(Minghui.org) Un residente di Maoming, nella provincia del Guangdong ha di recente perso il ricorso contro la condanna a nove anni di carcere per aver sensibilizzato la gente sulla persecuzione del Falun Gong, una pratica per il benessere del corpo e della mente che è presa di mira dal regime comunista cinese dal 1999.
Il tribunale intermedio di Maoming ha ordinato al tribunale distrettuale di Maonan di mandare via mail la sentenza dell’appello di Zhou Huajian al suo avvocato. L’avvocato ha ricevuto la sentenza datata 8 novembre, l’11 novembre scorso. Dichiarava che era stata confermata la sentenza a nove anni di prigione con una multa di 20.000 yuan (circa 2.583 euro) (in Cina il tribunale agisce da intermediario fra la corte d’appello e l’imputato).
La sentenza è stata firmata dal giudice che presiedeva Zhang Chi, da altri due giudici, Li Jinjie e Liang Dongqing, nonché dall’assistente del giudice Lin Xiaoqun e dal cancelliere del tribunale Huang Miao.
Zhou, una guardia di sicurezza di 72 anni, è stato arrestato il 26 marzo 2020 per aver usato un sistema di messaggistica di massa per mandare messaggi sul Falun Gong al mercato locale. La polizia lo ha portato al primo centro di detenzione di Maoming, dov’è al momento detenuto.
Dopo tre anni e otto mesi di detenzione la salute di Zhou ha subìto un rapido declino. Soffre di visione sfocata, udito debole, gonfiore facciale e costanti giramenti di testa. E’ lento nel rispondere agli altri e ha difficoltà a stare in equilibrio quando cammina.
Il tribunale distrettuale di Maonan ha programmato un’udienza virtuale per il 6 aprile del 2021, alla quale Zhou avrebbe partecipato da remoto, dal centro di detenzione. Il giudice che presiede ha cancellato la sessione all’ultimo minuto, dopo che i due avvocati di Zhou avevano rifiutato di consegnare i loro computer portatili prima di entrare in aula. Per legge gli avvocati della difesa hanno il permesso di usare i loro computer durante le udienze.
La seconda udienza si è tenuta, come programmato, il 5 gennaio dello scorso anno, con Zhou che ha partecipato comparendo virtualmente dal centro di detenzione. Anche se questa volta era stato permesso agli avvocati di usare i loro computer, uno di loro è stato allontanato dall’aula quando si è rifiutato di obbedire all’ordine del giudice di far coprire il microfono e la webcam del portatile con del nastro adesivo dal personale del tribunale. Nessuna legge detta che gli avvocati difensori debbano disabilitare i loro microfoni e webcam durante le udienze.
La terza udienza era una sessione con partecipazione di persona tenutasi al centro di detenzione il 27 aprile scorso. Solo a due dei familiari di Zhou è stato permesso di partecipare e le sedie rimaste sono state occupate dagli operatori del comitato di strada e da agenti della commissione affari politici e legali, un’agenzia extra-giudiziale che sovrintende alla persecuzione del Falun Gong.
Il giudice ha tenuto l’udienza del verdetto finale il 10 luglio di quest’anno e ha condannato Zhou a nove anni di prigione con una multa di 20.000 yuan. Lui ha fatto subito ricorso al tribunale intermedio di Maoming, che ha però confermato il verdetto originale l’8 novembre.
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