(Minghui.org) Il 9 febbraio scorso tre praticanti del Falun Gong e un non praticante, residenti a Tangshan, nella provincia dell’Hebei, sono stati processati. Il pubblico ministero ha sostenuto che il loro impegno nel denunciare le menzogne del Partito Comunista Cinese (PCC) contro il Falun Gong equivaleva ad andare contro stesso Partito e a violare la legge, perché la Costituzione afferma chiaramente che il Paese è governato dal PCC.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 12 maggio 2021 Zhang Wei e sua moglie Guo Yanju, proprietari del punto vendita di macchine fotografiche Zhuoyu, sono stati arrestati all’interno del loro negozio, durante una perquisizione della polizia. Lo stesso giorno sono stati arrestati anche la loro dipendente, Sun Baifeng, e una ex dipendente che non pratica il Falun Gong, Zhang Weiqi.

Poco prima dell’udienza, sia Zhang che la moglie sono stati rilasciati su cauzione, dopo quasi due anni di detenzione. Sun e Guo sono tuttora detenute.

Prima dell’udienza, l’avvocato di Sun si è recato dal procuratore Sun Mingyuan e l’ha esortato a rilasciarla su cauzione. Il funzionario ha preso in mano i volantini del Falun Gong confiscati alla donna, li ha sbattuti sul tavolo e ha gridato: "Guardate questi! È un’umiliazione per noi cinesi!".

Durante l'udienza, il procuratore ha nuovamente accusato i praticanti del Falun Gong di umiliare i cinesi. Sempre tenendo in mano i volantini, ha detto: "Tutti i contenuti qui presenti sono contro la Cina e contro l’umanità! Non è un esempio tipico quando hanno chiamato la polmonite da coronavirus "polmonite di Wuhan"? Non è un vilipendio alla Cina?".

La donna ha risposto: "I contenuti dei volantini insegnano alle persone a essere buone. Se sostiene che umilia e diffama i cinesi, perché non sceglie alcuni paragrafi e li legge qui?".

Il procuratore si è rifiutato di leggere i volantini, ha continuato ad accusare i praticanti del Falun Gong di "attaccare il Partito Comunista Cinese e il governo", denunciando la bufala dell’autoimmolazione di Tiananmen (in cui diverse persone, che si sono date fuoco in piazza Tiananmen, sono state etichettate come praticanti del Falun Gong, ma in realtà nessuno di loro l’aveva mai praticato).

L’avvocato di Sun ha quindi chiesto che il pubblico ministero mostrasse alcuni filmati della bufala dell’autoimmolazione di Tiananmen, ma sia il procuratore che il giudice, Zhao Ning, hanno negato la richiesta, sostenendo che non fosse appropriato mostrarli durante l’udienza.

Sia la donna che il suo avvocato sostenevano che il pubblico ministero non avesse mostrato quale legge avesse violato praticando il Falun Gong.

Il funzionario ha risposto: "La Costituzione inizia dicendo che il Paese è governato dal Partito Comunista Cinese. Se sei contro il Partito, stai violando la Costituzione".

Ha continuato dicendo che, a causa dell’influenza del Falun Gong nella società, il governo ha specificamente inventato l’accusa di "minare l’applicazione della legge" per criminalizzare i praticanti del Falun Gong.

Quando gli è stato fatto notare che il Falun Gong non era incluso nella lista dei culti identificati dal regime comunista nel 2000, Sun ha dichiarato: "Il fatto che non sia nella lista non significa che non possiamo reprimerlo".

Il procuratore ha anche ripetutamente interrogato la donna sul perché non avesse firmato il verbale dell’interrogatorio, insinuando che molti praticanti del Falun Gong si rifiutano di collaborare con la polizia, a causa di problemi "mentali". L’avvocato di Sun ha affermato che la sua cliente ha il diritto, legalmente tutelato, di rifiutarsi di firmare il documento.

Nella sua arringa finale, il procuratore ha minacciato di infliggere a Sun e Guo pesanti pene a causa del loro cattivo atteggiamento nel dichiararsi non colpevoli.

L’avvocato ha detto di aver sentito parlare di persone che hanno ricevuto clemenza solo per aver collaborato con le autorità, ma che le autorità non possono rivalersi su di loro per non essersi dichiarate colpevoli.

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