(Minghui.org) Un uomo di trentasei anni della città di Jinan, nella provincia dello Shandong, è tenuto in cella d’isolamento dal giorno del suo arresto, il 4 ottobre scorso, per aver praticato il Falun Gong. Poiché la città è stata recentemente chiusa a causa della politica "Zero-COVID", la famiglia di Xu Wenlong ha dichiarato che è stato ancora più difficile localizzarlo e salvarlo.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Xu, originario della città di Muling, nella provincia dell’Heilongjiang, si è laureato all'Accademia centrale di belle arti di Pechino nel luglio 2010. È stato arrestato nel giugno 2011 e successivamente condannato a otto anni di carcere per aver praticato il Falun Gong. Dopo essere stato rilasciato si è trasferito a Jinan e ha alloggiato presso un cugino.

Xu è stato nuovamente arrestato nell'aprile scorso per aver distribuito codici QR per accedere al software di censura di Internet e gli sono stati inflitti sei mesi di arresti domiciliari. Da allora la polizia l’ha convocato più volte e ha cercato di costringerlo a dichiararsi colpevole. Lui si è rifiutato di farlo e ha invitato la polizia a non partecipare alla persecuzione.

Il 4 ottobre, quando i sei mesi di arresti domiciliari stavano per scadere, la polizia l’ha ripreso in custodia. L'hanno ammanettato pesantemente, gli hanno prelevato un campione di sangue e hanno minacciato di ucciderlo. Secondo il cugino di Xu, arrestato insieme a lui, sebbene il poliziotto non fosse un medico, era molto abile nel prelevare il sangue. Anche alla cugina, che non pratica il Falun Gong, è stato eseguito un prelievo.

La cugina ha raccontato che, mentre erano trattenuti alla stazione di polizia di Zhiyuan, ha sentito due agenti parlare di un rene venduto a 400.000 yuan (circa 54.500 euro). Ha chiesto se stessero parlando del prelievo di organi dai praticanti del Falun Gong, ma non hanno risposto.

Ancora più allarmante per la famiglia è stato il fatto che la polizia abbia portato l’uomo all’ospedale di Qianfoshan per un esame fisico, quando nei dintorni della stazione di polizia c’erano molti ospedali e cliniche mediche in grado di gestire facilmente un esame fisico di base. La famiglia ha domandato alla polizia il motivo per aver portato l’uomo proprio nell’ospedale di Qianfoshan, che, secondo quanto riferito, è stato impegnato per anni nel prelievo di organi da praticanti del Falun Gong ancora in vita.

La polizia ha poi comunicato alla famiglia che Xu era detenuto presso la stazione di polizia di Silijie e che gli erano stati assegnati sei mesi di sorveglianza domiciliare. La famiglia si è recata alla stazione di polizia per fargli visita, ma non l’ha trovato.

Le autorità hanno inizialmente promesso alla famiglia di fare visita a Xu, ma si sono presto rimangiate la parola adducendo come scusa la pandemia. Nemmeno all’avvocato è stato permesso di vederlo. La famiglia è tuttora tenuta all’oscuro di dove si trovi l’uomo, né tantomeno ha il permesso di consegnargli beni di prima necessità o vestiti.

Informazioni sui perpetratori:

Luan Zhen (栾震), capo della Stazione di polizia di Zhiyuan

Sun Lianyou (孙连友), capo della stazione di polizia di Silijie

Cui Yue (崔越), direttore dell'Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Lixia

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