposto: “Che prove hai che l’ho fatto? Inoltre, anche se l’avessi fatto, non è sbagliato. Gli insegnamenti guidano la nostra coltivazione, ed è normale leggerli!” La polizia non ha risposto e ha preso solo poche copie dei nuovi insegnamenti che hanno trovato nella mia libreria.

Mi hanno portato in una stazione di polizia. Più di 20 agenti di polizia si sono alternati per interrogarmi. Mi hanno chiesto ripetutamente: “Come hai ricevuto le scritture? A chi le hai date?” Ho risposto: “Qualcuno me le ha date. Le ho fotocopiate in un negozio. Sostenete che qualcuno vi ha detto che gli ho dato le sue scritture”. Mi hanno chiesto di nuovo: “A chi altro hai dato le scritture? I loro nomi?”

“Noi discepoli della Dafa ci chiamiamo fratello o sorella”, ho risposto “e non con i nostri nomi. Inoltre, anche se conoscessi i loro nomi, non potrei dirveli. Altrimenti li arresterete. Non significherebbe che vi permetterei di fare cose cattive? È contro la mia fede”. Hanno continuato a interrogarmi per due giorni e io ho continuato a chiarirgli la verità sulla Dafa. Alla fine, un responsabile ha detto: “Se rifiuti di collaborare, allora non possiamo fare altro che procedere con l’iter”.

Mi hanno fatto salire in macchina. Pensavo che mi stessero portando in un centro di detenzione, invece mi hanno riportato al mio posto di lavoro. Prima che se ne andassero, il responsabile mi ha confidato: “Abbiamo bisogno di collaboratori. Ma in realtà, li guardiamo dall’alto in basso e li disprezziamo. Ammiriamo la tua tenacia nella tua fede”.

In poco tempo, poiché abbiamo fatto appello contro la persecuzione, io e mia moglie siamo stati arrestati e portati in un centro di detenzione. Il secondo giorno, una guardia ha parlato con me. Ho colto l’occasione per chiarirgli la verità. Alla fine, ha detto: “Dato che sei qui, devi seguire le nostre regole. Primo, non puoi fare i tuoi esercizi; secondo, qui non puoi promuovere il Falun Gong; terzo, non puoi insegnare ad altri a praticare il Falun Gong”. Ho riso. Ha chiesto: “Perché ridi?”

“Sono un praticante della Dafa”, ho detto, “quindi come posso smettere di fare gli esercizi? Se insegno agli altri ad essere buoni secondo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, è un bene per tutti voi”.

Dopo averci pensato un po’ ha detto: “Ok, puoi praticare il Falun Gong e puoi anche insegnare loro a essere brave persone, ma non puoi insegnare loro a praticare il Falun Gong”. Ho pensato: “Se osano imparare, oserò insegnare”. Poi ho detto: “È tutto a posto. Allora, per favore, annuncialo ai detenuti”. Poi è andato nelle celle e ha detto a tutti: “Ascoltate tutti! Quando il praticante del Falun Gong fa gli esercizi, nessuno può disturbarlo. E tutti voi dovreste imparare da lui come essere una brava persona”. Ho chiarito la verità al sorvegliante della mia cella, e mi ha disposto un posto dove potevo praticare gli esercizi. Più tardi, ha permesso a tutti i detenuti di imparare da me i movimenti degli esercizi.

Nel 2012 sono stato incarcerato di nuovo nel centro di detenzione. Quando la guardia mi ha parlato, gli ho chiarito la verità. Infine, ha detto: “La nostra responsabilità è garantire che non ci siano problemi. Dato che sei qui, per favore non infrangere le nostre regole, e io non ti darò filo da torcere”. Mi ha chiesto se avessi delle richieste. Ho risposto che la mia unica richiesta era di poter praticare la coltivazione come al solito. Poi mi ha chiesto: “A che ora pratichi?” Ho detto: “Ho bisogno di inviare pensieri retti alle 24:00, 12:00, 6:00 e 18:00. Inoltre, avrò bisogno di meditare per 2 ore”.

Dal 2005 il centro di detenzione aveva concesso 2 ore di “tempo di seduta” ogni giorno ai praticanti del Falun Gong. Volevano che i praticanti durante le 2 ore si sedessero sul letto e facessero “autoesame degli errori passati”. Ha acconsentito e ha incaricato il sorvegliante della cella di non disturbarmi quando praticavo e di non assegnarmi “turni in piedi” [ogni detenuto doveva fare un “turno in piedi”. Quando gli altri si sedevano o dormivano, qualcuno doveva stare in piedi in un angolo della cella. la vera ragione era che la cella era di solito troppo piccola per ospitare tutti i detenuti quando sedevano o dormivano allo stesso tempo.] Quindi, nessuno mi ha disturbato quando inviavo pensieri retti, e i detenuti a turno alle 24:00 e alle 6:00 mi svegliavano per inviare pensieri retti.

Non sono qui per lavorare

Nel 2001 sono stato detenuto in un campo di lavoro forzato e sono stato assegnato al lavoro agricolo. All’inizio, ho pensato che avrei dovuto farlo bene, poiché come discepolo della Dafa dovrei essere una brava persona in ogni situazione. Quindi ho lavorato molto duramente e ogni giorno ho finito i miei compiti prima degli altri. Tre mesi dopo, durante una grande assemblea, “l’istruttore” della brigata mi ha elogiato per il mio duro lavoro e ha chiesto ad altri detenuti di imparare da me.

Ma, dopo l’incontro, mi sono improvvisamente illuminato che la mia missione in quel posto non era lavorare, ma convalidare la Fa. Quella notte ho deciso che da allora mi sarei astenuto dai lavori forzati. Ho scritto una dichiarazione e spiegato ai detenuti addetti alla sorveglianza perché ho deciso astenermi dal lavoro. Dato che avevo chiarito loro la verità, mi hanno sostenuto. La seconda mattina durante la colazione ho letto in pubblico ad alta voce la mia dichiarazione. La guardia ha cercato di convincermi a lavorare, ma non mi ha costretto.

Quando le guardie sono andate al lavoro alle 8 del mattino, il capo della brigata ha saputo della mia decisione. Mi si è avvicinato con rabbia e ha gridato: “Sai che posto è questo? Sai cosa stai facendo?” Ho detto anche io ad alta voce: “So che questo è un campo di lavoro forzato, e non dovrei essere qui. Sono una brava persona e seguo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza: vuoi trasformarmi in una persona cattiva?” Ha risposto: “Non siamo stati noi a portarti qui”.

Ho detto: “Quindi, ti dico ora che non ho infranto nessuna legge. È stato Jiang Zemin ad arrestarmi e a mandarmi qui”. Poi, mi sono reso conto che anche le guardie erano vittime del Partito Comunista Cinese (PCC), quindi ho abbassato la voce, usando un tono pacifico. Gli ho detto: “Io e te non ci odiamo e la mia questione non è qualcosa che puoi decidere tu. Il mio astenermi dal lavoro non prende di mira né te né il campo di lavoro. Prende di mira la persecuzione contro il Falun Gong e Jiang Zemin. Puoi semplicemente riferire la mia decisione ai tuoi superiori, tutto qui”. Forse anche lui ha sentito che quello che ho detto era ragionevole ed è andato all’ufficio della direzione per riferire. Circa un’ora dopo, è tornato e mi ha detto: “Se non vuoi lavorare, puoi riposarti in cortile”. Abbiamo continuato a parlare per circa un’ora. Dopo di che, sono stato confinato in una cella di isolamento. Gli addetti alla sorveglianza sono diventati i miei messaggeri, e il mio ambiente di coltivazione è persino migliorato, ho avuto più tempo per recitare la Fa, praticare gli esercizi e chiarire la verità.

Un giorno, la guardia che era incaricata di sorvegliare i praticanti del Falun Gong mi ha chiesto di lavorare. Gli ho chiesto: “Perché mi chiedi di lavorare?” ha detto: “Tutti gli altri stanno lavorando, perché tu non lavori?” Ho risposto: “Come posso essere trattato come loro? Sono venuti qui perché hanno violato la legge e hanno bisogno di cambiare sé stessi attraverso il lavoro. Se fanno bene, potranno ottenere una detenzione abbreviata. Ma io sono stato incastrato e arrestato, e non ho bisogno di cambiare me stesso dal momento che ho cercato duramente di essere una brava persona secondo i principi del Falun Gong. Inoltre, indipendentemente dal fatto che io lavori o meno, sarò comunque strettamente sorvegliato e non mi sarà concessa una detenzione abbreviata. Allora perché dovrei lavorare?”

All’improvviso si è arrabbiato e ha urlato: “Dimmi solo se lavori o no!” Ho risposto con un sorriso: “Ancora una volta, prima devi spiegarmi perché dovrei lavorare”. Dopo aver constatato che ero risoluto, ha cambiato atteggiamento e ha detto: “Se non vuoi lavorare, va bene”. Vedendo che aveva cambiato atteggiamento, ho detto: “In realtà, quando non mi hai costretto a lavorare, ho anche aiutato i miei sorvegliati con il loro lavoro. Se mi costringi a lavorare, non farò niente. Ho i miei principi”.

Pensare prima agli altri

Il Maestro ha detto:

“Se sarete sempre compassionevoli e benevolenti con le persone, se vi preoccuperete sempre degli altri quando farete qualcosa, e ogni volta che avrete una questione con un’altra persona vi chiederete innanzitutto se potrà sopportarla o se invece ne soffrirà, allora non avrete problemi. Per questa ragione, in quanto praticanti, dovrete seguire uno standard elevato e persino più elevato ancora.” (Quarta Lezione, Zhuan Falun)

Ho compreso che dovremmo essere compassionevoli con tutti, compresi coloro che vogliono perseguitarci. Se possiamo affrontare tutto con compassione, l’ambiente intorno a noi cambierà di conseguenza.

Dopo essere stato imprigionato, le guardie mi hanno assegnato dei sorveglianti perché mi osservassero, il che mi ha messo molto a disagio e ho avuto conflitti con loro. Ma più tardi, quando mi sono guardato dentro, ho capito che i sorveglianti erano anche loro perseguitati dal PCC. Ho colto ogni opportunità per chiarire loro la verità, dicendo che sarebbe stato dannoso per loro se avessero riferito tutto ciò che facevo. All’inizio hanno preso nota di ogni dettaglio della mia vita quotidiana, ma in seguito hanno registrato solo il mio programma giornaliero e non hanno mai riferito nient’altro alla guardia. Potevo praticare e trascrivere la Fa normalmente. Quando le guardie hanno chiesto loro cosa facessi ogni giorno, hanno semplicemente risposto che continuavo a trascrivere le “scritture di Budda”.

Per non causare problemi ai sorveglianti, ho sempre cercato di considerare come le mie azioni li avrebbero influenzati. Ad esempio, quando praticavo li evitavo sempre. Sapevo che non mi avrebbero disturbato, ma se qualcun altro mi avesse visto fare gli esercizi avrebbe creato loro problemi.

Quando sono andato in bagno per lavarmi, i sorveglianti se ne sono andati. Quando ho finito ho aspettato fuori finché non ho trovato un detenuto che tornasse con me. Il detenuto mi ha chiesto: “Perché non sei tornato da solo?” Ho detto: “Se torno da solo, le guardie creeranno problemi ai sorveglianti”. Ha sospirato emozionato: “Voi praticanti del Falun Gong siete veramente gentili e pensate sempre ai bisogni degli altri”.

Di solito meditavo la mattina presto quando gli altri dormivano ancora. La maggior parte dei poliziotti notturni, che erano dei detenuti, avevano capito la verità e non hanno interferito. Ma c’erano alcune eccezioni. Un giorno, un sorvegliante mi ha detto che un agente di pattuglia gli aveva riferito che avevo fatto la meditazione durante il suo turno, e il sorvegliante gli ha detto: “Non sono affari tuoi”. Il sorvegliante mi ha anche detto che questa persona era la peggiore e che gli piaceva spettegolare sugli altri. Anche se nessuno mi ha interrotto durante la pratica, da quel momento in poi, quando era il turno di quei due poliziotti che tendevano a spettegolare sugli altri, ho volutamente usato l’intervallo di un’ora tra le due pattuglie per meditare, proprio per evitare che i poliziotti commettessero peccati, e per evitare che i sorveglianti si sentissero sotto pressione.

I discepoli della Dafa sono compassionevoli e dignitosi

Noi discepoli della Dafa siamo tolleranti e compassionevoli, ma di fronte alla persecuzione, siamo risoluti e abbiamo forti pensieri retti per disintegrare i fattori malvagi in altre dimensioni; anche se non prendiamo di mira le persone in questa dimensione.

Nel 2002 sono stato portato in un campo di lavoro forzato. Un giorno, le guardie hanno riunito tutti i detenuti nella palestra e hanno iniziato a perquisire ogni cella. Ho visto il direttore della brigata e il capo della sorveglianza entrare nella mia cella, e dopo un po’ li ho visti uscire; la guardia teneva in mano una grossa pila di carte. Ho detto: “Quei documenti sono miei; perché hai preso le mie cose?” Ha risposto: “Questi sono proibiti e dobbiamo confiscarli”. Ho replicato: “Quelle sono le bozze di lettere che sto scrivendo ai diversi dipartimenti e quadri. È un diritto che mi è concesso dalla Costituzione, e anche la politica del campo di lavoro lo consente. Se prendi le mie cose senza la mia approvazione, ti comporti in modo illegale!” Si è allontanato con in mano le mie carte e ha detto: “Ho detto che sono proibiti; allora devono essere proibiti!” Ho detto ad alta voce: “Ti denuncerò! Devi tenere le mie cose al sicuro, è meglio che non manchi nemmeno un foglio!” Poco dopo se ne è andato. È tornato di nuovo, tenendo in mano le mie carte dicendo: “Come hai detto, non perderò nessuna delle tue carte. Le metto nella borsa qui davanti a te, sigillerò la borsa e la conserverò per te. Quando sarai rilasciato, te le restituirò”. Poi ha sigillato la borsa e me l’ha restituita quando sono stato rilasciato.

Le guardie si autodefinivano rappresentanti del governo. Hanno affermato che se qualche detenuto li avesse contraddetti, equivaleva ad opporsi al governo. Quando sono stato trasferito in una nuova sezione, ho scoperto che c’erano molte regole insensate. Il detenuto doveva stare in “posizione militare” e gridare “Ildetenuto [proprio nome] sta passando!” o “Il detenuto [proprio nome] sta segnalando di entrare!” Quando i detenuti vedevano una guardia, dovevano alzarsi in piedi, abbassare la testa e gridare “Saluti, agente!” Mi è stato detto che un amico praticante che si è rifiutato di gridare “Saluti, agente” è stato appeso più volte per sei mesi. Ho pensato: “Sono un discepolo della Dafa, la speranza della salvezza degli esseri senzienti. Non posso permettere che quelle guardie manchino di rispetto ai discepoli della Dafa”. Quindi, quando vedevo le guardie, ho recitato la Fa nella mia mente, “Lasciare emergere la compassione dal cuore e assumere un’espressione serena sul viso.” (Capitolo II, La Grande Via del Compimento della Falun Dafa) poi li ho guardati, ho sorriso e ho fatto loro un cenno di apprezzamento. Non ho mai gridato “Saluti agente” e non sono mai stato punito per questo.

Le guardie hanno disposto che i praticanti del Falun Gong detenuti che si sono rifiutati di essere “trasformati” dovessero indossare un “distintivo di reclusione” di colore rosso. Mi sono rifiutato di indossarlo. Quando le guardie sono venute a parlarmi di questo, ho spiegato loro la verità. Da quel giorno, non mi hanno più obbligato ad indossarlo, invece mi hanno fatto spesso domande sulla moralità tradizionale.

Una volta, il direttore mi ha convocato nel suo ufficio. Sono entrato direttamente senza gridare “Il detenuto [il mio nome] sta facendo rapporto per entrare”. Il direttore dell’ufficio mi ha detto: “Non hai nemmeno fatto rapporto di entrare davanti alla guardia?” Ma prima che finisse, ha detto: “Va bene, non ne hai bisogno”. Poi mi ha chiesto di sedermi e ha detto: “Presto sarà il Capodanno cinese. Abbiamo comprato della frutta per premiare i detenuti con buone prestazioni. Questa è la tua parte.” Gli ho chiesto: “Nient’altro?” Non ha detto niente. Poi l’ho ringraziato e sono uscito.

A volte ho anche “collaborato” con le guardie. Nel 2012 sono stato nuovamente imprigionato. Un giorno, il direttore della brigata responsabile della “questione del Falun Gong” mi ha chiesto di scrivere un’auto-presentazione; più dettagliata è, meglio è. Gli ho detto che non ho mai firmato nulla o scritto nulla alla polizia. Ma, dopo che me l’ha chiesto ripetutamente, ho cambiato idea e ho pensato che sarebbe stata una buona opportunità per chiarire la verità alle guardie. Ho impiegato due settimane per scrivere una dichiarazione di quasi 10.000 parole. Ho spiegato perché praticavo il Falun Gong, i benefici che ho sperimentato praticando il Falun Gong e perché è illegale perseguitare il Falun Gong. Dopo che l’ho consegnato, il direttore è venuto a parlarmi di nuovo, ma usando ancora i cliché del Partito. Gli ho chiesto se avesse letto la mia dichiarazione, e lui ha detto di no. Ho detto, “Per favore leggila prima di parlare con me. Ho impiegato due settimane per scriverla secondo la tua richiesta”. Dopo quasi un mese è tornato. Ha detto che aveva letto la mia dichiarazione due volte e l’aveva trovata molto commovente, ed era pienamente d’accordo con quanto avessi scritto. Da quel momento in poi, non mi ha più disturbato.

Quando sono stato rilasciato nel 2010, due giorni dopo il mio rilascio, gli agenti di polizia della stazione locale, insieme ad alcuni funzionari dell’Ufficio 610 e dell’ufficio di gestione dell’area residenziale, sono venuti a casa mia, portandomi alcuni regali. L’ufficiale dell’anagrafe che era con loro mi ha chiesto di andare alla stazione di polizia per depositare le impronte digitali e firmare qualcosa. Mi sono rifiutato. Gli agenti di polizia hanno detto: “Se non segui questa procedura, la tua famiglia non sarà registrata e non avrai il nuovo documento d’identità”. Ho detto: “Non importa se ottengo la carta d’identità o meno, rimango comunque un cittadino cinese e un discepolo della Dafa”. Mesi dopo, la polizia mi ha chiamato per ritirare la registrazione della mia famiglia e il documento d’identità. Ho chiesto: “Nessuna premessa?” L’ufficiale ha detto: “No. Il capo del dipartimento di polizia ha detto che la tua condizione è speciale e abbiamo deciso di registrare la tua famiglia e rilasciare il tuo documento d’identità”.

Ho fatto solamente quello che dovrebbe fare un discepolo della Dafa, basandomi sulla Fa. Ma, poiché non ho potuto studiare la Fa e praticare regolarmente per molto tempo, devo recuperare. Ho bisogno di studiare bene la Fa, coltivare meglio me stesso e usare il tempo limitato rimasto per salvare più esseri senzienti.