(Minghui.org) Una donna di 62 anni della contea di Mian, nella provincia dello Shaanxi, sta affrontando un processo per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Lo scorso 8 settembre la dottoressa Xue Lijun, pensionata dell’ospedale materno-infantile della contea di Mian, è stata arrestata nella propria abitazione. Gli agenti le hanno confiscato il computer, i lettori musicali, i libri e il materiale informativo del Falun Gong, oltre ad altri oggetti di valore. Le sono stati inflitti 15 giorni di detenzione amministrativa, trascorsi nel centro di detenzione della contea di Mian, tuttavia il 15° giorno (22 settembre) non è stata rilasciata. È stata invece trasferita al centro di detenzione di Hantai, nella città di Hanzhong (che controlla la contea di Mian). Secondo alcuni addetti ai lavori, la polizia sta cercando di incriminarla per la sua fede.

Non è la prima volta che Xue viene presa di mira per le sue convinzioni. In passato è stata arrestata diverse volte e tenuta in un campo di lavoro per tre anni. Sotto pressione, il marito ha divorziato e il fratello minore l’ha disconosciuta come sorella. Dopo anni di paura, suo padre è deceduto.

Di seguito è riportato un riepilogo delle passate persecuzioni della dottoressa Xue.

Nel mese di marzo del 2000 Xue e altri 24 praticanti della contea di Mian sono stati arrestati, mentre stavano ascoltando insieme le audiocassette delle conferenze del Maestro. La donna è stata trattenuta in un albergo per un giorno, prima di essere incarcerata per 15 giorni nel centro di detenzione della contea di Mian. In seguito è stata trasferita in un centro per il lavaggio del cervello, dove è stata trattenuta per un periodo di tempo imprecisato.

Nel mese di maggio 2002 la dottoressa Xue e altri 12 praticanti hanno scritto una lettera al Congresso del Popolo, nella quale spiegavano l’illegalità della persecuzione. La lettera è stata inoltrata all’Ufficio 610 locale, che ha inviato degli agenti per arrestarli. Dopo diversi giorni di interrogatorio e torture in un hotel, tutti e 13 i praticanti sono stati sottoposti ai lavori forzati. A Xue sono stati inflitti tre anni.

Nel campo di lavoro forzato femminile della provincia dello Shaanxi, le è stato ordinato di leggere, guardare o ascoltare propaganda diffamatoria contro il Falun Gong. Xue ha tenuto fede alle sue convinzioni ed è stata sottoposta a varie forme di abusi. Una volta è stata privata del sonno per 24 ore e altre volte è stata tenuta in cella d’isolamento. Di tanto in tanto veniva anche picchiata. Una volta è stata ferita gravemente alla testa e ha perso molto sangue. Per protestare, la donna ha iniziato uno sciopero della fame ed è stata nutrita a forza. Le guardie le hanno inserito per sbaglio il tubo di alimentazione nella trachea e l’hanno quasi soffocata.

Suo padre ha sofferto di cancro allo stomaco ed è deceduto mentre lei era ancora nel campo di lavoro.

All’inizio del 2005, non molto tempo dopo il suo rilascio, il marito ha chiesto il divorzio. La suocera le ha portato via tutti i mobili e le necessità quotidiane, allontanando lei e la figlia, che frequentava ancora la scuola media.

Il 3 luglio 2007 Xue è stata arrestata sul posto di lavoro da più di una dozzina di agenti, tra cui Wang Weibin (vicedirettore del Dipartimento di polizia della contea di Mian), il capitano Wang Jing dell’Ufficio per la sicurezza interna, il capo Zhu Zhenhai della stazione di polizia di Huangsha e l’agente dell’Ufficio 610, Yan Haiqing.

La polizia ha fatto irruzione nella sua abitazione prima di portarla al centro di detenzione della contea di Mian per essere interrogata. Gli agenti l’hanno immobilizzata su una sedia di ferro con le mani ammanettate e i piedi, incatenati, sollevati da terra. Per due giorni consecutivi non le è stato permesso di alzarsi dalla sedia e ha dovuto fare i suoi bisogni nei pantaloni. Per sette giorni ha fatto uno sciopero della fame, in segno di protesta, ed è diventata molto debole. È stata quindi portata all’ospedale per essere soccorsa d’urgenza.

Qualche giorno dopo essere stata dimessa, la polizia le ha consegnato un avviso di lavori forzati in cui si diceva che avrebbe dovuto scontare la sua pena (sconosciuta) ai domiciliari. Lei lo ha strappato. Il direttore dell’ospedale le ha chiesto di scrivere una promessa di non praticare il Falun Gong e lei gli ha dato un volantino sull’illegalità della persecuzione del Falun Gong.

Dopo che Xue è tornata a casa, il presidente dell’ospedale non le ha permesso di riprendere il lavoro per molto tempo, causandole grandi difficoltà economiche.

Il 12 gennaio 2018 la polizia della brigata criminale della contea di Mian ha fatto irruzione nel suo appartamento e le ha confiscato i libri del Falun Gong, i dispositivi elettronici e altri effetti personali. Più tardi è stata portata alla brigata di polizia, dove è stata trattenuta per quasi 30 ore, prima di essere rilasciata intorno alle 19:00 del giorno successivo.

Il 3 giugno 2021 tre agenti della stazione di polizia di Chengxi, nella contea di Mian, hanno fatto improvvisamente irruzione a casa di Xue e le hanno confiscato i libri del Falun Gong e il ritratto del suo fondatore. Hanno anche scattato delle foto della sua abitazione e le hanno ordinato di compilare dei moduli, ma lei non ha obbedito.

Un giorno, alla fine di settembre dell’anno scorso, dopo che la dottoressa è tornata a casa, i suoi vicini le hanno detto che sei persone erano venute a cercarla. Hanno bussato alla sua porta sostenendo di essere lì per controllare lo stato del suo test COVID-19. Hanno chiesto ai vicini informazioni sulla sua situazione e sui suoi spostamenti. Uno degli agenti è andato nella stanza dell’acqua (dove si trovano le valvole principali di ogni unità abitativa). Solo allora la dottoressa Xue si è resa conto del motivo per cui non aveva acqua dopo essere tornata a casa. Erano stati gli agenti a chiuderle la conduttura .

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