(Minghui.org) Tra la mezzanotte e le 2:00 dell’11 gennaio dell’anno scorso almeno 17 residenti della contea di Shenze, nella provincia dell’Hebei, sono stati arrestati per la loro fede condivisa nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Alla maggior parte dei praticanti è stato messo in testa un cappuccio nero e sono stati portati in un hotel, dove sono stati trattenuti e interrogati per un massimo di 16 giorni, prima di essere trasferiti in varie strutture di detenzione locali.
In precedenza il sito Minghui ha riferito che, lo scorso 4 aprile, otto dei praticanti sono stati processati dal tribunale della città di Jinzhou e, in circa due mesi, sono stati condannati:
He Hongyan è stata condannata a cinque anni e multata di 40.000 yuan (circa 5.084 euro);Liu Xiaomiao, di 76 anni, Jiao Yaqin e Du Guofang, di 52 anni, sono stati condannati a tre anni e multati di 30.000 yuan (circa 3.813 euro) ciascuno;Liu Yuru, di 55 anni, è stata condannata a due anni e mezzo, oltre a una multa di 25.000 yuan (circa 3.178 euro);Tian Xuan è stata condannata a due anni e multata di 20.000 yuan (circa 2.542 euro);Ma Tongxin e Liu Chengwu sono stati condannati a un anno e 10 mesi, oltre a una multa di 15.000 yuan (circa 1.906 euro) ciascuno.
È stato recentemente confermato che un’altra praticante presa di mira durante la retata di mezzanotte della polizia, Zhang Huixin, è stata processata insieme agli otto praticanti sopra citati ed è stata condannata al carcere nello stesso momento. La sua pena detentiva esatta è ancora da indagare.
A mezzanotte del 10 gennaio dell’anno scorso Zhang, di 71 anni, stava dormendo profondamente, quando è stata svegliata da forti rumori. Diversi agenti avevano forzato la sua porta di casa ed erano entrati nell’abitazione. La donna ha chiesto perché si trovassero in casa sua e un agente ha urlato: “Per questo!”, indicando il calendario sulla sua scrivania con i messaggi del Falun Gong.
La donna è stata portata in una stazione di polizia, dove è stata interrogata con le manette ai polsi.
La notte successiva, la polizia ha messo un cappuccio nero sulla testa di Zhang che non aveva nessuna apertura e lei non riusciva a vedere né a respirare bene; a tratti si sentiva soffocare. È stata quindi condotta in un altro luogo, dove la polizia l’ha fatta sedere su una sedia con le manette inserite nelle fessure dello schienale. Più tardi gli agenti hanno spostato la sedia in un luogo dove c’era una brezza costante di vento.
Zhang è rimasta seduta sulla sedia per diversi giorni prima di potersi alzare. In seguito, è stata portata in una stanza e le è stato ordinato di sedersi su un cuscino di gommapiuma posto sul pavimento. Non le è stato permesso di alzarsi o sdraiarsi. Le manette e il cappuccio nero non venivano mai tolti, tranne quando era l’ora del pasto o dell’interrogatorio. Poteva sentire gli altri tossire e camminare nella stanza. Ha anche sentito qualcuno lamentarsi per il dolore.
La polizia ha rimesso Zhang sulla sedia al vento per un giorno, quando si è rifiutata di rispondere alle loro domande.
Intorno al 24 gennaio dell’anno scorso la donna è stata portata all’ospedale della città di Jinzhou per un esame fisico. La polizia non le ha tolto il cappuccio nero fino all’ospedale. Il giorno successivo è stata trasferita al secondo centro di detenzione della città di Shijiazhuang. Anche in questo caso ha dovuto tenere il cappuccio nero durante il tragitto.
Durante la detenzione, Zhang è stata portata due volte al Dipartimento di polizia della città di Jinzhou per essere interrogata, sempre indossando il cappuccio nero fino all’arrivo.
Il 3 marzo dell’anno scorso la praticante è stata rilasciata su cauzione. Non è chiaro se sia stata ripresa in custodia per scontare la pena dopo che, lo scorso mese di giugno, era stata condannata.
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