(Minghui.org) Recentemente si è appreso che una donna di 54 anni, della città di Changchun nella provincia dello Jilin, è stata condannata a quattro anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il 19 luglio dell’anno scorso Liu Liying è stata arrestata e, in data sconosciuta, è stata condannata dal tribunale distrettuale di Kuancheng. I dettagli dell’incriminazione, del processo e della sentenza non sono ancora stati chiariti. Non è nemmeno chiaro dove la donna sia detenuta.

Non è la prima volta che Liu viene presa di mira per aver praticato il Falun Gong, al quale attribuisce il merito di aver ripristinato la sua salute. Prima d’iniziare a praticare nel maggio 1996, si ammalava spesso e la sua emicrania era particolarmente debilitante. Ogni volta che aveva una crisi, oltre a vomitare in continuazione, si sentiva così stordita da non riuscire a camminare, mangiare o bere. Le sue sofferenze sono terminate con la pratica del Falun Gong. Tuttavia, dopo l’inizio della persecuzione nel 1999, è diventata un bersaglio da parte delle forze dell’ordine. La polizia e il comitato di strada la molestavano sistematicamente, sia a casa che sul posto di lavoro. Per non coinvolgere il suo datore di lavoro, Liu si è licenziata, lottando per arrivare a fine mese.

A metà del mese di giugno 2000 Liu si è recata a Pechino per fare appello in favore del Falun Gong ed è stata arrestata. La polizia l’ha riportata a Changchun e l’ha trattenuta per 15 giorni, oltre a multarla di 2.000 yuan (circa 260 euro).

Il 28 settembre 2001 gli agenti della stazione di polizia di Gongnong hanno prelevato Liu e l’hanno trattenuta, per un periodo di tempo imprecisato, in un centro per il lavaggio del cervello.

Una notte, all’inizio di marzo 2002, la polizia di Changchun ha effettuato un arresto di gruppo dei praticanti locali del Falun Gong. Più di 10 agenti hanno scavalcato la recinzione dell’abitazione di Liu e sono entrati nel suo cortile. Hanno bussato alla porta e lei li ha fatti entrare. Gli agenti hanno rovistato dappertutto e la madre di Liu, che viveva con lei, era talmente terrorizzata che ha avuto un episodio di cardiopatia.

Quella notte la polizia, per qualche motivo sconosciuto non ha arrestato Liu, ma lei ha deciso di vivere lontano da casa per evitare di essere nuovamente molestata.

Intorno alle 19:00 del 26 novembre 2022 la donna è stata nuovamente arrestata da cinque agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Jiutai, che l’hanno portata al locale centro di detenzione, dove è stata interrogata e torturata. Liu è stata costretta a sedersi su una panca lunga, con le gambe appoggiate, la schiena dritta e le braccia legate dietro la schiena. In seguito è stata bendata e le è stata coperta la testa con un sacchetto di plastica. Gli agenti le hanno premuto la testa con forza e hanno stretto il sacchetto di plastica. La donna ha rischiato di soffocare. Nel frattempo, gli aagenti le hanno tirato le braccia il più possibile provocandole un dolore lancinante. Le hanno ordinato di rivelare i nomi degli amici praticanti del Falun Gong. Quando si è rifiutata di obbedire, l’hanno schiaffeggiata e colpita alla testa, mentre la insultavano.

Il 9 gennaio 2004 il tribunale distrettuale di Jiutai ha condannato Liu a nove anni. La donna è stata trasferita nel carcere femminile di Heizuizi, dove è stata costretta dalle guardie a guardare video anti-Falun Gong. Inoltre, è stata sottoposta a varie forme di tortura, tra cui lo stare seduta su un piccolo sgabello per lunghi periodi, le percosse elettriche, la reclusione in cella d’isolamento, il letto della morte (i suoi quattro arti venivano legati ai pali del letto in una posizione a mezz’aquila sospesa nell’aria, mentre le guardie facevano pressione su di lei), la privazione del sonno e il divieto di usare il bagno. La donna ha vissuto ogni giorno nella paura.