(Minghui.org) Affinché una società possa funzionare senza problemi, è necessario che vi siano legge e ordine per garantire la giustizia. Dopo che la Rivoluzione culturale (1966-1976) ha devastato la cultura e la società cinese, negli anni ‘80 i leader del Partito Comunista Cinese (PCC) hanno proposto l’idea di governare con uno statuto il Paese, nel tentativo di riconquistare la fiducia del popolo.

Nel 1989 dopo lo spargimento di sangue a seguito della repressione della protesta studentesca di Piazza Tienanmen, Jiang Zemin è salito al vertice del PCC grazie al suo ordine di reprimere la manifestazione degli studenti in protesta. Ha nominato i membri della sua congrega in posizioni chiave dell’amministrazione e ha usato la corruzione per rafforzare ed espandere il proprio potere. Lo Stato di Diritto era diventato un pensiero secondario per Jiang e il PCC.

Ordinare la persecuzione del Falun Gong

Nel 1992, dopo essere stato introdotto al pubblico, il Falun Gong, un’antica disciplina spirituale basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza, ha rapidamente guadagnato popolarità in tutta la Cina. Molti alti funzionari governativi e militari e i loro familiari, compresa la moglie di Jiang, Wang Yeping, praticavano il Falun Gong.

Poiché il Falun Gong attirava sempre più persone, Jiang divenne invidioso e col timore di perdere il controllo del potere, nel luglio 1999, nonostante l’opposizione degli altri 6 membri del Comitato permanente del Politburo, lanciò da solo la persecuzione del Falun Gong su scala nazionale giurando di sradicare la pratica in 3 mesi.

Tre mesi dopo l’inizio della persecuzione, il Falun Gong rimaneva una pratica popolare, spingendo Jiang a intensificare la persecuzione nell’ottobre 1999. In un’intervista a ‘Le Figaro’, un giornale molto diffuso in Francia, Jiang ha definito il Falun Gong una setta. Il giorno dopo, il ‘People’s Daily‘ del PCC ha riportato nelle sue colonne le parole di Jiang. Altre notizie‘’ di propaganda, tra cui la messa in scena dell’autoimmolazione di piazza Tienanmen, sono apparsi in seguito sui media statali per suscitare l’odio delle persone verso il Falun Gong così da giustificare e intensificare la persecuzione.

Incentivi politici per una persecuzione più brutale

Jiang ha collegato i risultati politici e le promozioni dei funzionari alla loro partecipazione alla persecuzione, per incentivarli ad attuare attivamente la sua politica di eradicazione del Falun Gong. Se una certa regione si distingueva come numero di praticanti che si recavano a Pechino per fare appello per il Falun Gong, il funzionario di grado più alto di quella regione sarebbe stato rimosso dall’incarico.

In quei giorni, la maggior parte dei praticanti che si appellavano a Pechino proveniva dalla provincia di Shandong. Jiang disse a Wu Guanzheng, allora capo del Partito della provincia dello Shandong, che se ci fossero stati più praticanti dello Shandong a fare appello a Pechino, lo avrebbe rimosso dal suo incarico. Ma se Wu avesse attuato tutte le direttive per la persecuzione, l’avrebbe promosso membro del Comitato permanente del Politburo durante il 16° Congresso del Partito, che si sarebbe tenuto nel 2002.

Il 20 aprile 2000, il Wall Street Journal ha riportato la notizia della morte per tortura di Chen Zixiu, una praticante del Falun Gong nella città di Weifang, nella provincia di Shandong, per mano di funzionari del governo locale. Nell’articolo si legge: “Due giorni di torture hanno lasciato le sue gambe ricoperte di lividi e i suoi corti capelli neri sporchi di pus e sangue”.

In realtà, la signora Chen non era la prima praticante morta a causa delle persecuzioni. Il 16 agosto 1999, Chen Ying, una matricola di 17 anni della città di Jiamusi, nella provincia di Heilongjiang, è stata picchiata su un treno, mentre si recava a Pechino per fare appello al Falun Gong. È stata costretta a fuggire saltando fuori dal treno. È morta in ospedale la notte stessa.

Seguendo le orme di Wu, anche Bo Xilai, allora governatore della provincia di Liaoning e sindaco di Chongqing, insieme a Zhou Yongkang, ex capo del Comitato centrale per gli affari politici e legali (PLAC), hanno partecipato da vicino alla persecuzione in cambio di un avanzamento di carriera politico.

Quando Zhou era segretario del Partito nella provincia del Sichuan tra il 2000 e il dicembre 2002, una volta ha dato un ordine alla polizia: “Potete lasciar scappare un assassino o un piromane, ma dovete arrestare i praticanti del Falun Gong!” Sono stati almeno 43 i praticanti perseguitati a morte durante il mandato di Zhou nel Sichuan.

Il sistema legale in crisi

I procuratori e i tribunali in Cina sono l’ultima possibilità per i cittadini comuni di cercare giustizia, ma durante la persecuzione del Falun Gong entrambi sono stati compromessi. Francis Bacon, filosofo e statista inglese, una volta ha detto che una sentenza ingiusta può essere dieci volte peggiore di un crimine. Il crimine è una violazione della legge, come inquinare l’acqua, mentre una sentenza ingiusta mina la legge stessa, è come distruggere la fonte d’acqua.

Il 2 settembre 1999, Lyu Botao, presidente della Corte Suprema della provincia del Guangdong, durante una riunione ha detto ai presidenti dei tribunali intermedi della provincia, che non avrebbero accettato alcuna denuncia civile presentata dai praticanti del Falun Gong, indipendentemente dalla violazione dei loro diritti fondamentali.

Anche i praticanti giudici o pubblico ministero per professione, non sono stati risparmiati dalla persecuzione per la loro fede.

Il 10 gennaio 2001, Hu Qingyun, giudice della corte d’appello della provincia meridionale del Jiangxi, è stato condannato a 7 anni. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong era guarito dalla leucemia che è ricomparsa durante la detenzione: è morto il 22 marzo 2001.

Il 12 gennaio 2010, Feng Zhijun, procuratore della Procura della città di Zhoukou, nella provincia di Henan, è stato condannato a 4 anni per aver parlato del Falun Gong alle persone.

Quando vengono imprigionati, i praticanti sono sottoposti a torture cruente; dalla privazione del sonno alla fame, dalle percosse selvagge alle scosse elettriche, costrizione a stare seduti su un piccolo sgabello legati, essere appesi per i polsi per ore o addirittura giorni.

Le incriminazioni e le condanne arbitrarie dei praticanti del Falun Gong hanno portato al collasso del sistema legale cinese. I media cinesi hanno riferito che nel 2005 diversi funzionari della Corte intermedia di Fuyang, nella provincia di Anhui, sono stati indagati per aver preso tangenti, per gioco d’azzardo e prostituzione. Tra i funzionari c’erano il vicepresidente Zhu Ya, il presidente esecutivo Wang Chunyou e due giudici presidenziali Chen Heping e Dong Bingxu.

Anche altre province hanno problemi simili. Un rapporto del 2004 della Procura della provincia di Hubei ha mostrato che il 40% dei crimini di negligenza commessi dai giudici della provincia erano crimini comuni, commessi da più magistrati.

L’intero Paese è vittima del PCC

Nel giugno 2018, il segretario di una comunità della contea di Zhen’an, nella provincia dello Shaanxi, ha detto agli abitanti del luogo che si sono recati nel suo ufficio per presentare un ricorso: “Il Partito Comunista Cinese è la più grande banda di delinquenti della Cina. Dovete ascoltarlo, che lo vogliate o no!”

Dalla “‘donna incatenata”‘ (rapita e venduta a un uomo nella città di Xuzhou, nella provincia di Jiangsu, e usata come schiava sessuale) agli studenti universitari scomparsi (che si sospetta siano diventati vittime del prelievo di organi) in tutto il Paese negli ultimi mesi, sempre più cinesi sono vittime del PCC e non hanno un posto dove cercare giustizia.

Quando Jiang ha giurato di sradicare il Falun Gong e “Verità, Compassione, Tolleranza” dalla Cina, ha inevitabilmente distrutto la moralità e la coscienza della società cinese. Anche se Jiang è morto, il PCC continua la persecuzione. Quando arriverà il momento di condannare Jiang e il PCC per i loro crimini contro i praticanti del Falun Gong e altri cittadini innocenti, anche coloro che seguono il regime nella persecuzione dovranno affrontare le conseguenze. Agli autori della persecuzione si consiglia di interrompere la propria partecipazione per assicurarsi un futuro migliore.