(Minghui.org)

Nome: Li Zhilian

Nome cinese: 李志联

Sesso: Femmina

Età: 68

Città: Zhuhai

Provincia: Guangdong

Occupazione: N/D

Data del decesso: 8 giugno 2022

Data dell'ultimo arresto: 25 settembre 2021

Luogo di detenzione più recente: Centro di detenzione n. 1 della città di Zhuhai

Una donna della città di Zhuhai, nella provincia del Guangdong, ha sviluppato una grave patologia dopo essere stata arrestata e condannata a otto anni per aver praticato il Falun Gong. La polizia le ha negato le visite della famiglia e non l’ha rilasciata finché non è stata in punto di morte. È deceduta l'8 giugno scorso, due giorni dopo il suo ritorno a casa. Aveva sessantotto anni.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La signora Li ha sviluppato speroni ossei alle ginocchia da quando aveva diciotto anni. Con l'avanzare dell'età ha lottato anche contro la sinusite. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1994, tutti i sintomi sono scomparsi.

Dopo l'inizio della persecuzione, Li si è recata a Pechino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong ed è stata arrestata nel dicembre 1999. È stata riportata nella sua città natale, nella contea di Wuqiang, nella provincia dell’Hebei, e trattenuta per quindici giorni nella prigione femminile della contea di Yaoyang.

Li è stata nuovamente arrestata alla fine del 2001, dopo essersi trasferita nella città di Zhuhai. Durante il periodo di reclusione di un mese presso il Centro di detenzione di Meixi, è stata costretta a lavorare senza retribuzione per dodici ore al giorno, mentre le veniva negato il cibo. Successivamente è stata detenuta per un altro mese e costretta a pagare 1.000 yuan (circa 135 euro) prima di essere rilasciata.

Arresto di gruppo

Un gruppo di agenti in borghese si è presentato a casa di Li il 12 luglio 2019. Poiché la donna si è rifiutata di aprire la porta, la polizia si è aperta un varco, ha fatto irruzione e le ha confiscato i libri del Falun Gong, il computer, la stampante, i telefoni cellulari e alcuni articoli da ufficio, tra cui carta per fotocopie e graffette. Anche un'altra praticante, Wang Xueqin, che si trovava a casa della signora Li quando è arrivata la polizia, è stata arrestata.

Alla stazione di polizia, un agente ha mostrato a Li una lista di trenta praticanti con le loro foto. Wang era la prima della lista. La maggior parte dei praticanti è stata arrestata lo stesso giorno.

Dopo un giorno di detenzione, Li è stata rilasciata in seguito al pagamento di una cauzione di 3.000 yuan (circa 405 euro).

Le ultime persecuzioni

Il 25 settembre dello scorso anno due praticanti sono state seguite dalla polizia quando sono andate a trovare Li. Gli agenti hanno arrestato tutte e tre le donne e ha messo a soqquadro la casa di Li. La polizia ha affermato di aver monitorato le attività quotidiane della donna, dopo che era stata denunciata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong.

Una delle praticanti (nome sconosciuto) è stata poi rilasciata a causa della sua età avanzata e delle sue cattive condizioni di salute. Li e l'altra praticante arrestata a casa sua, Li Xiulian, sono state portate al Centro di detenzione n. 1 della città di Zhuhai.

Li Zhilian è stata costretta a sedersi su un piccolo sgabello e sottoposta a basse temperature nel centro di detenzione. La sua salute continuava a peggiorare. Il tribunale del distretto di Xiangzhou ha processato le due praticanti alla fine del marzo scorso. Li Zhilian è stata condannata a otto anni e Li Xiulian a quattro.

La sentenza ha devastato ulteriormente Li Zhilian e l'ospedale ha emesso un avviso di condizioni critiche per la sua famiglia. Quando i suoi parenti ha chiesto di poterle fare visita la polizia, che aveva ordinato loro di firmare i documenti del caso e di assumersi la responsabilità, non gliel’ha permesso. La polizia ha anche ordinato ai familiari di pagare una multa di 10.000 yuan (circa 1.350 euro), ma loro si sono rifiutati di farlo.

Solo il 6 giugno scorso i familiari della donna hanno potuto vederla. A quel punto era prossima alla morte e, nonostante avesse molti tubi inseriti nel suo corpo, la polizia continuava a tenerla incatenata.

Li è deceduta l'8 giugno, due giorni dopo essere stata riportata a casa.