(Minghui.org) Dal momento del suo arresto, avvenuto il 20 settembre scorso, una donna di 78 anni residente a Shenyang, nella provincia del Liaoning, si trova nel primo centro di detenzione locale per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Secondo un testimone oculare, intorno alle 8:00 del mattino Zhang Yujin, professoressa in pensione dell’Università Ligong di Shenyang, è stata vista fuori dal suo appartamento, quando si è fermata una volante della polizia (un mini-van bianco). Di lì a poco è arrivata una berlina nera, con targa privata, dalla quale sono scesi due uomini vestiti di nero, che hanno parlato con Zhang e sono entrati con lei nel condominio.

Circa mezz’ora dopo si è fermata un’altra volante della polizia (una berlina bianca). Un agente è sceso e ha fatto una telefonata. I due uomini vestiti di nero hanno scortato la donna e un ragazzo di circa 17 o 18 anni fuori dall’edificio. Il vicino, testimone oculare, non ha riconosciuto il ragazzo come membro della famiglia di Zhang. Gli agenti sono stati anche visti caricare le proprie autovetture con gli oggetti confiscati a casa della donna.

Intorno alle 9:30, il testimone oculare ha visto arrivare un’altra volante che si è allontanata con i primi tre veicoli (il mini-van bianco, l’auto privata nera e la berlina bianca).

Secondo gli addetti ai lavori, gli agenti che hanno effettuato l’arresto provenivano dalla stazione di polizia di Wanlian, nel distretto di Shenhe della città di Shenyang. Hanno portato Zhang al primo centro di detenzione locale, dove si trova tuttora.

Zhang attribuisce al Falun Gong il merito di averle permesso di vivere senza malattie, ma negli ultimi 24 anni è stata ripetutamente presa di mira per la sua fede. In particolare, ha scontato due periodi di lavoro forzato per un totale di quattro anni.

Intraprendere il Falun Gong

Prima dei sei anni Zhang non riusciva a stare seduta; soffriva anche di scoliosi (colonna vertebrale incurvata) e di deformità facciale. Una volta cresciuta, determinata ad avere un corpo forte e sano, ha prestato particolare attenzione alla dieta e all’esercizio fisico. Nonostante i suoi sforzi per mantenersi in forma, ha finito per soffrire di una strana patologia che la portava a vomitare violentemente e senza motivo. La situazione peggiorava dopo i pasti: vomitava tutto ciò che aveva mangiato e anche la bile. A causa dei violenti episodi di vomito, l’esofago era ferito e sanguinante; tutto il corpo era in preda agli spasmi. Zhang si è rivolta a un medico, ma non è servito.

Nel giugno 1997, tuttavia, la sua strana patologia è scomparsa, poco dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong. Anche gli altri sintomi sono scomparsi e ha potuto godere di una vita senza malattie.

Come professoressa di educazione fisica, ha inserito il Falun Gong nel suo programma di studi, che è piaciuto molto ai suoi studenti. Anche l’amministrazione della sua scuola è stata di grande sostegno e le ha fornito l’attrezzatura audio e video per allestire un sito di esercizi del Falun Gong nel campus.

Zhang ha anche riferito di aver imparato a essere una persona migliore seguendo i principi del Falun Gong di Verità, Compassione e Tolleranza. Per 18 anni aveva provato risentimento nei confronti della suocera, ma dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong ha capito che avrebbe dovuto essere una nuora rispettosa. Ha detto a suo marito che voleva andare a trovare sua madre. L’uomo, sorpreso, le ha chiesto: “Non odi più mia madre?”.

Presi di mira dopo l’appello pacifico del 25 aprile

Dopo che, il 25 aprile 1999, 10.000 praticanti del Falun Gong hanno organizzato un appello pacifico davanti all’Ufficio ricorsi del Consiglio di Stato a Pechino, l’allora leader del regime comunista Jiang Zemin ha emesso un ordine segreto, a tutte le agenzie governative e alle imprese statali, di indagare sui loro dipendenti, che erano praticanti del Falun Gong. L’ordine prevedeva che i datori di lavoro si fossero adoperati affinché i dipendenti praticanti consegnassero i libri del Falun Gong e rinunciassero alla loro fede.

La scuola di Zhang le ha comunicato che non le sarebbe stato più permesso di parlare del Falun Gong nelle sue lezioni. Anche il sito di esercizi è stato visitato dalle guardie di sicurezza del campus. L’amministrazione scolastica ha avuto numerosi colloqui con lei, nel tentativo di farle abbandonare il Falun Gong.

Nel settembre 1999 arrestata a Pechino

Il 20 luglio 1999 Jiang Zemin ha lanciato formalmente la persecuzione del Falun Gong. All’inizio di settembre, quando è iniziato il nuovo anno scolastico, la scuola dove Zhang insegnava le ha ordinato di rinunciare alla sua fede, altrimenti non avrebbe ottenuto i benefici pensionistici.

Zhang non ha ceduto e pochi giorni dopo si è recata a Pechino per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong. È stata arrestata e portata all’Ufficio di collegamento del governo di Shenyang a Pechino. Due giorni dopo, l’ufficiale Zhao della stazione di polizia di Wulihe a Shenyang e il direttore Zhang del dipartimento di sicurezza pubblica della sua scuola sono andati a prelevarla nella capitale cinese. Le hanno mentito dicendo che, una volta arrivati a Shenyang, l’avrebbero lasciata a scuola, invece è stata portata direttamente al dipartimento di polizia del distretto di Shenhe.

Zhang è scappata dal dipartimento di polizia e, sia gli agenti che gli addetti alla sicurezza della scuola le hanno dato la caccia ovunque. Hanno ordinato ai suoi familiari, ai suoceri, ai parenti e ai vicini di avvisare gli agenti, non appena l’avessero avvistata.

La scuola ha anche inviato a Pechino due insegnanti di educazione fisica a cercarla. Nel novembre 1999 Zhang è riuscita a recarsi nella sua città natale, la città di Jinan nella provincia dello Shandong, senza essere catturata, tuttavia è stata presto arrestata, proprio a Jinan, quando si è riunita con alcuni praticanti locali del Falun Gong che aveva appena conosciuto.

La polizia ha portato la donna al centro di detenzione nº 1 della città. Non le è stato permesso di parlare con nessuno né di praticare il Falun Gong. Diversi agenti, che andavano a interrogarla ogni giorno, le hanno chiesto chi avesse organizzato il suo arrivo nella provincia dello Shandong.

Venti giorni dopo l’ufficiale Dong del dipartimento di polizia della città di Shenyang e i direttori, Zhang e Hu, del dipartimento di sicurezza pubblica della scuola dove lavorava, l’hanno prelevata dal centro di detenzione. L’hanno tenuta ammanettata per tutto il viaggio di ritorno a Shenyang, a circa 600 miglia (circa 966 chilometri) da Jinan.

La donna è stata portata direttamente al primo centro di detenzione di Shenyang, dove ogni giorno veniva interrogata su chi le avesse detto di recarsi nello Shandong.

Ogni notte Zhang veniva fatta dormire sul pavimento e presto è diventata molto debole. Una mattina, improvvisamente, non riusciva a sedersi e di tanto in tanto era confusa. Quel pomeriggio il dipartimento di polizia della città di Shenyang ha avvisato il figlio di andare a riprenderla. La donna è stata rilasciata dietro pagamento di una cauzione di 5.000 yuan (circa 660 euro).

Due anni di lavori forzati nel 2000

Nell’agosto 2000 Zhang si è recata in tipografia per fare delle copie di un volantino del Falun Gong. Il proprietario del negozio l’ha denunciata alla polizia, che l’ha portata nel centro di detenzione di Fangjialan, nel distretto di Dongling a Shenyang.

Le guardie hanno assegnato a detenuti criminali il compito di sorvegliarla, per impedirle di parlare del Falun Gong o di fare gli esercizi. Ogni tanto, per umiliarla, i detenuti la spogliavano anche degli indumenti intimi.

Zhang era costretta a dormire sul freddo pavimento di cemento e a usare un vaso da notte per fare i suoi bisogni. A volte la cella ospitava così tante persone che non riusciva nemmeno a trovare uno spazio per sdraiarsi. La stanza emanava un odore terribile.

Le guardie picchiavano e costringevano Zhang a stare in piedi o accovacciata per lunghi periodi di tempo.

Nel settembre 2000 è stata sottoposta a due anni di lavori forzati e trasferita nel campo di lavoro forzato di Masanjia.

Le guardie del campo di lavoro hanno ordinato a tutti i praticanti detenuti di sedersi su piccoli sgabelli con le mani dietro la schiena e di guardare video che diffamavano il Falun Gong e il suo fondatore. Quelli che si rifiutavano di rinunciare al Falun Gong venivano privati del sonno e delle visite dei familiari; non potevano parlare con gli altri o andare a mangiare alla mensa. Altre punizioni includevano la costrizione del praticante a restare in posizione eretta di fronte a un muro, o accovacciato per lunghi periodi di tempo.

Zhang ha detto di essersi confusa e di aver scritto una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong contro la sua volontà. In seguito le guardie le hanno ordinato di “lavorare” sui praticanti più risoluti, per verificare se avesse effettivamente rinunciato al Falun Gong.

Oltre al lavaggio del cervello, Zhang è stata costretta a fare lavori forzati per più di 10 ore al giorno senza retribuzione. Ha dovuto lavorare prodotti tossici senza un’adeguata protezione e il cibo che le veniva somministrato era ammuffito.

Nel 2003 arrestata a Jinan, nella provincia dello Shandong

Nel mese di agosto 2002 Zhang è stata rilasciata dal campo di lavoro, ma nel settembre 2003 è stata arrestata quando ha fatto visita alla sorella a Laiwu, nella provincia dello Shandong.

Durante l’arresto è stata presa a calci da un agente. Presso il dipartimento di polizia di Nanma è stata anche legata a una sedia di ferro per essere interrogata. Quando gli agenti l’hanno finalmente lasciata alzare dalla sedia, di notte, aveva un dolore lancinante alla caviglia destra. La donna è stata portata all’ospedale della contea di Yiyuan, dove le è stata riscontrata una frattura alla caviglia destra, causata dai calci dell’agente che l’aveva arrestata.

A metà ottobre 2003 i responsabili della sicurezza, Zhao e Hu della scuola di Zhang, e due agenti di polizia l’hanno prelevata e riportata a Shenyang. Sulla via del ritorno, un agente le ha dato un pugno sul naso. La donna ha visto le stelle e si è sentita stordita a lungo.

Addebito delle cure per la frattura alla caviglia causata dalla polizia

Dopo essere stata scortata a Shenyang, Zhang è stata portata al centro di detenzione di Fangjialan. Poiché non era ancora in grado di badare a se stessa, a causa della caviglia ferita, le guardie hanno detto al figlio di riportarla a casa, a condizione che scrivesse una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Lei si è rifiutata di farlo, ma è stata comunque rilasciata su cauzione. La polizia ha continuato a perseguitarla a casa, sostenendo di doverla controllare quando, in realtà, stava verificando se fosse pronta per essere riportata in custodia.

Dopo essersi ripresa un po’, Zhang si è recata a scuola e il dipartimento finanziario le ha comunicato che il dipartimento di polizia del distretto di Shenhe aveva detratto 200 yuan (circa 26 euro) dallo stipendio. Giorni dopo, il dipartimento finanziario le ha comunicato che l’ospedale della contea di Yiyuan, nella provincia dello Shandong, le aveva inviato per posta, su incarico della scuola, una fattura di oltre 3.000 yuan (circa 395 euro). Non riusciva a credere che la polizia dello Shandong avesse ordinato all’ospedale di fatturarle le cure per la caviglia rotta, quando era stato proprio un suo agente a causarle le ferite, oltre a confiscarle più di 2.000 yuan (circa 263 euro) in contanti e una scheda telefonica con un saldo di 30 yuan (circa 4 euro), che aveva nella borsa durante l’arresto.

La polizia dello Shandong non le ha mai restituito il denaro. Non è chiaro se abbia pagato la fattura medica.

Altri due anni di lavori forzati nel 2003

Per evitare ulteriori arresti, nel dicembre 2003 Zhang si è trasferita in un appartamento in affitto nel distretto di Dongling, a Shenyang. Giorni dopo è stata arrestata dagli agenti della vicina stazione di polizia di Zhulinqiao e portata al primo centro di detenzione della città.

Venti giorni dopo la polizia le ha imposto due anni di lavori forzati e l’ha trasferita nel campo di lavoro forzato di Longshan, dove è stata costretta a rinunciare alla sua fede contro la sua volontà, dopo essere stata sottoposta a percosse, privazione del sonno, scosse elettriche e umiliazioni. In seguito è stata costretta a fare lavori forzati per più di 10 ore al giorno.

Poiché l’ospedale della contea di Yiyuan, nella provincia dello Shandong, ha fatto un pessimo lavoro di riduzione della sua frattura alla caviglia, il piede e la gamba destra sono rimasti intorpiditi e freddi per mesi dopo essere stata riportata a Shenyang. La gamba le faceva così male che aveva difficoltà ad addormentarsi la sera.

Nella primavera del 2004 il campo di lavoro di Longshan l’ha trasferita al centro per il lavaggio del cervello di Zhangshi. Nell’autunno dello stesso anno il centro per il lavaggio del cervello e il campo di lavoro sono stati entrambi fusi nel campo di lavoro di Masanjia, così Zhang ha scontato lì il resto del suo mandato.

Nel 2005, dopo essere stata rilasciata, la polizia ha continuato a perseguitarla a casa e a un certo punto è stata costretta a vivere in montagna per evitare di essere molestata.

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