(Minghui.org) Dallo scorso aprile a una residente della città di Dengta sono state negate le visite dei familiari, e ha subito varie forme di abuso da quando è stata incarcerata nella seconda prigione femminile della provincia del Liaoning per scontare una pena sconosciuta.

Il 18 settembre 2021 Sui Boqin, di 57 anni circa, è stata arrestata per aver praticato il Falun Gong, una disciplina per il benessere della mente e del corpo perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Ha trascorso un anno e mezzo nel centro di detenzione della città di Liaoyang prima di essere trasferita in carcere. I dettagli dell’incriminazione, del processo e della sentenza sono in corso di accertamento.

Non è la prima volta che Sui viene condannata per aver praticato il Falun Gong. L’11 maggio 2016 era stata arrestata da sei agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna della città di Dengta, tra cui Li Chenglin. Gli agenti hanno fatto irruzione nella sua abitazione e le hanno confiscato il computer, la stampante e i libri sul Falun Gong, per poi portarla al centro di detenzione della città di Liaoyang. Il 22 novembre il giudice Huang Yuefa, del tribunale della città di Dengta, l’ha condannata al carcere con una pena sconosciuta.

Torturata da una truffatrice condannata

Sui è stata assegnata a una cella guidata da Luan Ling, una criminale condannata per frode a cui le guardie hanno dato libero sfogo per torturare le praticanti del Falun Gong, senza subire alcuna conseguenza.

Durante il mese di aprile, non molto tempo dopo che è stata ammessa in prigione, Luan l’ha colpita con un pugno alla testa, provocandole lividi ovunque sul viso, Luan l’ha anche presa a calci nella parte inferiore del corpo, provocandole gravi gonfiori e lividi. In un’altra occasione Luan l’ha colpita alla testa con una spazzola da scarpe; la donna ha sanguinato abbondantemente macchiando i vestiti.

Luan ha trascinato il piumino di Sui nel bagno e lo ha immerso nell’acqua sporca sul pavimento, poi ha versato acqua fredda sul piumino prima di riportarlo in cella. Ha preso i vestiti di Sui e li ha gettati via, la notte non aveva altra scelta che dormire sotto il piumone freddo e bagnato.

Quando Sui protestava contro le violenze e gli abusi, Luan diceva che stava facendo ciò che il governo le aveva ordinato di fare. Una volta ha colpito un’altra praticante sulla testa con una bacinella e ha frustato una terza praticante con una gruccia per i vestiti.

Un solo pasto al giorno

Le guardie costringevano Sui a fare lavori forzati durante il giorno. Mentre alle detenute venivano offerti la colazione e il pranzo presso il laboratorio, alla donna non era consentito andare a prendere il cibo alla mensa e poteva cenare solo dopo essere tornata in cella. Ben presto si è ridotta a pelle e ossa.

Costretta a stare in piedi per oltre 12 ore al giorno

Le guardie permettevano alle altre detenute di sedersi e svolgere i compiti loro assegnati nell’officina, ma Sui doveva stare in piedi per più di 10 ore durante il giorno, per finire la sua quota di lavoro. La sera, dopo essere tornata in cella, era costretta a stare in piedi per altre due o tre ore, come punizione per essersi rifiutata di rinunciare al Falun Gong.

Le gambe e i piedi le sono diventati estremamente gonfi a causa della prolungata permanenza in piedi.

Le è stato impedito di avere prodotti di prima necessità o di lavarsi

Le guardie non le hanno fornito alcun bene di prima necessità e hanno anche proibito ad altri di condividere oggetti con lei, e neanche poteva acquistarne. Doveva raccogliere fazzoletti sbriciolati o carta igienica dai bidoni della spazzatura per pulirsi quando doveva andare in bagno.

Da quando è entrata in carcere le è stato impedito di lavarsi, l’odore che emana è diventato nauseante dopo alcuni mesi e le sue compagne di cella faticano persno a mangiare con lei vicino.

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