(Minghui.org) Una donna di 56 anni residente nella città di Donggang nella provincia del Liaoning, è stata condannata a due anni per aver praticato il Falun Gong; in seguito il suo appello è stato respinto. Prima di quest’ultima condanna la signora Liu Mei ha scontato due anni in un campo di lavoro e 13 in prigione.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Liu è stata arrestata il 7 novembre del 2021, tuttavia il 24 novembre la polizia ha modificato la sua detenzione amministrativa in penale. Nonostante non avesse superato l’esame medico, l’ufficiale di polizia Yu Benqiang ha costretto il centro di detenzione locale ad ammetterla. Successivamente il 7 dicembre la Procura del distretto di Zhen’an ha approvato il suo arresto.

Il 9 dicembre il marito, Zhu Changming, si è recato alla stazione di polizia per chiedere l’archiviazione del caso, ma la polizia, per rappresaglia, l’ha trattenuto per 15 giorni agli arresti.

A causa delle sue cattive condizioni di salute, Liu è stata rilasciata il 17 dicembre del 2021 e poi messa agli arresti domiciliari. In seguito, nell’ottobre dello scorso anno, l’agente Yu con l’inganno ha fatto in modo che si recasse dal procuratore. Lei pensava di concludere le pratiche per l’archiviazione del caso, ma poi ha scoperto che Yu aveva inventato dei fatti contro di lei, usati poi dal procuratore per incriminarla. Quel giorno infatti il procuratore stava trasferendo il caso al tribunale distrettuale di Zhen’an.

Più tardi, dopo l’arrivo del caso in tribunale, il giudice ha ordinato di rimettere in custodia Liu, che tuttavia non è stata ammessa al Centro di detenzione perché non aveva superato le visite mediche.

Il 13 dicembre Liu è comparsa in tribunale, e il 29 dicembre scorso è stata condannata a due anni con una multa di 3.000 yuan (circa 392 euro).

In seguito la praticante ha presentato ricorso presso il tribunale intermedio della città di Dandong. Il 20 febbraio scorso, senza tenere alcuna udienza, il giudice Li Xin ha deciso di confermare il verdetto originale. Liu intendeva continuare ad appellarsi all’Alta Corte provinciale.

A causa delle sue cattive condizioni di salute, la donna sta attualmente scontando la pena fuori dal carcere.

La mano disabile guarisce dopo aver praticato il Falun Gong

Liu lavorava per un’azienda di imballaggi. In un incidente sul lavoro la sua mano destra è stata gravemente ferita, e non riusciva più a piegarla, né a sorreggere qualcosa. La mano si è atrofizzata ed è diventata scura. Spesso, nei giorni di pioggia, la donna aveva dolori fortissimi.

Ha frequentato molti corsi di qigong, ma nessuno l’ha mai aiutata a guarire dall’infortunio alla mano. Nel giugno del 1995 ha conosciuto il Falun Gong e, attirata dai suoi profondi insegnamenti, ha intrapreso la pratica con il marito.

Un mese dopo i muscoli della mano hanno ricominciato a svilupparsi, riprendendo la normale circolazione e il colorito, e non aveva più male nei giorni di pioggia.

Quindici anni di carcere

Nell’ottobre del 1999 Liu è stata arrestata per aver fatto gli esercizi del Falun Gong con altri sette praticanti. Gli agenti di polizia le hanno pestato le gambe e l’hanno spogliata fino alla biancheria intima. Le hanno frustato la schiena e le natiche con cinture di cuoio e un bastone di bambù. Dopo un po’ un agente ha fatto ai colleghi segno di fermarsi, altrimenti “sarebbe diventata insensibile e non avrebbe più sentito il dolore”.

A causa delle selvagge percosse Liu è svenuta. La parte inferiore del suo corpo era gravemente gonfia e contusa a tal punto che le sue compagne di cella al centro di detenzione erano tutte terrorizzate e piangevano nel vederla.

Nel novembre del 1999 Liu è stata portata nel campo di lavoro forzato di Masanjia per scontare una pena di due anni. Poiché si rifiutava di rinunciare al Falun Gong, è stata costretta a stare in piedi o accovacciata per oltre 10 ore al giorno. Nel mese di dicembre un detenuto l’ha picchiata con uno spazzolone perché praticava gli esercizi del Falun Gong. La sua testa era molto gonfia e dal dolore non si è potuta pettinare per molti giorni.

Il 9 aprile del 2002 oltre venti agenti hanno fatto irruzione nella sua abitazione mentre cenava con il marito e la madre. Tre giorni più tardi è stata portata al Centro di detenzione della città di Dandong.

Liu, suo marito e suo fratello sono stati nuovamente arrestati il 9 luglio del 2002, durante un arresto di gruppo di oltre 30 praticanti. In seguito la polizia li ha trattenuti fuori dal dipartimento di Dandong per una parata pubblica per umiliarli, seguita da una sessione durante la quale sono stati aggrediti verbalmente. Oltre 10.000 persone hanno partecipato alla manifestazione, nella quale le autorità hanno annunciato la condanna a 13 anni sia per Liu che per il marito.

Il 4 novembre del 2002 Liu è stata portata nel carcere femminile della provincia del Liaoning. Durante la detenzione, a causa delle torture subite, ha sviluppato vari deficit fisici come pressione alta, problemi cardiaci e molte altre gravi patologie. Sua madre e sua suocera si sono recate ripetutamente in carcere per chiederne rilascio. Una guardia ha detto loro: “Se si rifiuta di cedere al governo, non potrà mai lasciare la prigione. Se muore, potete venire qui a reclamare il suo corpo”.

Liu è stata rilasciata nell’aprile del 2015.

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Li Xin (李欣), presidente del tribunale: +86-415-6277042Wu Wei (吴威), presidente del tribunale intermedio della città di Dandong: +86-415-6277018Wang Junguo (王君国), direttore dell'Ufficio per la sicurezza interna della città di Donggang: +86-415-7178813

(Altre informazioni sui contatti dei responsabili sono disponibili nell’articolo originale in cinese).

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