(Minghui.org) Sotto il governo totalitario del Partito Comunista Cinese, un ex insegnante di inglese di scuola media è stato costretto a pagare un prezzo altissimo per aver praticato il Falun Gong. Che Hongfei, della città di Yingkou nella provincia del Liaoning, ha perso il lavoro otto volte ed è stato arrestato cinque volte per la sua fede. Ha anche scontato un anno di lavori forzati e sette anni di prigione. Durante la detenzione, ha subito un’incessante alimentazione forzata ed è stato sul punto di morire, a causa delle torture.

Quando, nel 2008, i funzionari della prigione di Dalian, temendo che potesse morire, lo hanno rilasciato in libertà vigilata, i suoi muscoli erano così atrofizzati che non era in grado di muoversi. Aveva anche un battito cardiaco irregolare e un’emorragia gastrica. Nel 2012 il direttore della prigione lo ha ripreso in custodia per finire di scontare i cinque anni della sua pena rimanenti, ma l’uomo non ricordava nemmeno chi fosse il funzionario.

Che Hongfei nel 2008, dopo essere stato rilasciato

Nel 2017, dopo essere stato rilasciato, la polizia ha continuato a molestarlo, soprattutto durante la campagna “Nessuno escluso” degli ultimi anni. Che, tuttavia, è rimasto saldo nella sua fede e, riprendendo a praticare il Falun Gong, si è ripreso completamente. Ha trovato un nuovo lavoro e ha iniziato una nuova vita.

Brutalmente perseguitato per aver sostenuto la sua fede

Che, di 53 anni, nel 1998 ha iniziato a praticare il Falun Gong. Ritiene che la pratica lo abbia aiutato a smettere di fumare e a superare la sua dipendenza dal gioco del Mahjong (un gioco da tavolo). Anche il problema all’apparato digerente che lo tormentava da anni, è scomparso.

Nel 2001, due anni dopo l’inizio della persecuzione, il suo datore di lavoro, la scuola media di Hongqi, ha organizzato una petizione tra studenti e insegnanti, contro il Falun Gong. Che si è rifiutato di firmare e ha cercato di spiegare ai suoi studenti e colleghi che la persecuzione era sbagliata. È stato arrestato e portato al Centro di detenzione della città di Gaizhou. Le guardie lo hanno picchiato e gli hanno bruciato il mento con un accendino. In seguito è stato rinchiuso per un anno nel campo di lavoro forzato della città di Yingkou. Tuttavia, cinque mesi dopo aver contratto la tubercolosi, è stato rilasciato.

In seguito, Che ha trovato lavoro presso la scuola superiore della città di Xiongyue, nella regione sud-occidentale dell’area metropolitana di Yingkou. Nel luglio 2004 è stato nuovamente arrestato e trattenuto nel centro di detenzione di Bayuquan. Ha fatto uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione e, a distanza di 20 giorni, è stato rilasciato. Dopo essere stato licenziato dalla scuola dove lavorava, l’uomo si è guadagnato da vivere dando ripetizioni private.

Il 12 luglio 2005 è stato nuovamente arrestato per aver parlato agli studenti del Falun Gong. Al dipartimento di polizia della città di Xiongyue, gli agenti lo hanno immobilizzato sulla panca della tigre e gli hanno versato addosso acqua fredda. L’uomo è stato trasferito al Centro di detenzione di Bayuquan, dove ha fatto un altro sciopero della fame e, 13 giorni dopo, è stato rilasciato.

Solo quattro mesi dopo, a fine ottobre, Che è stato ingannato dagli agenti che gli hanno detto di volerlo portare alla stazione di polizia di Hongqi. Invece è stato nuovamente portato al Centro di detenzione di Bayuquan. Dopo otto giorni di sciopero della fame, è stato rilasciato su cauzione.

Nel febbraio 2006 Che ha insegnato in una scuola superiore privata del distretto di Yuhong nella città di Shenyang, a 120 miglia (circa 193 chilometri) da Yingkou, Il preside lo ha denunciato per aver parlato del Falun Gong ai suoi studenti. Gli agenti della stazione di polizia distrettuale di Yuhong lo hanno arrestato e riportato a Yingkou, dove è stato trattenuto nel centro di detenzione di Bayuquan. Il tribunale distrettuale lo ha condannato a sette anni di prigione.

A causa delle sue cattive condizioni di salute, la prigione di Dalian ha rifiutato di ammetterlo ed è stato riportato al centro di detenzione di Bayuquan. Istigati dalle guardie, i detenuti lo hanno picchiato diverse volte. L’uomo è caduto in condizioni critiche ed è stato portato in ospedale per le cure d’emergenza.

I membri del personale del tribunale di Bayuquan si sono recati all’ospedale e hanno rilevato a Che le impronte digitali, prima di ordinare ai suoi familiari di andare a riprenderlo. Il segretario della Commissione per l’ispezione della disciplina del distretto di Bayuquan ha detto loro che, dopo il rilascio, non sarebbero stati ritenuti responsabili del suo stato di salute.

La stazione di polizia della città di Hongqi ha fatto in modo che gli agenti rimanessero nella sua abitazione per monitorarlo 24 ore su 24. Hanno persino dormito accanto a lui. Nove giorni dopo, Che ha trovato l’opportunità di fuggire e si è recato a Shenzhen, nella provincia del Guangdong, a 1.700 miglia (circa 2.736 chilometri) da Yingkou.

Nel giugno 2006 l’uomo è stato arrestato a Shenzhen, per aver denunciato la persecuzione del Falun Gong. Gli agenti della stazione di polizia della città di Hongqi si sono recati a Shenzhen e lo hanno scortato indietro. È stato prima detenuto nella prigione di Dalian e, in seguito, trasferito in quella di Anshan per scontare la pena di sette anni inflittagli mesi prima.

In prigione Che ha condotto uno sciopero della fame per oltre otto mesi, durante i quali le guardie lo hanno nutrito regolarmente con la forza. Gli hanno anche ammanettato una mano al letto. Quando aveva bisogno di urinare, un detenuto gli portava un orinatoio.

A causa dello sciopero della fame e delle torture, la tubercolosi si è ripresentata, ma le autorità della prigione di Anshan si sono rifiutate di rilasciarlo. È diventato emaciato e i suoi muscoli si sono atrofizzati. Aveva anche un battito cardiaco irregolare e un’emorragia gastrica. Era così debole che faceva persino fatica a parlare o aprire gli occhi.

Non volendo assumersi la responsabilità della sua morte, il 27 dicembre 2007 i funzionari della prigione di Anshan lo hanno rimandato nel carcere di Dalian. I genitori, la moglie e la suocera sono venuti a conoscenza della sua situazione e due giorni dopo si sono recati alla prigione per chiedere il suo rilascio. Solo il 14 aprile 2008 l’uomo è stato rilasciato, dopo che la sua famiglia aveva fatto quattro viaggi fino alla prigione e aveva insistito affinché potesse tornare a casa. A quel punto, Che era ormai sul punto di morire e aveva perso la memoria.

Assistito dai suoi familiari, Che è sopravvissuto e ha iniziato a riprendersi. Tuttavia, prima che si riprendesse del tutto, l’11 gennaio 2012 il direttore della prigione di Dalian ha fatto irruzione nell’abitazione dei suoi genitori, dove alloggiava, e lo ha ripreso in custodia. Il direttore gli ha chiesto: “Sai chi sono?”. Che ha risposto di no. La madre settantenne di Che ha cercato di impedire alle guardie carcerarie di portarlo via, ma senza successo.

Il 17 marzo 2017 Che è stato rilasciato, dopo aver scontato la sua pena, ma la polizia non ha mai smesso di perseguitarlo, causandogli enormi sofferenze.

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