(Minghui.org) Lo scorso 11 settembre un uomo di 66 anni, residente a Xi’an nella provincia dello Shaanxi, è stato condannato a quattro anni di prigione e multato di 10.000 yuan (circa 1.286 euro) per la sua nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Miao Zhongjun ha presentato ricorso contro l’ingiusta condanna.

Il 10 marzo dell’anno scorso l’uomo è stato arrestato e, il 23 maggio, è comparso davanti al giudice. Secondo gli esperti legali, il tribunale ha impiegato fino a settembre per emettere un verdetto di colpevolezza, forse perché ha dovuto consultarsi con l’alta corte provinciale, dato che né loro né la corte d’appello hanno voce in capitolo sui casi del Falun Gong.

I genitori di Miao, che si erano affidati a lui per le cure, erano così sconvolti dal suo arresto che sono deceduti uno dopo l’altro. Il 13 marzo scorso è deceduta sua madre, mentre il padre è deceduto il 22 maggio. Non è stato permesso all’uomo di vederli prima della loro morte, né di partecipare ai loro funerali.

Arresto

Il 10 maggio dell’anno scorso Miao è stato arrestato a casa dei suoi genitori, dov’era rimasto per prendersi cura di loro. Gli agenti lo hanno ammanettato dietro la schiena e gli hanno confiscato i suoi effetti personali.

Tre giorni dopo, quando è stato rilasciato su cauzione, la polizia ha detto ai suoi genitori che le condizioni di rilascio sarebbero state valide per un anno, dopodiché sarebbero state revocate se, durante tale periodo, non avesse commesso alcun crimine.

Due mesi dopo, il 25 luglio, la polizia lo ha ingannato facendolo uscire dall’appartamento dei genitori e lo ha arrestato, poche ore dopo che la Procura distrettuale di Xincheng aveva approvato il suo mandato di arresto. Solo allora Miao ha capito che la polizia stava cercando di perseguirlo.

L’arresto e la detenzione del figlio sono stati un duro colpo per sua madre, Li Fenghua. La sua mancanza le ha fatto passare molte notti insonni e, dopo poco, le è stata diagnosticata una malattia in fase terminale.

Negli ultimi giorni di vita ha pianto con enorme dolore, chiedendo di vedere Miao per l’ultima volta. La nuora ha chiesto al giudice Quan Borong che il marito fosse rilasciato per rivedere la madre, ma il giudice ha respinto la richiesta. Il 13 marzo la madre di Miao è deceduta, 10 giorni prima dell’udienza. Suo marito, devastato, è deceduto due mesi dopo.

All’avvocato è stato impedito di esaminare i documenti del caso

Quando l’avvocato di Miao si è recato alla Procura del distretto di Lianhu per esaminare i documenti del suo caso, il pubblico ministero Zhao Shiyuan gli ha chiesto se avesse firmato un accordo di rappresentanza con la famiglia del suo assistito, se le avesse fornito la ricevuta del pagamento e se avesse notificato all’ufficio giudiziario locale che stava rappresentando un praticante del Falun Gong.

Zhao ha aggiunto che il caso di Miao riguardava segreti di Stato e di aver dovuto chiedere il permesso al suo supervisore, prima di permettere all’avvocato di esaminare i documenti. Inoltre, si è rifiutata di fornirgli il proprio numero di telefono, dicendo che lo avrebbe contattato in caso di aggiornamenti. Ha anche chiesto i dati personali del familiare di Miao che lo aveva assunto. L’avvocato si è rifiutato di rispondere e ha detto che era illegale che lei chiedesse informazioni private sul suo cliente.

Dopo aver lasciato l’ufficio di Zhao, l’avvocato ha sporto denuncia contro di lei, ma senza successo. Zhao ha incriminato Miao e il giorno successivo ha trasferito il caso al tribunale distrettuale di Lianhu, senza permettere all’avvocato di esaminare il relativo incartamento.

Dal 2014 il Procuratore e il Tribunale del Distretto di Lianhu sono stati incaricati dal Comitato per gli Affari Politici e Legali di gestire i casi del Falun Gong nella città di Xi’an. Molti praticanti del Falun Gong sono stati condannati da loro, tra cui le signore Xiao Chunhong, Liu Caixian e Song Qiuxia.

Processo

Il 23 marzo scorso Miao è comparso davanti al tribunale del distretto di Lianhu e il suo avvocato ha presentato per lui un’istanza di non colpevolezza.

Le prove dell’accusa includevano testimonianze di persone con cui Miao aveva parlato del Falun Gong, oltre a libri e materiale informativo, riconducibili alla pratica spirituale, confiscati a casa sua. L’avvocato ha sostenuto che l’ufficio cinese per le pubblicazioni nel 2011 ha revocato il divieto sui libri del Falun Gong. Per questo motivo, Miao non avrebbe dovuto essere accusato di possedere e distribuire tale materiale o di parlare del Falun Gong con le persone.

Il procuratore Zhao ha mostrato solo le foto delle presunte prove contro di lui e il suo avvocato ha sostenuto che senza vedere le prove fisiche reali, sarebbe stato impossibile determinarne l’autenticità. Il procuratore ha affermato che il Dipartimento di polizia della città di Xi’an aveva verificato e le prove erano “propaganda illegale”. L’avvocato ha ribattuto che, per legge, solo un’agenzia forense indipendente e terza ha l’autorità di esaminare e autenticare le prove dell’accusa.

Il procuratore ha minacciato di infliggere a Miao una pena pesante, perché si è rifiutato di dichiararsi colpevole. L’uomo ha sostenuto di non aver violato alcuna legge e ha chiesto al procuratore: “Se praticare Verità-Compassione-Tolleranza è considerato un culto, allora per favore mi dica cosa pensa sia una pratica giusta?”.

Il procuratore ha anche chiesto all’imputato dove avesse preso il materiale del Falun Gong. Miao si è rifiutato di rispondere.

Il fratello di Miao lo ha rappresentato come difensore della famiglia. Ha detto che suo fratello non avrebbe mai dovuto essere perseguito per aver esercitato il suo diritto costituzionale alla libertà di credo. Inoltre, la distribuzione di materiale del Falun Gong non ha causato alcun danno a nessun individuo o alla società in generale, tanto meno ha minato l’applicazione della legge, come sostenuto dall’accusa.

Il fratello più giovane ha anche detto che suo fratello maggiore, si è preso cura della madre di 86 anni e del padre di 97, un veterano che aveva ancora un proiettile in corpo dopo aver combattuto per il suo Paese. Spesso insegnava ai suoi fratelli a essere gentili e premurosi.

Gli altri tre familiari di Miao, che hanno assistito all’udienza, sono stati fatti sedere negli angoli, circondati da ufficiali giudiziari, i quali hanno minacciato di farli uscire dall’aula se non avessero seguito le loro disposizioni.

Lo scorso 11 settembre Miao è stato condannato e tutti i suoi beni legittimi sono stati confiscati. La sua pena detentiva è stata fissata dal 25 luglio dell’anno scorso al 22 luglio 2026.

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