(Minghui.org)

Nome: Zhu YuxiaNome cinese: 朱玉侠Sesso: DonnaEtà: 54Città: ChangchunProvincia: JilinOccupazione: proprietaria di un negozioData del decesso: metà luglio 2023Data dell’ultimo arresto: 3 marzo 2023Luogo di detenzione più recente: stazione di polizia locale

Verso la metà dello scorso mese di luglio una praticante di 54 anni, residente a Changchun nella provincia dello Jilin, è deceduta pochi giorni dopo essere stata processata presso la sua abitazione da funzionari del tribunale locale, per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Zhu Yuxia, originaria di Liaocheng nella provincia dello Shandong, ha vissuto per molti anni a Dehui nella provincia dello Jilin, prima di trasferirsi nella capitale Changchun.

Nel 2007, in piena persecuzione, Zhu ha iniziato a praticare il Falun Gong mentre viveva a Dehui. I principi di Verità-Compassione-Tolleranza le hanno permesso di migliorare il suo cattivo carattere e di abbandonare la sua mentalità fortemente competitiva. È stata in grado di dare poco peso alla fama e agli interessi personali, e non ha mai esitato ad aiutare chiunque avesse bisogno.

La donna è stata presa di mira per la sua fede subito dopo aver iniziato a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla persecuzione. È stata arrestata diverse volte e una volta è stata condannata a un anno di prigione.

L’ultimo calvario deriva da un arresto avvenuto l’anno scorso

Il 29 settembre dell’anno scorso Zhu è stata arrestata in casa da un gruppo di agenti delle stazioni di Xiguang e di Changde, nel distretto di Kuancheng a Changchun.

Durante l’esame fisico richiesto, la donna è risultata affetta da epatite B e da cirrosi epatica. È stata quindi rilasciata agli arresti domiciliari, con il telefono strettamente monitorato.

Sentenza penale emessa ancora prima di essere accusata

Alle 15:00 del 7 novembre Zhang Bairui della stazione di Xiguang, che si occupava del suo caso, e un altro funzionario (forse un dipendente della procura distrettuale di Kuancheng) si sono presentati al centro commerciale dove Zhu gestiva il suo negozio e le hanno ordinato di recarsi in procura per fare una deposizione.

La donna ha declinato l’invito per mancanza di tempo. Tuttavia, quando Zhang ha minacciato di usare la forza, Zhu è stata costretta ad andare con loro. Di seguito è riportato il suo personale resoconto di ciò che è accaduto nell’ufficio del procuratore.

“Dopo essermi recata alla Procura del distretto di Kuancheng, durante il check-in l’addetto alla reception mi ha chiesto un documento. Non ricordavo il numero della mia carta d’identità e il funzionario ha detto che poteva inventarne uno per me. Mentre scriveva il numero inventato, ho visto che teneva in mano un modulo intitolato “Sentenza in un caso penale” con sopra il mio nome. Dopo essersi accorto che l’avevo notato, ha messo via il modulo, così non ho più avuto modo di leggere cosa c’era scritto”.

“Un procuratore di nome Yao ha detto di essere responsabile del mio caso e, dopo il check-in, mi ha interrogata. Mi sono rifiutata di confermare ciò che la polizia aveva confiscato a casa mia. Più tardi ha scritto sul verbale della deposizione: “Non ha risposto o si è rifiutata di rispondere ad alcune domande”.

“Dopo la deposizione, Zhang mi ha riportata alla sua stazione di polizia. Ho chiesto quale sarebbe stato il prossimo passaggio e lui mi ha risposto che il caso sarebbe stato trasmesso al tribunale. Il funzionario ha continuato: “Ma non c’è bisogno di andare in tribunale, perché sappiamo che lei ha l’epatite B. Le faremo scontare la pena fuori dal carcere. Non si preoccupi e continui a vivere la sua vita”.

“Gli ho chiesto di restituirmi il denaro confiscato. Ha detto di non aver mai preso denaro dal mio appartamento, durante il mio arresto. Gli ho ricordato che un agente di nome Dayue aveva preso i soldi dalla tasca del mio cappotto. Dayue mi ha anche chiesto a cosa servissero i soldi e io gli ho risposto che servivano per pagare l’affitto della mia attività al centro commerciale”.

“Zhang ha chiamato Dayue, che ha negato di aver preso i miei soldi. Zhang mi ha chiesto di andare a casa e di aspettare ulteriori aggiornamenti”.

“Dopo essere tornata a casa e aver riflettuto meglio sulla sentenza, mi sono resa conto che l’azione penale contro i praticanti del Falun Gong era solo una formalità, perché tutto era già stato stabilito da tempo. Di solito, il tribunale emette una sentenza penale dopo aver tenuto un processo contro un imputato. Io non ero ancora stata incriminata, ma avevano già preparato una sentenza penale contro di me”.

Una volta tornata a casa, Zhu ha sentito una forte pressione a causa della persecuzione e della possibile condanna alla prigione. Per due giorni non è stata in grado di svolgere alcuna faccenda domestica.

Nuovamente arrestata

Il 3 marzo di quest’anno Zhu si è recata a far visita a un praticante, nella vicina città di Dehui, ma è stata arrestata prima di entrare nell’appartamento.

Gli agenti del dipartimento di polizia distrettuale di Kuancheng, della stazione di Xiguangchang nella città di Changchun e dell’ufficio per la sicurezza interna di Dehui l’hanno condotta al centro di detenzione di Changchun. Non avendo superato l’esame fisico richiesto, le è stata negata l’ammissione.

L’11 marzo è stata rilasciata.

Accusa e processo

Il 5 giugno scorso la donna è stata formalmente incriminata dalla Procura del distretto di Kuancheng. A quel tempo, le sue condizioni di salute erano già peggiorate a causa della pressione esercitata dall’incessante persecuzione. L’addome e la parte inferiore del suo corpo si erano gonfiati e il 7 luglio è entrata in coma.

Nel mese di luglio, un gruppo di persone del tribunale distrettuale di Kuancheng si è presentato presso la sua abitazione e ha tenuto un’udienza sul suo caso. I funzionari hanno minacciato di concludere il processo contro di lei in breve tempo.

Pochi giorni dopo Zhu è deceduta.

Precedenti persecuzioni: arresti multipli e condanna a un anno di prigione

Nel 2007, non molto tempo dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong a Dehui, nella provincia dello Jilin, Zhu è tornata nella sua città natale, Liaocheng, nella provincia dello Shandong. A Liaocheng aveva ancora un negozio a cui pensare. Il 10 giugno 2007 gli agenti dell’Ufficio 610 e dell’Ufficio per la sicurezza interna l’hanno arrestata e le hanno confiscato gli oggetti più costosi dal suo negozio. Il 22 dicembre 2007 l’Ufficio 610 di Dehui l’ha prelevata da Liaocheng e l’ha riportata in città per condurla in prigione. All’inizio di gennaio 2008 la donna è stata rilasciata.

Alle 9:00 del 23 settembre 2012 la stazione di Guangming, nella città di Dehui, ha arrestato la donna a casa sua; le ha confiscato il computer e i libri del Falun Gong. È stata trattenuta per 15 giorni.

Il 25 marzo 2014 l’Ufficio per la sicurezza interna di Dehui ha arrestato Zhu. Non avendo trovato denaro a casa sua, l’ufficiale Yang Yanqiu le ha persino chiesto: “Dove sono tutti i tuoi soldi?”. Gli agenti le hanno confiscato i libri del Falun Gong e l’attrezzatura utilizzata per installare un’antenna parabolica e ricevere programmi televisivi esteri non censurati.

Zhu è stata trattenuta nella prigione della città di Changchun per 15 giorni prima di essere trasferita, il 9 aprile 2014, al terzo centro di detenzione di Changchun. Durante l’esame fisico le è stata riscontrata l’epatite B e le è stata inizialmente negata l’ammissione. L’agente Lou Xingyan dell’Ufficio per la sicurezza interna di Dehui ha dato 10.000 yuan (circa 1.260 euro) al segretario del comitato politico del centro di detenzione, che ha accettato di accogliere la donna.

Tre giorni dopo, improvvisamente, Zhu non riusciva più a camminare normalmente. Aveva la nausea e ha vomitato. Il centro di detenzione ha chiamato l’Ufficio per la sicurezza interna di Dehui, chiedendo di venire a prenderla. Il 14 aprile 2014, invece di rilasciarla, gli agenti Liu e Yang l’hanno trasferita all’ospedale per i lavori forzati di Changchun.

Nell’agosto 2014 il tribunale di Dehui ha condannato Zhu a un anno di prigione. I suoi familiari non sono mai stati informati dell’udienza in tribunale. Hanno saputo da un informatore che, quando si è tenuto il processo, la donna era in coma. Sette agenti l’hanno fatta salire su una sedia e l’hanno portata dal primo al quarto piano, dove si trovava l’aula del tribunale, filmando l’intera scena.

Il 14 ottobre 2014 Zhu è stata ammessa nel carcere femminile della provincia dello Jilin.

Le guardie carcerarie hanno istigato le detenute a torturarla e queste l’hanno picchiata e insultata. L’hanno anche costretta a sedersi su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo. Le sue natiche si sono incancrenite e trasudavano pus, che si è attaccato allo sgabello. Quando finalmente le è stato permesso di alzarsi, le croste si sono staccate dallo sgabello, causandole molto dolore.

Durante la prigionia, Zhu è stata portata in ospedale per sottoporsi a iniezioni sconosciute.