(Minghui.org)

Nome: Teng Yuguo

Nome cinese: 滕玉国

Sesso: Maschio

Età: 67

Città: Shenyang

Provincia: Liaoning

Occupazione: N/D

Data di morte: 2 dicembre 2022

Data dell'ultimo arresto: 13 ottobre 2020

Luogo di detenzione più recente: Prigione di Dongling

Un uomo della città di Shenyang, nella provincia del Liaoning, con un cancro al colon e al fegato all'ultimo stadio, è deceduto pochi giorni dopo che gli era stata negata la libertà vigilata, semplicemente perché si era rifiutato di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong. Aveva sessantasette anni.

La moglie del signor Teng Yuguo non è riuscita a dormire per diverse notti e spesso scoppiava in lacrime dopo la morte del martito. Ha detto che non appena chiudeva gli occhi lo vedeva, emaciato e morente, ancora incatenato nel letto d’ospedale e pesantemente sorvegliato.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Teng è stato arrestato il 13 ottobre 2020, mentre raccoglieva zucche con la moglie nel loro orto. È stato condannato a cinque anni dal tribunale del distretto di Yuhong nel febbraio dello scorso anno.

Dopo essere stato portato nel carcere di Dongling, la prigione ha negato ai suoi familiari la possibilità di fargli visita e ha anche limitato la quantità di denaro che potevano depositare per lui a 100 yuan (circa 13 euro) al mese, con la scusa che non aveva rinunciato al Falun Gong. A Teng non rimaneva molto per comprare altro cibo, visto che quello fornito dalla prigione era molto scarso e scadente.

Quando un detenuto è stato rilasciato all’inizio dello scorso novembre, Teng ha chiesto il suo aiuto per informare la famiglia del cancro al colon e dell’incontinenza di cui soffriva da circa sei mesi.

I familiari si sono precipitati in carcere e finalmente hanno potuto vederlo, alla presenza di quattro guardie. Sono rimasti sconvolti nel vedere l'uomo emaciato seduto su una sedia a rotelle. Le sue gambe erano gravemente gonfie e indossava anche un pannolino.

Le guardie hanno detto alla famiglia che avrebbero potuto mandare l’uomo nel reparto anziani, in modo che non fosse costretto ai lavori forzati, oppure portarlo in ospedale per le cure.

La famiglia ha chiesto alle guardie perché continuassero a dire che Teng stava benissimo in prigione, senza dire una parola sulle sue condizioni e negandogli quindi la possibilità di curarsi.

Su insistenza della famiglia, Teng è stato portato all’ospedale n. 4 di Shenyang. Il medico l’ha operato e ha visto che l’intestino era invaso di tumori che lo ostruivano, e che si erano diffusi anche al fegato. Il medico ha detto che non c'era più nulla da fare, prognosticandogli pochi mesi di vita.

A quel punto, Teng non poteva mangiare e si affidava alle flebo per mantenersi in vita. Era così debole che non aveva nemmeno la forza di sedersi, né tantomeno stimoli intestinali.

Quando l’uomo era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale, le guardie carcerarie lo sorvegliavano 24 ore su 24. La figlia e la moglie si alternavano per accudirlo. La prigione ha ordinato alla famiglia di pagare le spese mediche, che ammontavano a circa 3.000 yuan (circa 404 euro) al giorno. La famiglia ha consegnato gli unici 6.000 yuan che aveva. La moglie, operata ai polmoni l’anno scorso e ancora in convalescenza, ha avuto difficoltà a chiedere un prestito.

I familiari hanno chiesto la libertà condizionata per motivi di salute, e inizialmente la prigione l’aveva approvata, ma in seguito ha cambiato idea con la scusa che si era rifiutato di rinunciare al Falun Gong.

Non potendosi permettere ulteriori spese ospedaliere, il 30 novembre la prigione ha trasferito di nuovo Teng in carcere e solo un giorno dopo era già in punto di morte.

Non volendo che morisse in carcere, il 1° dicembre la prigione ha chiamato un’ambulanza che l’ha portato all’ospedale 739 di Shenyang per la rianimazione.

La prigione ha informato i familiari di Teng solo il pomeriggio successivo. La moglie, i figli e altri parenti si sono precipitati all’ospedale, pesantemente sorvegliati dalla polizia.

Teng, che era attaccato alla macchina per l’ossigeno, era ancora cosciente, ma non riusciva a parlare. Le guardie carcerarie hanno proibito ai suoi familiari di avvicinarsi a lui ma, siccome la moglie ha opposto una forte protesta, le è stato permesso di avvicinarsi, mentre diversi agenti stavano in piedi nelle vicinanze a sorvegliare da vicino.

Durante il loro ultimo saluto, la moglie di Teng è rimasta sconvolta nel vedere che era ancora incatenato. Ha gridato alle guardie di liberarlo, e alla fine queste hanno acconsentito.

Alle 23.51 del 2 dicembre Teng è morto, sotto stretta sorveglianza. Le guardie, nonostante tutto, hanno ancora impedito alla sua famiglia di avvicinarsi al corpo o di vestirlo. Hanno invece ingaggiato una società per occuparsi di tutto. In seguito, sempre sotto stretta sorveglianza, il corpo di Teng è stato portato in un'impresa di pompe funebri e cremato il 4 dicembre.

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Tian Zhi (田志), capo della prigione di Dongling: +86-24-24711755

Pang Ting (庞挺), segretario del Comitato per gli affari politici e legali del distretto di Dadong

Wang Peijun (王佩军), direttore dell'Ufficio di giustizia della città di Shenyang

Liu Jing (刘京), vicedirettore dell'Ufficio di giustizia della città di Shenyang

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