(Minghui.org) A partire dal 14 luglio scorso i praticanti del Falun Gong in trentasette Paesi stanno presentando ai loro rispettivi governi l'ultima lista dei responsabili coinvolti nella persecuzione del Falun Gong, chiedendo sanzioni contro questi violatori dei diritti umani, compreso il rifiuto di entrare nei loro rispettivi Paesi ed il congelamento dei loro beni all'estero.
Wang Maolin fa parte della lista.
Informazioni sul perpetratore
Perpetratore: Wang (cognome) Maolin (nome) (cinese:王茂林)
Genere: Maschio
Paese: Cina
Data/anno di nascita: Dicembre 1934
Luogo di nascita: Città di Qidong, provincia dello Jiangsu
Titolo o posizione:
Da settembre 1998 ad ottobre 2002: Vice capo del Gruppo Centrale di Propaganda e Lavoro Ideologico
Da giugno 1999 a settembre 2001: membro del Gruppo Guida per la gestione delle questioni relative al Falun Gong e direttore dell'Ufficio del Gruppo Guida per la gestione delle questioni relative al Falun Gong, Ufficio Centrale 610.
Crimini maggiori:
Il 10 giugno 1999 il Comitato Centrale del PCC ha istituito un'organizzazione per perseguitare il Falun Gong; il suo nome ufficiale era "Gruppo guida per la gestione delle questioni relative al Falun Gong" ed il suo ufficio era l'"Ufficio del Gruppo guida per la gestione delle questioni relative al Falun Gong", che divenne noto come "Ufficio 610", in base alla data della sua creazione.
Wang Maolin fu il primo direttore dell'Ufficio 610 ed ha supervisionato le operazioni quotidiane nella persecuzione del Falun Gong a livello nazionale. Dopo che questa è stata avviata dal regime di Jiang Zemin il 20 luglio 1999, sono stati istituiti Uffici 610 a tutti i livelli del governo. L'Ufficio 610, che controlla il sistema giudiziario, il Partito e le agenzie governative a tutti i livelli, ha orchestrato la persecuzione del Falun Gong.
Per ottenere il sostegno pubblico i funzionari dell'Ufficio 610 incitano la gente ad odiare il Falun Gong, calunniando e diffamando la pratica. Molti dei suoi praticanti sono stati come conseguenza feriti, resi disabili e uccisi. Secondo le statistiche disponibili 4.476 praticanti del Falun Gong sono stati perseguitati a morte e 740 di loro sono stati uccisi prima della fine del 2001. Come primo direttore dell'Ufficio 610, Wang Maolin ha formulato ed attuato tutte le politiche, i programmi e le azioni di persecuzione, che hanno avuto un impatto diretto o indiretto sulla successiva campagna di persecuzione del Falun Gong in Cina. I suoi crimini sono innegabili.
Atti criminali specifici
1. Diffamare il Falun Gong, incitare all'odio
Il 29 gennaio 2000 il Dipartimento Centrale di Propaganda ed altri dipartimenti hanno tenuto una teleconferenza nazionale per portare avanti la "campagna contro il crimine" del 2000. Wang Maolin, leader della campagna, ha menzionato nella riunione che voleva che gli impiegati di tutti i governi locali eseguissero con fermezza il suo "Piano d'azione" e confiscassero tutte le pubblicazioni del Falun Gong.
All'inizio di luglio 2000 Wang Maolin ha visitato il campo di lavoro forzato di Masanjia, dove ha elogiato il reparto n. 2 delle donne per la sua "eccezionale performance" nello sforzo nel perseguitare i praticanti del Falun Gong. Ha fornito un rapporto dettagliato a Jiang Zemin, dopo di che questi ha stanziato un fondo speciale di 6 milioni di yuan (circa 800.000 euro) per costruire una "Base di trasformazione" per l'educazione ideologica a Masanjia.
Gli ufficiali del campo di lavoro forzato di Masanjia hanno spogliato diciotto praticanti donne e le hanno gettate nelle celle delle prigioni maschili, dove sono state violentate dai prigionieri. A causa dell'uso di tattiche brutali sui praticanti Masanjia è diventato un modello per tutte le strutture incaricate di "trasformare" i praticanti del Falun Gong. Il personale dell'Ufficio 610 proveniente da ogni parte della Cina è andato a Masanjia per imparare i metodi di tortura.
Il 6 febbraio 2001 Wang Maolin ed altri hanno partecipato ad una cerimonia per lanciare l'azione nazionale della gioventù civile contro la setta. Quel giorno il Comitato Centrale della Lega della Gioventù Comunista in quasi 1.000 comunità in 100 città ha iniziato uno sforzo concertato per diffamare il Falun Gong. Sono stati affissi più di 500 mila manifesti di propaganda che diffamavano il Falun Gong, sono stati distribuiti più di 10 milioni di materiali di propaganda diffamatoria, più di 200 attività anti-Falun Gong sono state condotte e più di 8 milioni di giovani sono stati incoraggiati a partecipare.
Nel febbraio 2001 la stampa di Pechino ha pubblicato un nuovo libro intitolato “Rifiutare il culto nel campus”. Wang Maolin ha scritto la prefazione del libro che calunniava il Falun Gong ed incoraggiava gli studenti ad opporvisi e a starne lontani.
Il 26 febbraio 2001, nella Grande Sala del Popolo a Pechino, si è tenuta una conferenza sulle azioni per eliminare il Falun Gong da parte del Dipartimento Centrale dell'Organizzazione, del Dipartimento Centrale della Propaganda, della Commissione Centrale degli Affari Politici e Legali, dell'Ufficio Centrale 610 e di altri dipartimenti. Wang Maolin ha partecipato come direttore dell'Ufficio Centrale 610; hanno partecipato anche tremila rappresentanti "esemplari" di agenzie governative ed agenti di polizia. Su Jing, direttrice del reparto femminile n. 2 del campo di lavoro forzato di Masanjia, ha parlato delle sue esperienze di "trasformazione" dei praticanti del Falun Gong (costringendoli ad abbandonare la loro fede).
Il 21 marzo 2001, Wang Maolin ha scritto una prefazione per il libro Falun Gong e culti, che è stato compilato da cosiddette "persone religiose", praticanti religiosi e studiosi. Wang Maolin ha calunniato vigorosamente il fondatore del Falun Gong ed i suoi principi di coltivazione, affermando che il libro era "un capolavoro" nell'attaccare il Falun Gong, sebbene il suo contenuto fosse completamente contrario ai fatti.
Wang Maolin ha parlato in una conferenza stampa nel maggio 2001 sul numero speciale di "Battle Divine Power", definendo questo numero speciale che calunniava il Falun Gong "una pubblicazione molto importante" nella lotta contro il Falun Gong.
Il 16 luglio 2001 una grande mostra è stata tenuta al Museo Militare Rivoluzionario Cinese di Pechino intitolata: "Opporsi ai culti, difendere la civiltà"; è stata organizzata dal Dipartimento Centrale della Propaganda, dall'Ufficio Centrale della Civiltà, dall'Ufficio Centrale 610, dal Ministero della Pubblica Sicurezza, dal Ministero della Giustizia e dall'Associazione Cinese per la Scienza e la Tecnologia. Wang Maolin ha tenuto una cerimonia di apertura della mostra, che ha cercato di presentare un gran numero di "fatti" inventati per ingannare la gente, per incitare all'odio verso il Falun Gong, per collegarlo ai maggiori culti nel mondo, e per sancire la crudele persecuzione dei suoi praticanti da parte del PCC. L'obiettivo fondamentale era quello di eliminare il Falun Gong.
Il 30 novembre 2001 il Comitato del Partito Municipale di Pechino ed il Governo Municipale hanno tenuto una conferenza per "riconoscere" le azioni intraprese per eliminare il Falun Gong. Alla conferenza, sono state premiate 200 organizzazioni che hanno effettuato la "trasformazione dell'educazione" (cioè il lavaggio forzato del cervello) e 507 individui di queste organizzazioni. Anche Wang Maolin ha partecipato a questa conferenza.
La praticante del Falun Gong Wang Bo era un'ex studentessa del Conservatorio Centrale di Musica, si è recata a Pechino nell'aprile 2001 per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong. È stata arrestata ed imprigionata nel campo di lavoro femminile di Pechino Xin'an, dove è stata brutalmente torturata e sottoposta a lavaggio del cervello.
Nel marzo 2002 il Dipartimento Centrale di Propaganda, l'agenzia di stampa Xinhua, la CCTV, e gli uffici 610 della sua città e provincia hanno intervistato la famiglia di Wang Bo ponendo domande ingannevoli. L'8 aprile 2002 il programma "Focus Interview" sulla CCTV nazionale ha trasmesso l'intervista modificata che era completamente inventata per screditare il Falun Gong. In seguito la Xinhua News Agency ed altri media hanno ripubblicato le notizie false, che hanno avuto una pessima influenza sul pubblico. Come ex direttore dell'Ufficio 610 la responsabilità di Wang Maolin nella persecuzione di Wang Bo e l'odio del pubblico verso il Falun Gong sono innegabili.
2. Inscenare l'auto-immolazione di Tiananmen
Il pomeriggio del 23 gennaio 2001, Jiang Zemin e l'Ufficio 610 hanno inscenato l'incidente dell'auto-immolazione di Tiananmen che ha ingannato la gente in tutto il mondo. Cinque cosiddetti praticanti del Falun Gong si sarebbero "auto-immolati" in piazza Tiananmen. Il portavoce del Partito Comunista Cinese, la CCTV, hanno riportato l'incidente inventato in prima serata.
Il PCC ha poi usato l'evento inscenato come una scusa eccezionale per perseguitare il Falun Gong, e ciò ha portato alla più grande campagna di persecuzione politica dai tempi della Rivoluzione Culturale. Anche il personale dell'Ufficio 610 l'ha usato come esempio per intensificare la persecuzione dei praticanti. Secondo le statistiche disponibili il numero di praticanti del Falun Gong perseguitati a morte è aumentato da 173, numero totale diciotto mesi prima della messinscena dell'autoimmolazione, a 881, numero totale nei trentasei mesi successivi.
3. I praticanti del Falun Gong perseguitati a morte
Come direttore dell'Ufficio 610 del Comitato Centrale, Wang Maolin era direttamente responsabile della persecuzione dei praticanti del Falun Gong a livello nazionale durante il suo mandato. Nel dicembre 2001, secondo le informazioni pubblicate da Minghui.org, 740 praticanti del Falun Gong sono stati perseguitati a morte.
Di seguito sono riportati quattro esempi:
Il 22 aprile 2000, il Wall Street Journal ha pubblicato "Practicing Falun Gong Was a Right, Ms. Chen Said Up to Her Last Day" del giornalista Ian Johnson. Parlava di come la praticante del Falun Gong, Chen Zixiu, fosse stata perseguitata a morte.
Chen Zixiu, cinquantanove anni, viveva nel distretto Weicheng della città di Weifang; è stata arrestata da funzionari del governo il 16 febbraio 2000, il pomeriggio seguente è stata portata al "Centro di trasformazione e supervisione del Falun Gong" in Chengguan Street e picchiata con manganelli di plastica e bastoni elettrici sulle gambe, sui piedi e sulla parte bassa della schiena. Gli ufficiali continuavano a gridare e a dirle di abbandonare la pratica del Falun Gong, cosa che lei rifiutava ogni volta. La mattina del 20 febbraio 2000, Chen, già in punto di morte, è stata costretta a strisciare nella neve; due giorni di torture le avevano lasciato le gambe gravemente ferite, ha vomitato ed è svenuta e non ha più ripreso conoscenza. É deceduta intorno alle 9:00 del mattino del 21 febbraio.
Zhao Xin, nata il 28 giugno 1968, era un'istruttrice della Scuola di Economia dell'Università di Tecnologia e Commercio di Pechino (ex Scuola di Commercio di Pechino). Il 19 giugno 2000, mentre praticava il Falun Gong in un parco, è stata arrestata dalla polizia e successivamente trasferita al centro di detenzione sotto la stazione di polizia di Haidian. In soli tre giorni è stata picchiata così tanto da subire fratture scomposte delle ossa del collo. È morta la sera dell'11 dicembre all'età di trentadue anni.
Chu Congrui era una praticante del Falun Gong di diciannove anni; si è recata a Pechino il 1° dicembre 2000 per lanciare un appello a favore del Falun Gong ed è stata arrestata in piazza Tienanmen. É deceduta nella prigione di Pechino Haidian il 13 dicembre. La polizia ha affermato che il decesso è avvenuto a causa di uno sciopero della fame e della disidratazione, l'autopsia, tuttavia, ha mostrato che aveva sangue su tutto il viso ed il suo naso era collassato. Il suo viso era così ferito che non aveva l'aspetto di una persona normale. Il nonno, che è andato a Pechino a prendere il suo corpo, quando ha visto il suo volto sfigurato ha perso il controllo e ha pianto ad alta voce mentre teneva in braccio il corpo esanime della nipote.
Il 9 aprile 2001 Li Mei, trentatré anni, è stata portata in un centro per il lavaggio del cervello dai funzionari del governo di Longwangzhuang della città di Laiyang, nella provincia dello Shandong.Quando ha rifiutato di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong alcuni dei lavoratori l'hanno picchiata e le hanno rotto la spina dorsale causandole la paralisi delle gambe.
È stata portata all'ospedale, ma i funzionari del governo della città si sono rifiutati di pagare il suo ricovero. Li è morta in ospedale il 28 maggio. Per coprire il crimine i funzionari della città hanno costretto la famiglia a firmare documenti che indicavano che il governo non era responsabile della morte della donna. I funzionari governativi hanno anche portato via tutte le sue foto di Li Mei dalla sua casa.
Wang Maolin
Tutti i contenuti pubblicati su questo sito sono protetti dal copyright di Minghui.org. Per l’uso non commerciale si deve citare la fonte (Es.: “Come riportato da Minghui.org,…”) e indicare il link dell’articolo originale. Per uso commerciale contattare la nostra redazione per ottenere l’autorizzazione.
Categoria: Panoramica