(Minghui.org) È stato confermato che una donna di 75 anni, della contea di Jianshui nella provincia dello Yunnan, scomparsa nel dicembre 2021, è stata arrestata e condannata per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999.
Secondo un informatore, Liao Xiuqiong è stata condannata a quattro anni ed è ora detenuta nel 9° reparto della Seconda prigione femminile della provincia dello Yunnan. Altri dettagli sul suo caso non sono chiari.
L’arresto di Liao è avvenuto meno di due anni dopo essere stata rilasciata per aver scontato una precedente condanna a quattro anni e mezzo, sempre per la sua fede.
Persecuzioni passate
Nel mese di luglio 1999 Liao ha iniziato a praticare il Falun Gong e presto è guarita dall’insonnia, dall’artrite e da altri problemi fisici. Sebbene avesse pochissima istruzione, è miracolosamente riuscita a leggere lo Zhuan Falun, il principale libro degli insegnamenti del Falun Gong.
Suo marito, Li Baoyi, che era stato costretto a letto e disabile per anni, è stato ispirato dalle esperienze positive della moglie. Dopo aver iniziato a leggere e ad ascoltare gli insegnamenti del Falun Gong, è stato presto in grado di alzarsi dal letto e di svolgere nuovamente i lavori agricoli. I coniugi hanno ritrovato la gioia e la speranza nella vita.
Dopo l’inizio della persecuzione sono stati arrestati molte volte, per aver sostenuto la loro fede condivisa. Nel luglio 2004 Liao è stata arrestata e tenuta in un centro per il lavaggio del cervello. Il 12 gennaio 2005 è stata nuovamente arrestata, quando si è recata alla stazione di polizia di Chenguan, per chiedere agli agenti di smettere di perseguitare il Falun Gong. Le sono stati inflitti tre anni di lavori forzati ed è stata brutalmente torturata nel campo di lavoro femminile di Dabanqiao. Una volta è stata tenuta in cella d’isolamento per sei mesi di seguito. È stata anche costretta a fare lavori forzati senza retribuzione. Nel gennaio 2007 Liao è stata rilasciata.
Alla fine di giugno 2009 ha consegnato una lettera alla stazione di polizia di Chenguan e al comitato del suo villaggio, per spiegare come ha tratto beneficio dal Falun Gong e ha raccontare le sue passate persecuzioni. Per ritorsione, le autorità hanno fatto irruzione nella sua abitazione e le hanno confiscato tutti i libri del Falun Gong. La donna è riuscita a evitare l’arresto perché, quando è arrivata la polizia, stava lavorando nei campi.
Il giorno dopo Liao si è recata alla stazione di polizia, chiedendo la restituzione dei suoi libri del Falun Gong. Gli agenti hanno risposto che dovevano chiedere istruzioni ai loro superiori. Il giorno dopo i coniugi sono tornati alla stazione di polizia e, questa volta, è stato detto loro che i libri del Falun Gong erano stati consegnati ai superiori. Il quarto giorno, quando Liao si è recata di nuovo alla stazione di polizia, è stata arrestata, trattenuta per 15 giorni e, dopo essere stata rilasciata, è stata messa agli arresti domiciliari.
Alla fine di agosto 2009 la donna è stata costretta a vivere da sfollata, per evitare le continue vessazioni. In seguito la polizia ha perseguitato il marito, ogni giorno, chiedendo di sapere dove si trovasse Liao. L’uomo, cedendo alle sistematiche pressioni, è deceduto meno di due mesi dopo, a metà del mese di ottobre 2009.
Il 15 marzo 2016 Liao è stata nuovamente arrestata per aver parlato alla gente del Falun Gong. È stata rinchiusa nel centro di detenzione di Caoba, nella contea di Mengzi. Il 15 dicembre 2016 il tribunale della contea di Jianshui l’ha condannata a quattro anni e mezzo di prigione e multata di 13.000 yuan (circa 1.715 euro). Nel gennaio 2017 è stata portata nella Seconda prigione femminile della provincia dello Yunnan e successivamente è stata detenuta nei reparti 9° e 7°, dove è stata torturata, costretta a lavorare senza retribuzione e sorvegliata dalle detenute 24 ore su 24.
Verso la metà di gennaio 2020 Liao è stata rilasciata ma, nel dicembre 2021, è stata nuovamente arrestata per aver sensibilizzato l’opinione pubblica sulla persecuzione del Falun Gong.
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