(Minghui.org) "Le praticanti del Falun Gong che, quando arrivano qui non sono state ancora trasformate, quando se ne andranno saranno mentalmente disorientate. Loro (le autorità carcerarie) non vi permetteranno mai di uscire sane di mente, a meno che non rinunciate alla vostra fede!".

Queste parole sono state pronunciate da una detenuta del carcere femminile di Chengdu, che ha partecipato alla persecuzione delle praticanti del Falun Gong.

La prigione femminile di Chengdu era precedentemente conosciuta come prigione femminile di Chuanxi, prima di essere rinominata prigione di Binjiang e, in seguito, nel 2006, prigione femminile di Chengdu. Questo è il luogo in cui vengono imprigionate le praticanti del Falun Gong della provincia del Sichuan. È il luogo dove vengono torturate: sono sottoposte a percosse, a scosse elettriche, vengono ammanettate, legate e viene loro praticata l’alimentazione forzata. Vengono loro somministrate droghe sconosciute, pungolate con aghi, sbattute contro il muro, rinchiuse in cella d’isolamento, esposte al gelo d'inverno o al sole cocente d'estate, costrette a restare in posizione eretta per lunghe ore, sottoposte al prelievo forzato di sangue e private del diritto di visita.

Secondo le informazioni raccolte da Minghui, dal 20 luglio 1999, data d’inizio della persecuzione del Falun Gong, almeno 21 praticanti sono state perseguitate a morte in questa struttura. Almeno 11 sono diventate disabili o hanno sviluppato disturbi mentali, come conseguenza diretta delle torture subite.

Nel gennaio 2019 la detenuta Yang Chunhua ha raccontato alla praticante Hu Runlian del 4° reparto che la guardia di turno aveva dato un farmaco sconosciuto alla detenuta Fu Min, incaricata di consegnare i pasti a Hu nella sua cella, perché non le era consentito mangiare in mensa. Fu metteva le pillole in una bottiglietta d'acqua e aggiungeva il liquido al cibo della donna. Alla fine il farmaco ha causato a Hu un disturbo mentale.

Anche un’altra praticante ha visto Fu mettere di nascosto una pillola in una bottiglietta. Quando si è resa conto di essere osservata, Fu ha nascosto rapidamente la bottiglia.

A tutte le praticanti del 4° reparto che rifiutano di rinunciare al Falun Gong, vengono somministrati farmaci sconosciuti. Le guardie affermano che le praticanti sono malate e istruiscono le altre detenute a sciogliere nell’acqua pillole dannose per il sistema nervoso e ad aggiungere il liquido al cibo delle praticanti. Col tempo, molte di loro sono diventate disorientate e alla fine sono state costrette a rinunciare al Falun Gong.

La detenuta Liu Wenzhen ha detto a una praticante: "Le praticanti del Falun Gong che non si sono trasformate dopo essere venute qui, quando se ne andranno saranno mentalmente disorientate. Le autorità carcerarie non ti permetteranno mai di uscire da qui sana di mente, a meno che tu non rinunci alla tua fede".

Nei mesi di febbraio e marzo 2019 questa praticante ha visto personalmente Liu o altre detenute che mettevano una pillola in una bottiglia piena d'acqua e poi mescolavano il liquido nel cibo che veniva dato alla praticante Peng Shiqiong.

Quando Lan Xianghua è stata ammessa in prigione, il capitano del 4° reparto ha detto: "In meno di sei mesi, le sue condizioni saranno uguali a quelle dell'ultima volta". L'ultima volta che è stata rilasciata dal carcere femminile di Chengdu, la donna era mentalmente disorientata. Si è ripresa dopo aver praticato il Falun Gong. Tuttavia, in meno di un anno, è stata nuovamente arrestata e condannata.

Molte persone hanno visto Liu e altre detenute sciogliere pillole nell'acqua e qualcuno ha chiesto cosa stessero facendo. La detenuta ha indicato Lan, spiegando che il farmaco era per lei.

Di solito la detenuta aggiungeva il farmaco all'acqua di Lan al mattino, quindi lo metteva nel pranzo e nella cena. Il suo cibo veniva preparato separatamente, con la scusa che gliene veniva dato di più. In due diverse occasioni due praticanti hanno ricordato a Lan di prestare attenzione al cibo, ma lei non ha risposto. Non è chiaro se il farmaco avesse già avuto effetto su di lei. Poco dopo la donna ha incominciato a sentirsi confusa.

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