(Minghui.org) Una donna di 48 anni, residente a Qinhuangdao nella provincia dell’Hebei, è stata incriminata per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il 14 luglio scorso Liang Jun è stata arrestata e, il 17 agosto, è stato emesso un mandato di arresto formale nei suoi confronti. La Procura del distretto di Haigang sta per presentare le accuse contro di lei.

Presa di mira settimane prima dell’arresto

L’arresto di Liang è scaturito da un viaggio da lei compiuto il 26 giugno scorso, presso il Dipartimento di polizia distrettuale di Beidaihe nella città di Qinhuangdao. Quel giorno, lei, Hong Yanrong e Yu Shuyun hanno accompagnato Ni Guiyun, di 78 anni, al dipartimento per presentare lettere e informazioni che invitavano la polizia a non perseguire Ni per la sua fede nel Falun Gong.

Poco dopo il loro ritorno a casa Liang, Hong e Yu sono state molestate. Il 14 luglio scorso Liang e Hong sono state arrestate e sono tuttora detenute. Yu ha evitato l’arresto, in quanto non si trovava in casa quando sono arrivati gli agenti. Una quinta praticante, Gong Junmei, è stata arrestata durante una visita a Liang, mentre la polizia stava ancora perquisendo la sua abitazione. Gong è stata rilasciata in serata, a causa delle sue cattive condizioni di salute.

Secondo alcuni addetti ai lavori, le autorità hanno preso di mira Liang, Hong e Yu perché temevano che i praticanti del Falun Gong si stessero riunendo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla persecuzione, in vista dell’incontro annuale di Beidaihe (noto anche come vertice estivo del regime comunista), che si sarebbe tenuto all’inizio di agosto nel distretto di Beidaihe. È prassi comune che, prima di importanti incontri politici, come il vertice estivo, e in occasione di anniversari legati al Falun Gong, il regime intensifichi la persecuzione dei praticanti.

Dettagli dell’arresto di Liang

Lo scorso 14 luglio Liang, residente nel distretto di Haigang della città di Qinhuangdao, si è recata a una fiera nel distretto di Funing della stessa città. Intorno alle 9:00 del mattino stava parlando del Falun Gong con altri frequentatori della fiera, quando un agente in borghese l’ha notata e ha chiamato due auto della polizia. La donna è stata ammanettata e portata alla stazione di polizia di Fentuo, nel distretto di Funing.

Gli agenti hanno anche rimorchiato la sua auto e le hanno confiscato i libri del Falun Gong e 3.000 yuan (circa 393 euro) in contanti.

Non appena Liang è stata portata all’interno della stazione di polizia di Fentuo, un’agente in borghese si è avvicinata per schiaffeggiarla e prenderla a calci. Inoltre l’ha sgridata: “Perché non ti uccidi?”.

Quando ha usato la toilette, l’agente donna ha intenzionalmente tenuto aperta la porta del bagno. In seguito, tre agenti maschi in uniforme l’hanno portata in una stanza senza telecamere di sorveglianza, l’hanno fatta sedere su una sedia e le hanno ordinato di abbassare la testa con la frangia che le copriva gli occhi, in modo che non potesse vedere chi la picchiava di più. Gli agenti hanno iniziato a colpirla e a prenderla a calci, continuando per quasi 20 minuti. Liang sentiva che la sua testa stava per esplodere. Aveva il volto e le braccia coperti di lividi.

Dopo il pestaggio, ha notato che uno degli agenti, che portava gli occhiali, aveva circa 40 anni ed era alto circa 1 metro e 90 centimetri con il numero di distintivo 097652. Gli altri due agenti avevano circa 20 anni e non avevano alcun distintivo.

Dopo le percosse i due agenti più giovani hanno lasciato la stanza. Dopo un po’, l’agente con gli occhiali ha costretto Liang a sedersi a terra, le ha spostato le mani ammanettate sopra la testa e sulla schiena, dopodiché si è seduto su una sedia rialzata e le ha calpestato le manette per più di 10 minuti, provocandole un dolore lancinante.

A mezzogiorno la stazione di polizia di Fentuo ha consegnato la donna all’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Haigang. Verso la stessa ora, un altro gruppo di agenti si è recato presso la sua abitazione con la chiave confiscata.

La figlia, una studentessa universitaria in pausa estiva, si trovava in casa. Vedendo che l’appartamento non era disabitato, la polizia se n’è andata ed è tornata due ore dopo con un mandato di perquisizione e il personale addetto alla gestione della proprietà. Gli agenti hanno fatto irruzione nell’abitazione di Liang e le hanno confiscato i libri del Falun Gong, due computer portatili e altri effetti personali.

La polizia ha prodotto una lista di oggetti confiscati e ha fatto firmare il documento a un dipendente dell’ufficio di gestione della proprietà, invece che alla figlia della donna.

Quella sera, Liang è stata portata all’ospedale della polizia distrettuale di Haigang per un esame fisico. Quando la figlia si è recata a trovarla, la studentessa ha notato che una poliziotta era molto scortese e ha detto all’agente: “Signora, la prego di non trattare mia madre in questo modo. È una brava persona”. L’agente ha cambiato atteggiamento e ha lasciato la stanza dell’ospedale. Anche i pochi agenti maschi presenti se ne sono andati.

Più tardi la figlia di Liang ha parlato con Han Feng (+86-16603350451 e +86-3353063419), vice-capo dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Haigang. Egli ha affermato di non avere voce in capitolo e di aver già spedito la notifica di detenzione, ma la figlia della donna non ha ricevuto nulla per posta. Han si è anche rifiutato di rivelare chi fosse il responsabile del caso o di fornire ulteriori informazioni.

Liang ha chiesto alla figlia di assumere un avvocato e lei lo ha subito contattato. L’avvocato, che ha fatto visita a Liang, ha riferito che era di buon umore. Il 9 agosto ha presentato i documenti ad Han, che si è comunque rifiutato di fornire ulteriori aggiornamenti. Ha affermato di non essere interessato a nessuna legge e ha indirizzato l’avvocato al locale ufficio giudiziario. L’ufficio ha risposto che il caso non era di loro competenza e quindi non aveva aggiornamenti da offrire.

Il 10 agosto la polizia ha presentato il caso al procuratore del distretto di Haigang, Li Yulu di 50 anni, che ha detto all’avvocato di Liang che la libertà di credo era diventata obsoleta e che avrebbe comunque perseguito la donna, in quanto il governo aveva vietato il Falun Gong.

Il 17 agosto l’ufficiale Zhao Jun dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Haigang ha chiamato la figlia di Liang per chiederle di ritirare il mandato di arresto della madre.

La figlia chiede il rilascio della madre

La figlia di Liang ha raccontato come la madre le abbia insegnato a essere una brava persona e ha chiesto il suo rilascio. Ha scritto:

“Più di 10 anni fa i miei genitori hanno divorziato. Mio padre si è risposato e non si è mai preso cura di me. Mia madre mi ha cresciuta da sola e le voglio molto bene!”.

“Da piccola ero molto cattiva e mia madre usava vari mezzi per disciplinarmi, ma niente funzionava davvero. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, ha imparato a usare i suoi principi di Verità-Compassione-Tolleranza per guidarmi. Gradualmente ho imparato a essere gentile, premurosa e tollerante”.

“Mio padre non mi ha mai dato il suo nuovo indirizzo, perché non voleva che andassi a trovarlo. Una volta ero a casa dei miei genitori paterni quando lui e la sua nuova moglie sono venuti a trovarmi. Mi mancava molto e, quando ho notato che era dimagrito, mi sono preoccupata molto. Gli ho chiesto perché fosse così magro e questo ha fatto arrabbiare sua moglie, che è andata su tutte le furie e ha distrutto alcune cose. Ero sbalordita! Non potevo credere che l’avesse fatto davanti ai miei nonni. Volevo litigare con lei, ma sono riuscita a reprimere la mia rabbia”.

“Al ritorno a casa ero ancora molto scossa. Mia madre mi ha ricordato di essere tollerante e di pensare dalla prospettiva della mia matrigna. Avrebbe potuto fraintendere la mia preoccupazione per mio padre come un’accusa nei suoi confronti, per non essersi presa cura di suo marito”.

“Ero grata a mia madre per aver imparato il Falun Gong e a sua volta mi ha insegnato a essere una brava persona. Mi sono sentita fortunata, perché non ho acquisito molte cattive abitudini, come quelle di bere e fumare, come molti ragazzi della mia età”.

“Sono ancora all’università e con mia madre in prigione non so nemmeno dove trovare i soldi per pagare la retta e le spese quotidiane. Chiedo il suo immediato rilascio. Non c’è niente di male nel seguire i principi di Verità-Compassione-Tolleranza e nell’essere una brava persona”.

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