(Minghui.org) Il 21 dicembre dell’anno scorso due membri del tribunale si sono recati da Jiang Guixiu per emettere un verdetto di colpevolezza nei suoi confronti, a causa della sua fede nel Falun Gong. La donna è stata condannata a tre anni di prigione, oltre a una multa di 10.000 yuan (circa 1.370 euro).

Jiang si è rifiutata di firmare il verdetto e ha detto che non avrebbe riconosciuto l’ingiusta sentenza. I membri del tribunale le hanno detto che avrebbe avuto dieci giorni di tempo per ricorrere in appello. Lei ha risposto che avrebbe sicuramente ricorso e fatto in modo di provare che tutti coloro che sono stati coinvolti fossero giudicati responsabili della persecuzione.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 17 maggio dell’anno scorso la donna di sessantaquattro anni, residente a Zhaoyuan, nella provincia dello Shandong, è stata arrestata nella sua abitazione. Anche il marito, che non pratica il Falun Gong, è stato condotto alla stazione di polizia per essere interrogato.

La polizia ha ingannato il marito della donna e gli ha fatto rivelare informazioni sulla sua pratica del Falun Gong, che sono state poi usate come prova d’accusa contro di lei. Jiang è stata costretta a firmare la deposizione. I coniugi sono stati rilasciati dopo aver pagato una cauzione di 2.000 yuan (circa 280 euro).

Il 21 luglio il personale della Procura di Zhaoyuan ha chiamato il marito della donna dicendo che la polizia gli aveva affidato il caso. Il 20 agosto il procuratore ha iniziato a telefonarle spesso, per molestare lei e la sua famiglia.

Il 24 agosto Jiang è stata convocata in Procura. Ha cercato di chiarire i fatti sul Falun Gong alla procuratrice Gao Cheng’e, ma lei non l’ha ascoltata.

Il 1° novembre, quando i suoi familiari l’hanno chiamata per chiedere informazioni riguardo al suo caso, la procuratrice ha risposto di aver già incriminato Jiang e trasferito il caso al tribunale di Zhaoyuan.

Il 2 novembre il tribunale ha convocato la famiglia della donna e le ha ordinato di ritirare l’atto di accusa entro tre giorni. Quando Jiang si è recata sul posto, le è stato detto che l’udienza era stata fissata per il 24 novembre.

Durante l’udienza il suo avvocato ha presentato un’istanza di non colpevolezza. Solo la cugina ha potuto assistere alla seduta. Anche il marito ha chiesto di partecipare, ma un cancelliere del tribunale ha respintto la sua richiesta, sostenendo che non poteva partecipare perché era stato nominato testimone dell’accusa.

Jiang ha notato che la procuratrice Gao aveva falsificato il contenuto della testimonianza del marito, che non era stato incluso nei documenti relativi al suo caso. Il suo avvocato ha chiesto alla polizia di fornire il video dell’interrogatorio per verificare il resoconto, ma la procuratrice ha negato di averlo.

Il marito di Jiang ha chiesto di testimoniare, ma il giudice Yang non gliel’ha permesso, dicendo: "Non è un bene per nessuno se testimonia in tribunale". Yang ha quindi aggiornato la seduta.

Il giudice ha accusato la donna di aver avuto un atteggiamento scorretto durante l’udienza, soprattutto per aver cercato di chiarirgli i fatti sul Falun Gong. Aveva previsto una seconda udienza a metà dicembre, ma l'ha annullata e, il 21 dicembre, ha emesso direttamente una sentenza di condanna nei suoi confronti, a tre anni di prigione.