(Minghui.org) Lo scorso 16 settembre una donna di 87 anni della città di Qingdao, nella provincia dello Shandong, è stata condannata a un anno di prigione e multata di 5.000 yuan (circa 647 euro), per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Yang Yuzhen è stata condannata in seguito a un episodio del 28 luglio dell’anno scorso, quando gli agenti hanno fatto irruzione in casa di sua figlia, dove viveva. La polizia di Badahu l’ha presa di mira dopo che un video di sorveglianza la mostrava mentre estraeva dalla tasca una chiavetta USB. Essendo la donna inserita nella lista nera dei praticanti del Falun Gong, la polizia sospettava che la chiavetta contenesse informazioni sulla pratica spirituale e che lei intendesse consegnarla a qualcuno.
Gli agenti hanno confiscato tutti i libri del Falun Gong della donna, ma non l’hanno arrestata. Il giorno successivo Yang è stata convocata alla stazione di polizia per verificare gli oggetti confiscati. Lei vi si è recata, ma si è rifiutata di firmare l’elenco degli oggetti. Ha esortato gli agenti a fermare la persecuzione dei praticanti del Falun Gong. La polizia le ha permesso di tornare a casa su cauzione.
Nello scorso mese di maggio un impiegato della procura distrettuale di Shibei ha chiamato Yang e le ha detto di entrare a firmare qualcosa come parte della normale procedura. La donna ha firmato il documento senza guardarlo attentamente, ma ben presto se n’è pentita.
Il 3 luglio scorso Yang è stata convocata dal tribunale distrettuale di Shibei, ma questa volta non ha firmato il documento che le è stato presentato. Invece, ha scritto sui documenti: “Verità, Compassione e Tolleranza sono buone”. L’impiegato le ha chiesto informazioni sulla sua situazione finanziaria, per vedere se potesse permettersi un avvocato e se avesse preferito averne uno d’ufficio. La donna ha detto di non aver firmato, perché non aveva infranto alcuna legge ed era al corrente che quasi tutti gli avvocati nominati dal tribunale avrebbero presentato una dichiarazione di colpevolezza, per una praticante del Falun Gong.
Pochi giorni dopo un avvocato nominato dal tribunale le ha fatto visita, anche se lei non ne ha mai richiesto uno. L’avvocato ha detto che, se avesse ammesso il suo crimine di “usare un’organizzazione di culto per indebolire l’applicazione della legge” (il pretesto standard usato per incastrare e condannare i praticanti del Falun Gong), avrebbe potuto ottenere una condanna leggera ed evitare la prigione.
Yang ha spiegato all’avvocato di non aver infranto alcuna legge praticando o possedendo libri del Falun Gong. Gli ha anche raccontato di come ha tratto beneficio dalla pratica. Entrambi i suoi figli sono deceduti nel fiore degli anni. Lei era addolorata e la sua salute stava peggiorando; aveva una malattia cardiaca e soffriva d’ipertensione. I suoi occhi erano molto sensibili alla luce e doveva tenere le tende tirate tutto il giorno. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, si è gradualmente ripresa dai sintomi ed è diventata anche più allegra. A 87 anni non aveva problemi a salire le scale.
Il 18 luglio il tribunale distrettuale di Shibei ha esaminato il caso di Yang. Lei ha confutato le accuse del pubblico ministero contro di lei e ha sottolineato che nessuna legge emanata in Cina criminalizza il Falun Gong o lo etichetta come una setta. Ha anche sottolineato che il divieto sulle pubblicazioni del Falun Gong è stato revocato nel 2011, il che significa che i libri del Falun Gong confiscati a casa sua erano totalmente legali e non potevano essere usati come prova contro di lei.
L’avvocato nominato dal tribunale era d’accordo con Yang e difendeva anche la sua innocenza, anche se gli era stato effettivamente ordinato di dichiararla colpevole.
Il 16 settembre scorso il giudice presidente Wang Hanzhi (+86-16653216061 interno 31) ha condannato Yang. Non è chiaro quando verrà riportata in custodia per scontare la pena.
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