(Minghui.org) Il 17 gennaio di quest’anno una settantenne residente ad Harbin, nella provincia dell’Heilongjiang, è stata condannata a tre anni di prigione per aver parlato del Falun Gong, una pratica per il benessere della mente e del corpo che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 3 marzo dell’anno scorso la polizia ha arrestato per la prima volta il marito di Jiang Yifen, Kan Daping, mentre stava tornando a casa dopo aver lavorato nel locale centro di controllo delle pandemie. Poco dopo l’uomo è stato licenziato. La polizia ha fatto irruzione nel loro appartamento e ha confiscato i libri del Falun Gong di Jiang, una foto del fondatore della pratica spirituale e diversi telefoni cellulari.

L’arresto dei coniugi è stato ordinato da Sun Chunhong, direttore dell’Ufficio di sicurezza interna del distretto di Acheng.

Mentre Kan è stato rilasciato subito dopo l'arresto, Jiang è stata trattenuta in custodia dalla polizia. Dopo quaranta giorni di quarantena nel centro di detenzione della contea di Mulan, è stata trasferita al centro di detenzione nº 2 della città di Harbin.

Quando la polizia ha presentato il caso di Jiang al procuratore, ha incluso tra le prove dell’accusa: un video di sorveglianza stradale che la ritraeva mentre distribuiva materiale del Falun Gong vicino all’ufficio postale del distretto di Acheng, i dati sulla sua posizione tracciati dal suo cellulare e le sue impronte digitali che corrispondevano a quelle raccolte dal materiale del Falun Gong. Poiché era già stata condannata a quattro anni per aver praticato il Falun Gong, la polizia l’ha accusata di essere recidiva.

Il 17 gennaio scorso la donna è stata condannata a tre anni di pena detentiva. Al momento in cui scriviamo, è stata portata nel carcere femminile della provincia dell’Heilongjiang.

Nel 1995 Jiang ha iniziato a praticare il Falun Gong. Quando il regime comunista ha ordinato la persecuzione nel 1999, sia lei che la sua famiglia sono state sottoposte a un tremendo stress mentale. La polizia si è rifiutata di rilasciare un documento d'identità alla figlia e spesso la prelevava dalla sua classe per condurla alla stazione di polizia, dove veniva interrogata riguardo ai praticanti con cui era in contatto sua madre.

Il 29 dicembre 2001 Jiang è stata arrestata da oltre venti agenti che le hanno detto di averlo fatto per rispettare la quota di arresti annuali, al fine di ottenere il premio di rendimento individuale di 5.000 yuan (circa 680 euro). Nel mese di aprile 2002 è stata condannata a quattro anni, trascorsi nella prigione femminile della provincia dell’Heilongjiang. La donna è stata la prima praticante del Falun Gong a essere condannata nel distretto di Acheng.

Il primo giorno in cui è stata portata in prigione, per umiliarla le guardie l’hanno spogliata. Le è stato ordinato di alzarsi alle 4:00 del mattino e di non addormentarsi prima delle 22:00. A causa delle torture le sue mani si sono gonfiate e i suoi piedi si sono incancreniti. Una volta le guardie l'hanno ammanettata a un tubo di riscaldamento per otto ore, in una posizione dolorosa in cui non poteva accovacciarsi o sedersi, né stare in piedi.

Il 26 dicembre 2005, appena rilasciata, è stata portata alla stazione di polizia per essere fotografata e per raccogliere le sue impronte digitali, prima di lasciarla tornare a casa.