(Minghui.org)

Nome: Liu YongfenNome cinese: 刘永芬Genere: DonnaEtà: 72Città: ZhuzhouProvincia: HunanOccupazione: Insegnante d’asilo in pensioneData della morte: 1° dicembre 2023Data dell’ultimo arresto: 30 ottobre 2016Luogo di detenzione più recente: Centro di prima detenzione della città di Zhuzhou

Un’insegnante d’asilo in pensione è stata arrestata più di 10 volte, per la sua fede nel Falun Gong, ed è stata condannata per tre volte ai campi di lavoro e a quattro anni di prigione. All’inizio di quest’anno, rischiando un’altra condanna, Liu Yongfen è stata costretta a vivere lontano da casa per nascondersi dalla polizia, nonostante le sue cattive condizioni di salute. Poiché gli agenti stavano controllando le telefonate dei suoi familiari, la donna non ha potuto contattarli. Lottando contro una salute sempre più cagionevole, non riusciva a mangiare né evacuare. Il 1° dicembre scorso è deceduta in miseria all’età di 72 anni.

Liu Yongfen

Oltre al calvario di Liu, le sue due figlie, anch’esse praticanti del Falun Gong, sono state arrestate, detenute e condannate. Ancora oggi la figlia maggiore sta scontando la pena in prigione. Il marito di Liu, Liu Ying’e, il cui cancro alla prostata all’ultimo stadio era scomparso dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1999, è rimasto così traumatizzato dalla persecuzione, che ha smesso di praticare. La sua salute si è nuovamente deteriorata e, nel 2004, è deceduto.

Condanna a quattro anni di prigione

Liu, insegnante d’asilo in pensione della contea di Chaling, nella provincia dell’Hunan, ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1999 e ben presto è passata dall’essere una persona irascibile ad essere calma e premurosa. Il rapporto teso con il marito è migliorato e il suo ipertiroidismo e i fibromi uterini sono scomparsi.

Il Partito Comunista Cinese ha ordinato la persecuzione del Falun Gong solo pochi mesi dopo, nel luglio 1999, e Liu ha affisso dei manifesti informativi per sfatare la propaganda diffamatoria del regime contro la pratica spirituale. Nel dicembre 2000 è stata arrestata e condannata a quattro anni di prigione. Dopo un anno trascorso nel centro di detenzione della città di Zhuzhou, la donna è stata trasferita nel carcere femminile della provincia dell’Hunan.

In prigione, tutte le praticanti del Falun Gong che si sono rifiutate di rinunciare alla loro fede sono state sottoposte a una gestione rigorosa e a un’intensificazione delle torture, compresa Liu. Poiché, durante l’appello nell’ottobre 2003, si è rifiutata di ammettere di essere una criminale, le guardie l’hanno costretta a praticare esercizi fisici estenuanti, dalle 6:00 alle 12:00, tra cui correre, fare flessioni, accovacciarsi e stare sull’attenti senza muoversi.

Oltre alle torture fisiche, le guardie hanno costretto le praticanti a lavorare senza retribuzione. Ad alcune ogni giorno veniva ordinato di sbucciare quasi 18 chilogrammi di fave e di preparare spiedini di tofu, di conseguenza le loro dita erano ferite e sanguinanti. Le guardie picchiavano o impiccavano coloro che si rifiutavano di lavorare.

Durante i tre anni di detenzione, Liu è stata tenuta in una cella d’isolamento, con soltanto un letto, un lavandino e un bagno. Un’altra detenuta la sorvegliava costantemente e non le permetteva di uscire dalla stanza. Con un grande secchio d’acqua usato per mettere a bagno le fave durante tutto l’anno la stanza era sempre satura d’umidità.

Il primo periodo nel campo di lavoro

Nel maggio 2005 Liu è stata nuovamente arrestata e condannata a due anni di pena detentiva, trascorsi nel campo di lavoro forzato femminile di Baimalong. Al suo arrivo, è stata costretta a stare in piedi e privata del sonno per tre giorni. I suoi piedi si sono estremamente gonfiati. Le detenute l’hanno avvertita: “Abbiamo tutti i modi per torturarti se non rinunci al Falun Gong”.

Ogni giorno, mentre veniva continuamente picchiata e insultata, era costretta a guardare video e materiali che diffamavano il Falun Gong. In seguito, è stata trasferita dalla squadra 73 alla squadra 71, dove è stata costretta a lavorare per oltre 10 ore al giorno senza retribuzione e senza giorni di riposo, fino al gennaio 2007, quando è stata rilasciata.

Il secondo periodo nel campo di lavoro si sovrappone a quello delle figlie

Nel mese di settembre 2007, solo otto mesi dopo essere stata rilasciata, Liu è stata nuovamente arrestata, dopo essere stata denunciata da Chen Nianxin, il suo supervisore al lavoro, per avergli parlato del Falun Gong. L’Ufficio per la sicurezza interna della contea di Chaling le ha inflitto un altro mandato di due anni nel campo di lavoro forzato di Baimalong.

Per alcuni mesi Liu e le sue due figlie, entrambe arrestate in precedenza, sono state detenute nello stesso campo di lavoro. Nel mese di novembre 2006 la figlia maggiore, Liu Chunqin, è stata arrestata e tenuta nel campo di lavoro fino al mese di dicembre 2007. Nel mese di aprile 2007 la figlia minore, Liu Xueyin, è stata arrestata e condannata a un anno di reclusione. Per i dettagli sulla persecuzione delle figlie, si rimanda agli articoli correlati elencati in calce a questo.

Le gambe di Liu si sono paralizzate, a causa dei maltrattamenti subiti nel campo di lavoro, e non era in grado di camminare. Nell’aprile 2009 la donna è stata rilasciata con la condizionale.

Terzo periodo nel campo di lavoro

Il 6 luglio 2012 Liu è stata arrestata, sempre dal personale dell’Ufficio per la sicurezza interna della contea di Chaling. Poiché non era ancora in grado di camminare, il campo di lavoro le ha negato due volte l’ammissione, prima del 18 agosto, quando è stata ammessa al terzo tentativo della polizia.

Dopo un mese di detenzione, i suoi muscoli delle gambe si sono atrofizzati e le è stata riscontrata un’ernia del disco lombare. La donna era emaciata e disabile. Le autorità si sono rifiutate di rilasciarla, con la scusa che il PCC stava per tenere il suo 18° Congresso. È stata trattenuta sul posto di lavoro e due dipendenti maschi, con precedenti penali, sono stati pagati per sorvegliarla costantemente. Il datore di lavoro le ha sospeso la pensione, ha confiscato i libretti di deposito bancari, suoi e delle figlie, oltre ai certificati contabili delle figlie. Quando la figlia maggiore ha insistito affinché il segretario di Partito, Liu Yongxin, le restituisse il certificato per poter trovare un lavoro, lui l’ha ridicolizzata e allontanata.

Il 16 novembre 2012, vedendo che Liu si era in gran parte ripresa, il suo datore di lavoro l’ha rimandata al campo di lavoro. Un mese dopo una guardia del campo ha chiamato le figlie e ha detto loro che dovevano firmare il consenso per l’intervento chirurgico della madre. Esse si sono precipitate al campo di lavoro, ma non hanno potuto vederla. Le guardie continuavano a fare pressione affinché firmassero il modulo.

Il 27 marzo 2013 le figlie di Liu hanno ricevuto una telefonata dal datore di lavoro della madre, che le ha informate che la donna si trovava al primo ospedale della città di Zhuzhou e stava per essere dimessa. Le figlie sono andate a prenderla. La donna era ancora molto debole e faticava a mantenere l’equilibrio. L’ufficiale Chen del Comitato per gli Affari Politici e Legali della Contea di Chaling, che si trovava anch’egli in ospedale, ha ordinato a Liu di firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. La donna si è rifiutata di farlo e se n’è andata con le figlie.

Altri arresti

Per aver parlato alla gente del Falun Gong, Liu è stata arrestata altre due volte, il 27 agosto e il 30 ottobre 2016. Ogni volta è stata rinchiusa per 15 giorni nella prigione di Zhuzhou.

La seconda volta, prima di essere rilasciata, il 9 novembre l’Ufficio per la sicurezza interna della città di Zhuzhou ha modificato la sua detenzione amministrativa in detenzione penale e l’ha trasferita al primo Centro di detenzione della città di Zhuzhou. Il procuratore ha approvato il suo arresto. Il 22 novembre 2016 la donna è stata rilasciata su cauzione.

Il 12 aprile 2017 il pubblico ministero ha archiviato il caso e l’ha prosciolta dall’accusa.

Decesso

Il 13 aprile dell’anno scorso Mo Kun e alcuni altri agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Lusong hanno fatto irruzione nell’abitazione di Liu e le hanno confiscato oltre 50 libri del Falun Gong e un ritratto del suo fondatore. La donna è stata trattenuta nella stazione di polizia per un giorno e, il pomeriggio successivo, è stata rilasciata. È stata messa agli arresti domiciliari per sei mesi.

Mesi dopo Mo e gli agenti hanno arrestato nuovamente Liu, con la scusa che era stata denunciata per aver parlato alla gente del Falun Gong. Su insistenza delle figlie, la polizia l’ha rilasciata, ma è stata comunque posta agli arresti domiciliari.

All’inizio di dicembre dell’anno scorso Xiao Feng della Procura distrettuale di Nan ha convocato Liu e poco dopo l’ha incriminata. Verso la metà di dicembre il tribunale distrettuale ha rinviato il caso al procuratore, adducendo prove insufficienti.

Nelle settimane successive, la polizia ha continuato a molestare la donna a casa, minacciando di riportarla in custodia e di condannarla. Nel febbraio di quest’anno è stata costretta a vivere lontano da casa per nascondersi dalla polizia.

Anni di continue persecuzioni hanno compromesso la salute di Liu. La donna non era in grado di mangiare o di evacuare. Il suo peso è rapidamente diminuito e le sue gambe si sono gonfiate al punto che non riusciva più a camminare. In seguito è riuscita a tornare a casa.

Negli ultimi tre giorni di vita, Liu non riusciva ad addormentarsi. Era preoccupata per le figlie e si rattristava dal fatto che i perpetratori seguissero ciecamente il regime comunista nel perseguitare le persone per bene. Il 1° dicembre scorso è deceduta.

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