(Minghui.org) Alla fine dello scorso mese di maggio due residenti della città di Dongying, nella provincia dello Shandong, hanno perso i loro appelli contro le ingiuste condanne alla prigione.

Il 23 aprile 2021 Guo Hongyan, di 46 anni, dipendente del giacimento petrolifero di Shengli, e Chen Xiaohong, insegnante di cinese in pensione, sono state entrambe arrestate per la loro fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 14 gennaio di quest’anno Ila tribunale distrettuale di Dongying ha tenuto un’udienza del loro caso in videoconferenza, senza spiegare che avrebbero avuto la possibilità di richiedere un’udienza in presenza. Sempre nel mese di maggio, entrambe sono state condannate a tre anni e mezzo di prigione e multate di 20.000 yuan (circa 2.535 euro).

Guo e Chen hanno fatto ricorso in appello al tribunale intermedio di Dongying, che ha deciso di confermare i verdetti originali senza tenere un’udienza.

Alla fine di maggio, quando la madre settantenne di Guo si è recata in tribunale per chiedere informazioni sul suo caso d’appello, le è stato comunicato solo l’esito, senza che le fosse consegnata una copia della sentenza. L’anziana donna si è preoccupata così tanto per la figlia che la sua malattia cardiaca è peggiorata; dopo l’arresto della figlia, è entrata in coma diverse volte.

Chen, invece, ha dovuto perdersi il matrimonio della figlia.

Arresto di gruppo e sentenza

Tra gli oltre 20 praticanti arrestati il 23 aprile 2021 c’erano Guo e Chen. L’operazione è scaturita da una causa intentata, il 6 aprile 2019, dal Dipartimento di Binhai contro i praticanti, dopo aver scoperto che avevano inviato lettere alla gente, per denunciare la persecuzione del Falun Gong. Prima di procedere agli arresti, la polizia ha monitorato i praticanti e ha messo sotto controllo i loro telefoni per due anni.

Oltre a Guo e Chen, almeno altre otto persone (sette praticanti e un familiare) arrestate lo stesso giorno, sono state condannate alla prigione, tra cui:

Zhou Deyong, ingegnere geologico senior e padre di una persona residente negli Stati Uniti, è stato condannato a otto anni e multato di 100.000 yuan (circa 12.677 euro).

Liu Yanmei, di 74 anni, è stata condannata a sette anni e multata di 50.000 yuan (circa 6.338 euro).

Meng Yu è stata condannata a tre anni e mezzo, oltre a una multa di 30.000 yuan (circa 3.803 euro).

Meng Fanyun e He Baiqing sono state condannate a due anni e mezzo. Il marito di Meng, Han Dan, che non pratica il Falun Gong, è stato condannato a 20 mesi e multato di 10.000 yuan (circa 1.267 euro).

Li Xuerong è stato condannato a due anni e multato di 20.000 yuan.

Guo Yunfang, moglie di Li, è stata condannata a un anno e mezzo, con due anni di libertà vigilata ed è stata multata di 10.000 yuan.

Argomentazioni della difesa

Tutti i praticanti sono stati condannati per aver violato l’articolo 300 della legge penale, il quale stabilisce che chiunque utilizzi un’organizzazione di culto per minare l’applicazione della legge deve essere perseguito nella massima misura possibile. I loro avvocati hanno sostenuto che l’organo legislativo cinese, il Congresso del Popolo, non ha mai emanato alcuna legge che criminalizzi il Falun Gong o che lo etichetti come setta. Per questo motivo, non esiste alcuna base legale per la condanna.

I procuratori incaricati dei casi dei praticanti hanno anche citato come base legale un’interpretazione dell’articolo 300 della Legge Penale, emessa nel novembre 1999 dalla Corte Suprema del Popolo e dalla Procura Suprema del Popolo. L’interpretazione richiede che chiunque pratichi o promuova il Falun Gong sia perseguito nella misura più ampia possibile. Gli avvocati della difesa hanno sottolineato che il 1° febbraio 2017 è entrata in vigore una nuova interpretazione statutaria che ha sostituito la precedente versione del 1999. La nuova interpretazione non menziona il Falun Gong e sottolinea che qualsiasi accusa contro chiunque sia impegnato in un culto deve essere basata su solide basi legali. Poiché nessuna legge in Cina definisce il Falun Gong come un culto, la condanna dei praticanti basata sull’interpretazione statutaria non ha basi legali.

Gli avvocati della difesa hanno anche sottolineato che, nel 2011, l’Amministrazione della Stampa e della Pubblicazione ha abrogato il divieto sui libri e sui materiali informativi del Falun Gong, e che per i loro clienti era pienamente legale possedere libri del Falun Gong e/o distribuire informazioni in merito, pertanto le lettere spedite dai praticanti non avrebbero mai dovuto essere usate come prova ammissibile per condannarli.

Gli avvocati hanno anche sottolineato che i praticanti non hanno causato alcun danno a nessun individuo o alla società in generale, tanto meno hanno minato l’applicazione della legge.

Gli avvocati di Guo e Chen hanno ribadito queste argomentazioni nei loro ricorsi, ma il tribunale intermedio di Dongying ha rifiutato di tenere un’udienza per ascoltarle.

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