(Minghui.org) Il 26 dicembre dell’anno scorso una donna di 72 anni residente a Tianjin è stata condannata a un anno per aver praticato il Falun Gong. Poiché Liu Shuling non ha superato l’esame medico richiesto per l’ammissione in carcere, al momento della stesura del presente articolo è ancora in libertà provvisoria.

All’inizio di ottobre del 2022 Liu è stata arrestata, dopo essere stata denunciata per aver parlato del Falun Gong alla gente. La polizia ha perquisito la sua casa, ma non ha portato via nulla. La donna è stata rilasciata su cauzione lo stesso giorno, dopo che i suoi familiari hanno pagato una cauzione di 5.000 yuan (circa 650 euro).

Durante la prima udienza del 6 novembre dell’anno scorso, Liu ha cercato di chiarire i fatti del Falun Gong ai giudici e ai presenti. La polizia l’ha incolpata di avere un cattivo atteggiamento e ha detto che il tribunale avrebbe potuto tenere un’altra udienza per risolvere il suo “crimine”. Non è chiaro se la seconda udienza sia avvenuta prima della condanna del 26 dicembre.

Persecuzioni passate

Liu vive a Lutai, nel distretto di Ninghe, a Tianjin. Nel 1994 iniziò a praticare il Falun Gong e, dopo tre anni di tormento causati da una patologia, guarì e i suoi familiari tornarono ad essere felici. Quando il regime comunista ordinò la persecuzione nel luglio 1999, tre mesi dopo Liu si recò a Pechino per fare appello al diritto di praticare il Falun Gong, ma fu arrestata e trattenuta nel Centro di detenzione di Tiananmen. Dopo essere stata scortata a Tianjin, venne prima reclusa nel centro di detenzione del distretto di Ninghe e poi trasferita in un centro per il lavaggio del cervello situato all’interno dell’edificio governativo della città di Lutai, dove fu reclusa per oltre 20 giorni e costretta a guardare materiale anti-Falun Gong. Venne rilasciata dopo averle estorto 3.300 yuan (circa 430 euro).

Da allora, Liu non ha vissuto un solo giorno in pace. La polizia andava spesso a molestarla, bussando alla porta nel cuore della notte. Nel dicembre 2000, fu arrestata sei volte e molestata cinque. Nel gennaio 2001, venne nuovamente portata al centro per il lavaggio del cervello del governo della città di Lutai, dove fu trattenuta per otto giorni. Dopo aver trascorso un altro mese nel centro di detenzione del distretto di Ninghe, le vennero dati due anni e mezzo nel campo di lavoro forzato per donne di Banqiao, a Tianjin.

Nel campo di lavoro, oltre a stare lunghe ore in piedi, Liu è stata costretta a lavorare senza retribuzione. Il suo compito era quello di trasportare sacchi di fagioli del peso di quasi 50 chilogrammi in un luogo designato e di smistarli. Dopodiché, li insacchettava e li riportava indietro. Dopo oltre 10 ore di lavoro intensivo, durante la notte era costretta a guardare la propaganda anti-Falun Gong. A causa degli abusi ha sviluppato un problema cardiaco. Tuttavia, le guardie le hanno permesso di riposare solo per tre giorni, prima di costringerla a lavorare di nuovo. A causa delle sue deboli condizioni fisiche, è stata rilasciata un anno dopo per ricevere cure mediche. Poiché la polizia continuava a perseguitarla regolarmente e a monitorare la sua vita quotidiana, i suoi familiari erano sottoposti a enormi pressioni. È stata costretta a vivere lontano da casa per nascondersi dalla polizia.

Nel 2004 Liu si è recata a casa della figlia maggiore per accudire la nipotina di tre anni. Un giorno di marzo di quell’anno, non appena la figlia e il genero sono usciti per andare al lavoro, Wang Guiwang, capo della stazione di polizia di Lutai, insieme ad altri sei agenti, ha fatto irruzione. Hanno arrestato con la forza Liu e hanno lasciato la nipotina a casa da sola. La bambina era terrorizzata e continuava a piangere. La polizia non ha informato la figlia di Liu del suo arresto finché non ha finito di perquisire l’abitazione. Quando la figlia è tornata a casa, la bambina se l’era fatta addosso. Ha sofferto di incontinenza urinaria per sei mesi.

Liu è stata portata al centro di detenzione del distretto di Ninghe e ripetutamente interrogata dagli agenti Zu Jun e Zhang. Era molto debole, aveva vertigini e nausea. Anche quando era costretta a letto, la polizia non le forniva alcuna assistenza medica. Nel dicembre 2004 il tribunale del distretto di Ninghe l’ha condannata a quattro anni di reclusione.

Dopo che Liu è stata trasferita nel carcere femminile di Tianjin, le guardie hanno fatto in modo che le detenute la torturassero. Ogni giorno dalle 6:00 alle 21:00 era costretta a sedersi su un piccolo sgabello con una superficie irregolare, anche durante il pranzo. Le guardie le mettevano una penna tra le gambe. Doveva tenere il corpo dritto e guardare avanti. Qualsiasi deviazione dalla postura richiesta avrebbe comportato percosse e abusi verbali. Doveva chiedere il permesso alle detenute per andare in bagno, cosa che poteva avvenire solo in fasce orarie prestabilite.

Dopo pochi giorni di permanenza, le sue natiche si sono incancrenite. Il sangue e il pus si seccavano sui pantaloni e, quando se li toglieva, sentiva dolore come se si staccasse la pelle. Dopo sei mesi di posizione da seduta, le sue gambe erano diventate estremamente gonfie e aveva dolori atroci nella parte bassa della schiena. La pressione sanguigna era pericolosamente alta, e aveva difficoltà a respirare e a camminare. Il 10 marzo 2008 è stata rilasciata.

Il 10 settembre 2014 gli agenti della stazione di polizia di Lutai hanno fatto di nuovo irruzione nell’abitazione di Liu. Poiché non era in casa, non l’hanno arrestata, ma hanno confiscato il ritratto del fondatore del Falun Gong e altro materiale relativo alla pratica. È stata costretta a vivere lontano da casa per due settimane, durante le quali la figlia minore e il genero sono stati convocati dalla polizia e interrogati sui suoi spostamenti.

All’inizio di settembre 2021 la polizia si è presentata un’altra volta a casa di Liu, affermando che a giugno era stata ripresa da una telecamera di sorveglianza mentre parlava con delle persone del Falun Gong. Liu ha negato di essere stata lei, ma la polizia si è rifiutata di ascoltare. Gli agenti hanno fatto irruzione nella sua abitazione e confiscato i suoi libri sul Falun Gong e il ritratto del suo fondatore.

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