(Minghui. org) Un residente di Pengzhou, nella provincia del Sichuan, è stato condannato a cinque anni con una multa di 10.000 yuan (circa 1.300 euro) il 22 dicembre dello scorso anno per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il signor Zeng Fanfeng, impiegato in un’azienda di energia elettrica, è stato arrestato a casa il 30 novembre 2021 e portato al centro di detenzione di Pengzhou. Durante il processo presso il tribunale locale (la data non è nota) il suo avvocato, che era andato in tribunale per presentare una dichiarazione di non colpevolezza per lui, non è stato autorizzato a parlare. Zheng ha richiesto per tre volte di vedere la sua famiglia alla fine dell’udienza, ma il giudice che presiedeva, Wang Li (+86-18081150948), l’ha ignorato ogni volta.

Dieci mesi dopo, il 30 ottobre di quest’anno, lo stesso tribunale ha emesso le medesime condanne contro altri tre praticanti del Falun Gong, nativi del posto, i signori Liu Jia, Nie Zongguo, e la signora Gong Yubin.

Il sito web Minghui ha già riportato l’arresto e il processo collettivo di Liu, Nie, e Gong. Il resto dell’articolo presenta aggiornamenti sul loro caso, pervenuti di recente.

Stando agli addetti ai lavori sono stati il dipartimento di polizia di Pengzhou e la commissione affari politici e legali locale (un’agenzia extra giudiziaria che si occupa della persecuzione del Falun Gong) ad orchestrare gli arresti dei quattro praticanti e di almeno altri sei praticanti fra novembre 2021 e gennaio 2022. Una di queste, la signora Huang Sulan, è morta sei giorni dopo il suo arresto il 20 gennaio dello scorso anno.

Le due agenzie governative hanno in seguito predisposto una task force speciale per perseguitare i praticanti arrestati, il che ha portato poi alle ingiuste condanne di Zeng, Liu, Nie, e Gong.

Alla sorella di Liu viene impedito di figurare come difensore familiare

La sorella e la madre di Liu hanno viaggiato da molto lontano per giungere a Pengzhou il 26 ottobre di quest’anno, quattro giorni prima dell’udienza. Sono andate al tribunale locale per presentare la richiesta della sorella di figurare come difensore familiare non avvocato.

L’impiegato, al ricevimento, ha rifiutato di accettare la domanda perché non riusciva a trovare il caso di Liu nel sistema.

La sorella ha chiesto informazioni in giro ed è stata indirizzata a Li Yin (+86-18086822432), il giudice che avrebbe presieduto la causa del fratello. Li ha respinto la sua richiesta. Lei ha di nuovo presentato la richiesta all’impiegato al ricevimento, che questa volta l’ha accettata.

La sorella di Liu ha partecipato a una riunione preprocessuale il giorno seguente. Dopo la riunione ha avvicinato il giudice Zhang Huawen (+86-18980576849) che, insieme a Gao Liu (+86-13408652668), avrebbe assistito il giudice Li nella causa, e ha richiesto di poter figurare come difensore familiare di suo fratello. Zhang ha usato varie scuse per non approvare la sua richiesta.

Circa mezz’ora prima dell’inizio dell’udienza il 30 ottobre di quest’anno, Zhang ha parlato con la sorella di Liu e l’ha di nuovo avvisata che non le era consentito di difendere il fratello in aula. Le ha invece chiesto di dirgli quello che intendeva dichiarare per difendere il fratello e lo ha fatto scrivere da un impiegato. Lei ha chiesto che Zhang leggesse ad alta voce il suo discorso di difesa, ma lui non l’ha mai fatto.

Una sostenitrice arrestata fuori dal tribunale

Il giorno del processo fuori dal tribunale erano parcheggiate due auto della polizia e c’erano anche molti agenti a sorvegliare. La signora Bai Diayu, una praticante locale, è stata arrestata da più di una dozzina di agenti in borghese quando ha tentato di entrare per assistere all’udienza. È stata rilasciata solo molte ore dopo.

A tutti i partecipanti all’udienza è stato ordinato di sottoporsi al controllo della sicurezza per due volte, e di non portare i cellulari in aula. Dovevano metterli negli armadietti prima che fosse loro dato un pass per entrare. Solo due file di sedie erano riservate per i familiari degli imputati e il resto delle sedie (più di 50) erano occupate da gente del comitato di strada locale, delle stazioni di polizia, dell’Ufficio 610, e delle commissioni affari politici e legali.

I praticanti denunciano la brutalità della polizia

Liu, Nie, e Gong erano in manette e catene quando il 30 ottobre di quest’anno hanno fatto ingresso in aula al tribunale di Pengzhou, ciascuno scortato da due ufficiali giudiziari.

Gli avvocati dei tre praticanti hanno presentato una dichiarazione di non colpevolezza per loro, mettendo in evidenza che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong o lo etichetta come culto. Pertanto non avrebbero mai dovuto essere incriminati per il fatto di esercitare il loro diritto costituzionale di libertà di credo.

Liu ha fornito una testimonianza della brutalità della polizia. Ha raccontato di essere stato tenuto in un hotel per 18 giorni in seguito al suo arresto il 2 gennaio dell’anno scorso. Durante questi 18 giorni è stato picchiato da sei agenti tre volte al giorno. Gli agenti Tong Daikun, Li Heping, Guan Shihai, Wang Gang, Yu Gang, Liu Qing, Liu Qiwu, Yang Liu, Yang Cheng, e Hu Deyu erano fra i responsabili dei pestaggi quotidiani che gli hanno causato una frattura alla gamba sinistra e l’infiammazione della cistifellea, che poi gli è stata rimossa chirurgicamente in ospedale.

Con l’intervento del suo avvocato la polizia ha trasferito Liu al centro di detenzione di Pengzhou il 24 gennaio dello scorso anno. Quando è stato internato entrambe le gambe erano enormemente gonfie e lui non era in grado di stare in piedi o camminare in modo autonomo. Era gonfio anche il ginocchio destro. Le guardie non lo hanno sottoposto ad esami medici, ma gli hanno invece tolto i vestiti nell’atrio e hanno scattato foto alle sue gambe.

Il pubblico ministero Ke Yanbai (+86-13518123298) ha redatto un verbale dell’interrogatorio, in cui si dichiarava che nessun agente aveva mai picchiato Liu e che le lesioni se le era procurate da solo, perché “si dava pizzicotti all’interno delle cosce e si colpiva le gambe con le manette”.

I giudici Li, Zhang e Gao si sono schierati con il pubblico ministero e hanno dichiarato che non c’erano prove della brutalità della polizia nei suoi confronti.

Liu ha obiettato sollevando le sue mani per mostrare i lividi ancora visibili sui suoi polsi. Ha detto che la polizia gli ha ordinato di mettere le mani sulle gambe e poi gli agenti hanno messo i piedi sulle manette e premuto forte. Le manette gli hanno tagliato i polsi e hanno premuto sulle cosce, lasciandogli dei lividi estesi sulle gambe. Ha anche reso noto che era sempre picchiato in una stanza senza telecamere di sorveglianza mentre era in quell’hotel. Pertanto non c’erano filmati del pestaggio.

Anche Nie ha denunciato la brutalità della polizia. È stato portato al centro per il lavaggio del cervello di Xinjin dopo il suo arresto il 6 gennaio dello scorso anno. La polizia lo ha picchiato forte e lo ha costretto a rinunciare al Falun Gong contro la sua volontà. Durante l’udienza, ha dichiarato di annullare le dichiarazioni che aveva scritto al centro di lavaggio del cervello per rinunciare al Falun Gong.

La signora Gong, la cui data di arresto è sconosciuta, ha detto che ha subito maltrattamenti tali da avere problemi a mangiare per diversi mesi. Le si è anche formato un nodulo nell’addome.

Mentre la corte era in ritiro per deliberare, un partecipante all’udienza ha chiesto ad uno dei familiari: “E’ buono il Falun Gong?”. Il familiare ha risposto “Naturalmente! Altrimenti come spiegheresti il fatto che questi praticanti rischiano le loro vite per sostenere la loro fede?”.

I tre giudici hanno condannato tutti e tre i praticanti a cinque anni con una multa di 10.000 yuan alla fine dell’udienza.

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