(Minghui.org) (Continua dalla Parte 1)

Durante il periodo delle Primavere e degli Autunni, la gente considerava la ricerca del Tao il tema principale della propria vita. Sia la gente comune che gli eruditi burocrati consideravano la scoperta della verità come lo scopo ultimo della vita. Chi aderiva al Tao era tenuto in grande considerazione, mentre chi se ne discostava era considerato una persona smarrita.

Illuminazione da due conversazioni con Confucio

Una volta Confucio portò Zigong a visitare un tempio ancestrale nello stato di Lu. Chiese a Zigong di versare dell’acqua in un recipiente chiamato 宥卮 (yòu zhī), noto anche come 欹器 (qíqì), un’invenzione dello Stato di Lu per l’irrigazione. Quando questo recipiente era pieno, si inclinava per far uscire l’acqua.

Zigong vi versava l’acqua. Quando il recipiente era vuoto, era leggermente inclinato e si raddrizzava una volta che aveva una certa quantità d’acqua. Confucio disse a Zigong di continuare a versare l’acqua oltre questo punto. Improvvisamente, quando l’acqua raggiunse il bordo del recipiente, questo si rovesciò.

Zigong rimase perplesso e chiese a Confucio perché si fosse rovesciato.

“Ogni cosa al mondo declinerà dopo aver ha raggiunto la sua estrema prosperità”, spiegò Confucio, “dal fondo della sventura nasce la beatitudine; il crepuscolo arriva dopo il tramonto e la luna calerà dopo essere cresciuta. Pertanto, un uomo saggio dovrebbe imparare a essere un po’ stupido, e chi ha talento dovrebbe imparare a essere umile. Coloro che sono forti e coraggiosi dovrebbero imparare ad avere soggezione degli altri, mentre i ricchi e i nobili dovrebbero comprendere i principi dell’essere semplici e sobri”.

Le parole di Confucio furono ispiratrici per Zigong, che apprezzò profondamente le disposizioni del suo venerato maestro.

Confucio raccontò anche a Zigong che, quando era giovane, una volta chiese a Lao Zi (Lao Tzu) cosa significasse ‘decoro’. Lao Zi rispose che solo quando le persone hanno moderazione nei momenti favorevoli, possono vivere a lungo. Queste parole sono semplici ma dal significato molto profondo.

Un detto dice che “né la povertà né una condizione umile sono in grado di far deviare dai principi”, perché si può rimanere fedeli alla propria morale stringendo i denti nelle difficoltà. Un altro detto dice che “né le ricchezze né le onorificenze hanno il potere di corrompere”; questo significa che bisogna prendere alla leggera i desideri e il potere. Una persona dovrebbe essere benevola e parsimoniosa anche quando è ricca e benestante, pur rimanendo calma e umile. Queste sono le diverse manifestazioni della padronanza di sé, che a lungo andare, renderanno felici le persone.

Zigong era estremamente intelligente e desideroso di imparare. Dopo essere tornato, cominciò a riflettere su ciò che Confucio gli aveva detto. Qualche tempo dopo, andò di nuovo a chiedere consiglio al proprio maestro.

Chiese a Confucio: “Come valuteresti un uomo che, pur essendo povero, non lusinga e di un uomo che, pur essendo ricco, non è arrogante?”

“Vanno bene, ma non sono all’altezza di un uomo che, pur essendo povero, è contento e di un uomo che, pur essendo ricco, si attiene alle regole del decoro”, rispose Confucio.

Zigong fu estremamente felice di ascoltare le parole di Confucio, sentendo di avere compiuto un altro passo verso la verità.

“Proprio come è detto nel Libro di Poesia: ‘Come si taglia e poi si lima, come si scolpisce e poi si lucida’”, disse Zigong al suo maestro, riferendosi al fatto che bisogna perfezionarsi costantemente nella coltivazione del proprio sé.

Confucio fu soddisfatto della comprensione di Zigong e disse: “Con una persona come Ci (Zigong), posso iniziare a parlare delle odi. Gli ho detto un punto e ha compreso la giusta progressione.”

Promuovere il bene, smascherare il male

Per tutta la vita, Confucio ha perseguito la moderazione e il ritorno al decoro, ritenendo che il mondo sarebbe tornato alla gentilezza dopo che le persone avessero osservato l’autocontrollo e le buone maniere e che non ci si potesse affermare nella società senza aver appreso la norma del decoro.

Il rispetto per la morale confuciana e la ricerca della perfezione caratteriale conferirono a Zigong un carattere nobile e un’essenza spirituale. Promosse sempre ciò che di buono ci fosse nelle persone e non nascose mai ciò che fosse moralmente sbagliato.

Zigong avanzò molte proposte politiche sul “decoro”, molte delle quali divennero poi lo standard di etichetta tra le persone e persino tra gli Stati, nel corso dei secoli. Alcuni di questi assiomi sono noti ancora oggi, come “Il sapiente conosce le persone, il magnanimo ama le persone” e “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stesso.”

Zigong disse anche: “Il decoro è una questione di vita o di morte”. Egli considerava la correttezza come qualcosa di intimamente legato alla gestione di una società.

Dopo la morte di Confucio, il duca Ai di Lu andò a porgere le proprie condoglianze, ma fu rifiutato da Zigong: “Quando il mio maestro era vivo, non lo avete nominato a una posizione importante. Ora che se n’è andato, perché sei venuto qui? Non sei ipocrita? È in linea con le buone maniere?”

In effetti, Zigong era uno statista schietto, che avrebbe rispettato la correttezza anche quando parlava con un monarca che non lo era stato.

Zigong si opponeva anche al trattamento duro del popolo da parte dei governanti. Parlò molto bene del governo benevolo di Zichan nello Stato di Zheng, che conquistò il cuore del popolo. Zichan fu ministro capo per molti anni e quando morì di malattia “i funzionari piansero a corte, i mercanti nei loro negozi e i contadini piansero nei campi.”

Egli credeva che se coloro che detenevano il potere avessero punito ciecamente le persone senza istruirle con correttezza, sarebbe stato un atto crudele, come disse una volta il suo maestro Confucio: “Punire le persone senza istruirle prima è un atto da banditi.”

Confucio disse anche: “Un buon governo deve avere sufficienti riserve di cibo, sufficienti armamenti e la fiducia del popolo.”

Zigong gli chiese: “Se si deve rinunciare a una delle tre cose, quale dovrebbe essere lasciata fuori per prima?”

“Lasciate fuori gli armamenti”, rispose Confucio.

“Se si deve comunque toglierne uno, quale si dovrebbe lasciare andare?” Zigong chiese di nuovo.

“Lasciare perdere le riserve di cibo. Fin dai tempi antichi, tutti gli uomini muoiono alla fine, ma senza la fiducia del popolo, il governo non potrà reggere”, rispose il suo maestro.

Si dice che ci siano tre tipi di persone che Zigong disprezzava: quelli che copiano gli altri ma si credono intelligenti; quelli che non sono umili ma si credono coraggiosi; quelli che attaccano gli altri e si credono onesti. Tuttavia, si può dire che uno dei difetti di Zigong sia la mancanza di empatia. Secondo quanto riportato nei Dialoghi, Confucio gli ricordò tre volte di essere più ‘indulgente’.

Epilogo

Zigong praticava la benevolenza nel confucianesimo, non solo per l’auto-coltivazione ma anche per beneficiare la società. Era ben preparato sia in politica che negli affari, univa benevolenza e saggezza, merito e bene sociale, dibattiti eloquenti e pacificazione.

Fece affari tra gli Stati di Cao e Lu, viaggiando in vari Stati intermedi e aiutando un gran numero di persone. Divenne anche un eccellente politico e un uomo d’affari, noto per le sue pregevoli qualità di gentilezza, affidabilità e saggezza.

Nel 27° anno di Kaiyuan (739 AD) della dinastia Tang, Zigong fu soprannominato postumo Marchese di Li. Durante la dinastia Song, nel 1009 AD, gli furono conferiti i titoli di Duca di Liyang e Duca di Li, che fu cambiato in “il Saggio Duanmu Zi” nel 9° anno di Jiajing della dinastia Ming.

(Fine)