(Minghui.org)

Nome: Yao JingjiaoNome in cinese: 姚静娇Genere: DonnaEtà: 84 anniCittà: JieyangProvincia: GuangdongOccupazione: SconosciutaData di morte: 20 novembre 2024Data dell'ultimo arresto: 5 maggio 2023Ultimo luogo di detenzione: Carcere femminile provinciale del Guangdong

Yao Jingjiao è morta il 20 novembre scorso, a distanza di alcune settimane dal rilascio dal carcere per gravi motivi di salute. Mancava solo un mese al suo 85° compleanno.

Yao era tornata alla sua città natale in ambulanza il 25 ottobre scorso, dopo essersi aggravata mentre scontava una pena di tre anni al Carcere femminile provinciale del Guangdong, a Guangzhou, per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio del 1999.

Nelle sue ultime settimane di vita Yao veniva di frequente molestata dalle autorità, Anche otto giorni prima del decesso ai suoi familiari era stato ordinato di farle una foto e farla pervenire alle autorità, perché giudicassero se stava abbastanza bene per essere rimessa in carcere.

Il suo calvario era iniziato con l'arresto del 14 giugno 2020. Il giorno dopo era stata rilasciata su cauzione, ma nel novembre del 2022 era stata condannata a tre anni con una multa di 30.000 yuan (circa 3.900 euro). Era rimasta in libertà su cauzione fino al 5 maggio dello scorso anno, quando la Divisione per la sicurezza interna l'aveva sottoposta ad un esame medico. Yao aveva la pressione alta, ma la polizia l'ha comunque portata al Centro di detenzione distrettuale di Jiedong, dove è stata tenuta fino al trasferimento nel Carcere femminile provinciale del Guangdong all'inizio di luglio dello scorso anno. A causa della sua persistente pressione alta e della salute che continuava a peggiorare, la prigione l'ha ricoverata nel suo ospedale interno il giorno dell'incarcerazione.

Il 9 settembre scorso si era rotta una gamba, ma la prigione lo aveva comunicato ai familiari solo a metà settembre, dicendo loro di andare in prigione a firmare il consenso per l'intervento chirurgico. Loro ci sono andati ma non l'hanno vista. Dopo aver firmato il documento il carcere ha però detto che l'intervento doveva essere cancellato, in quanto Yao era in condizioni critiche.

A metà ottobre di quest'anno la prigione aveva chiamato di nuovo i familiari e aveva chiesto loro di andare all'Ufficio 610 di Jiayang per chiedere l'approvazione del rilascio di Yao per motivi di salute. I familiari si sono mossi subito, ma l'Ufficio 610 ci ha messo una settimana per approvare la richiesta. Il carcere comunque non l'ha rilasciata immediatamente, ma ha estorto 30.000 yuan alla famiglia in tre occasioni prima di farlo.

La mattina presto del 25 ottobre scorso la prigione ha fatto portare Yao in ambulanza all'Ospedale di medicina cinese di Jieyang. I familiari, che la stavano aspettando all'ingresso dell'ospedale, sono rimasti scioccati nel vedere una donna quasi irriconoscibile, quando è stata portata fuori dall'ambulanza. Era in stato semi vegetativo e aveva la bocca aperta. Poteva muovere gli occhi, ma non parlare.

Yao Jingjiao priima della recente incarcerazioneYao Jingjiao al momento del rilascio per motivi di salute

La guardia che la scortava ha detto che la sua gamba sinistra non era ancora guarita e che aveva un’insufficienza multiorgano. Ha aggiunto che la prigione la consegnava formalmente ai familiari e ha ordinato loro di firmare una liberatoria che avrebbe solleto il carcere da ogni responsabilità se fosse accaduto qualcosa a Yao. Loro si sono rifiutati di firmare e la guardia ha minacciato di riportarla in carcere, così hanno ceduto e firmato, poi l'hanno portata in fretta e furia in ospedale.

Dopo alcuni giorni in rianimazione Yao ancora non mostrava segni di miglioramento e, il pomeriggio del 4 novembre scorso, non riusciva a mangiare e aveva il respiro corto. Il personale ospedaliero non voleva che morisse mentre era in cura presso di loro, così l’hano dimessa quel giorno stesso.

Yao al suo ritorno a casa ha ritrovato la lucidità mentale, grazie alle meticolose cure della famiglia, ma non riusciva a deglutire il cibo e l'acqua, quindi era affamata e assetata, il che ha peggiorato le sue condizioni. Non è chiaro per quale motivo la famiglia non potesse farle delle flebo o nutrirla col sondino.

Nonostante le sue gravi condizioni, l'Ufficio 610 aveva dato ordini ai funzionari del villaggio di infastidirla a casa e scattarle delle foto; il 12 novembre hanno persino chiamato i familiari e ordinato loro di farle una foto e mandarla alle autorità. Yao è morta otto giorni dopo.

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