(Minghui.org)

Nome: Li Min

Nome cinese:李民

Genere: Maschio

Età: 52

Città: Harbin

Provincia: Heilongjiang

Occupazione: Agricoltore

Data di morte: 6 luglio 2022

Data dell'ultimo arresto: 12 marzo 2013

Luogo di detenzione più recente: Prigione di Hulan

Dopo aver sopportato oltre dieci anni di torture in carcere per aver praticato il Falun Gong, un residente della città di Harbin, nella provincia dell’Heilongjiang, ha ceduto alle sofferenze fisiche e mentali ed è deceduto il 6 luglio scorso. Aveva cinquantadue anni.

Li Min ha iniziato a praticare il Falun Gong, una disciplina spirituale nota anche come Falun Dafa, nella primavera del 1997. Poco dopo il suo problema ai reni e al collo è scomparso. Dopo che il regime comunista cinese ha iniziato la persecuzione del Falun Gong nel 1999, è stato ripetutamente preso di mira per non aver rinunciato alla sua fede.

Denti avulsi dalle percosse

Il 25 ottobre 2000 Li si è recato a Pechino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong. Ha esposto uno striscione con la scritta "La Falun Dafa è buona" in piazza Tiananmen. La polizia di Pechino l’ha arrestato e portato all’ufficio della città di Harbin a Pechino. Quando è arrivato lì ha visto che altri trenta praticanti di Harbin, che anche loro avevano fatto appello, erano già detenuti.

Li è stato riportato a Harbin sette giorni dopo e trattenuto nel centro di detenzione della contea di Tonghe. Le guardie gli hanno frustato il viso con le scarpe. L’hanno anche ammanettato e incatenato. In seguito alle forti richieste della sua famiglia, le guardie l’hanno rilasciato dopo ventitré giorni. A causa delle percosse, poco dopo gli sono caduti tutti i denti.

La famiglia si sfalda durante un anno di lavori forzati

Li è stato nuovamente arrestato il 31 marzo 2001. La polizia l’ha picchiato davanti alla figlia di nove anni. Lei ha gridato: "Non picchiate mio padre! Mio padre è una brava persona!", ma la polizia l’ha ignorata.

Chi Haibo, allora capo della stazione di polizia della città di Nonghe, ha picchiato l’uomo nel centro di detenzione di Tonghe, causandogli una grave emorragia nasale. Un altro agente, Guo Biao, gli ha dato un calcio alla gola che gli ha impedito di parlare per molto tempo.

Teng Zhenxin, capo del centro di detenzione, ha costretto Li a indossare catene da 20 chilogrammi per sedici giorni. La guardia Ma Jun ha ordinato ai detenuti di picchiarlo con tubi in PVC,ricoprendolo di lividi. I detenuti l’hanno anche privato del sonno, gli hanno tolto i vestiti quando il tempo era ancora molto freddo e l’hanno costretto a stare in piedi di fronte a una finestra aperta.

Tre mesi dopo a Li è stato imposto un anno di lavori forzati. Prima di essere portato al campo di lavoro forzato di Changlizi, il capo del centro di detenzione Teng ha estorto 300 yuan (circa 41 euro) alla sua famiglia quando è andata a trovarlo. Anche molte altre famiglie di praticanti hanno subito estorsioni.

Il 15 luglio 2001 Li ha iniziato uno sciopero della fame, con altri praticanti, per dodici giorni. Tra questi, il signor Ju Yajun è stato alimentato a forza con polvere di soia in salamoia per diciassette giorni. È morto tre giorni dopo essere stato rilasciato.

Il periodo di lavoro forzato e le successive vessazioni della polizia hanno inferto un duro colpo al padre, che è morto poco dopo. Ciò ha ulteriormente aggravato il disagio mentale della madre di Li, che si è ammalata ed è stata costretta a letto. Allo stesso tempo, la moglie di Li ha divorziato e ha lasciato la figlia di nove anni alla madre malata.

Li è stato rilasciato il 15 marzo scorso, ma ha continuato a subire continue vessazioni da parte della polizia.

Il 25 ottobre 2002, prima del 16° Congresso del Partito Comunista, il praticante i è stato nuovamente arrestato e trattenuto in un centro per il lavaggio del cervello per trentatré giorni.

Condannato a cinque anni

Li è stato nuovamente arrestato il 20 luglio 2005, dopo che la polizia ha scoperto che stava stampando materiale informativo sul Falun Gong a casa. Gli sono stati confiscati il computer, la stampante, i masterizzatori di DVD, il cellulare e le carte bancarie. Anche altri due praticanti, Fu Hai e Liu Ying, sono stati arrestati.

I tre praticanti hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione, non appena sono stati portati nel centro di detenzione locale. Le guardie hanno coperto le loro teste con sacchetti di plastica e li hanno poi nutriti a forza.

Rievocazione della tortura: testa coperta con sacchetto di plastica

La guardia Chen Yongkuan ha anche insultato verbalmente Liu il 21 luglio. Quando Li ha cercato di fermarlo, Chen l’ha portato in una stanza priva di telecamere di sorveglianza e l’ha picchiato, fratturandogli la mascella inferiore destra.

Dopo nove mesi di detenzione Li è stato condannato a una pena detentiva di cinque anni dal tribunale della contea di Fangzheng. A Fu e Liu sono stati inflitti rispettivamente sei e quattro anni. Li è stato portato al centro di addestramento della prigione di Hulan il 13 aprile 2006. Ha alloggiato in una stanza con altre ottanta persone. Dormivano su un unico letto a castello lungo quindici metri. Durante i tredici giorni di detenzione gli è stato ordinato di lavorare senza retribuzione, per lo più sferruzzando maglioni dalle 6:00 del mattino alle 18:00. A volte lavoravano fino all'una di notte. A tutti è stato ordinato di sferruzzare cinque metri di filo ogni giorno. Le guardie li picchiavano se non riuscivano a finire la lunghezza richiesta.

Poiché Li si rifiutava di rinunciare al Falun Gong, le guardie ordinavano ai detenuti di torturarlo. Un detenuto gli ha coperto la testa con un sacchetto di plastica e gli ha infilato due sigarette accese nel naso. È quasi soffocato. Poi i detenuti hanno strofinato i pugni avanti e indietro sul suo petto e sulle sue costole, mentre gli calpestavano le braccia per impedirgli di muoversi.

Dopo quindici minuti, quando i detenuti erano esausti, hanno costretto l’uomo a piegarsi e a mettere le mani e la testa contro il muro. Hanno chiamato la tortura volare come l’aereo.

Illustrazione della tortura: volare come l’aereo

Una notte hanno infilato Li sotto un letto spezzandogli quasi la schiena. La mattina dopo la guardia Li Ji l’ha colpito più di dieci volte con un tubo di PVC e costretto a firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong.

Illustrazione della tortura: infilato sotto un letto

Il 26 aprile 2006 Li è stato trasferito alla prigione di Tailai. Nel giugno 2007, le autorità carcerarie hanno assunto una persona della città di Xi’an, nella provincia dello Shaanxi, per tenere un seminario di diffamazione del Falun Gong. Coloro che si rifiutavano di rinunciare alla pratica sono stati costretti a partecipare. La prigione ha messo in palio un premio di 1.000 yuan (circa 136 euro) per qualsiasi guardia che fosse stata in grado di trasformare un praticante.

Poiché Li era irremovibile, le guardie l’hanno legato a una struttura metallica orizzontale a forma di "H", con le mani e i piedi legati ad essa, poi l’hanno lasciato all'aperto dalle 7:00 del mattino alle 7:00 di sera. Inoltre, non gli è stato permesso di dormire durante la notte.

Dopo tre giorni di torture è diventato disorientato. Non potendo più sopportare, è stato costretto a scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Quando le guardie l’hanno tolto dalla struttura metallica, è quasi caduto. Gli ci è voluto un po' per ritrovare l'equilibrio e camminare.

La tortura gli ha causato anche molti danni alla schiena, e spesso aveva pus e sangue che trasudavano dalla zona anale.

Muore dopo un seconda detenzione di cinque anni e mezzo

Li è stato nuovamente arrestato il 12 marzo 2013, solo tre anni dopo essere stato rilasciato, sempre per aver stampato materiale del Falun Gong a casa. Gli sono stati confiscati il computer, la stampante, il materiale d'ufficio e i libri del Falun Gong.

La polizia l’ha appeso per i polsi nel centro di detenzione della contea di Tonghe e gli ha requisito i 1.300 yuan (circa 177 euro) in contanti che aveva in tasca. Li è stato poi condannato a cinque anni e mezzo, che ha scontato nella prigione di Hulan. È sopravvissuto a stento alle torture ed è stato rilasciato l'11 settembre 2018.

Li si è trasferito nella città meridionale dove risiedeva sua figlia e lì ha trovato un lavoro, tuttavia le torture subite durante gli oltre dieci anni di carcere hanno avuto ripercussioni sulla sua salute. Nell'ottobre 2021 ha sviluppato la tubercolosi ed è deceduto il 6 luglio scorso.

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