(Minghui.org) Dal 14 luglio dello scorso anno una donna di 49 anni della città di Qinhuangdao è detenuta per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina per il benessere della mente e del corpo perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Il caso di Liang Jun è ora all'attenzione del tribunale distrettuale e la praticante sta affrontando il processo; non è chiaro quando la procura della città di Funing l'abbia incriminata. Attualmente è reclusa nel centro di detenzione della città di Qinhuangdao.
La figlia chiede il rilascio della madre
Liang è stata vittima di violenza domestica e aveva divorziato da tempo dal marito. Le era stata affidata la custodia completa della figlia e l'aveva cresciuta da sola.
Il 14 luglio dello scorso anno, quando Liang è stata arrestata, la figlia era in vacanza dagli studi universitari e si trovava in casa quando è arrivata la polizia con la chiave dalla madre. Vedendo che c'era qualcuno in casa gli agenti se ne sono andati, per poi tornare due ore dopo con il personale di gestione della proprietà, muniti di mandato di perquisizione. Hanno fatto irruzione in casa di Liang e confiscato i suoi libri sul Falun Gong, due computer portatili e altri effetti personali.
La polizia ha prodotto una lista di oggetti confiscati e ha fatto firmare il documento a un dipendente dell'ufficio di gestione della proprietà, invece che alla figlia di Liang.
La figlia ha scritto una lettera di appello e l'ha spedita a decine di agenzie governative competenti, raccontando come sua madre le abbia insegnato a essere una brava persona, pur crescendola da sola. Ha chiesto alle autorità di fare giustizia e di rilasciarla, ma senza successo.
I genitori di Liang vengono molestati
Intorno al 7 febbraio, tre giorni prima del Capodanno cinese, il capo della stazione di polizia di Yanshan, guidato da un ufficiale, si è recato a casa dei genitori di Liang. Hanno chiesto alla coppia di anziani se fossero a conoscenza della lettera di appello della nipote alle agenzie governative. La coppia ha risposto di no e gli agenti sono andati via, senza dire come avrebbero risposto alla lettera di appello.
Intorno al 26 febbraio l'agente Zhao dell'Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Haigang ha chiamato il padre di Liang chiedendogli se avesse intenzione di visitare le agenzie governative competenti per chiedere il rilascio della figlia; il padre ha risposto di no.
In seguito un altro agente ha chiamato il padre di Liang, chiedendogli se stesse collaborando con l'avvocato della figlia per chiederne il rilascio. Il padre ha subito sospettato che il telefono del legale fosse stato messo sotto controllo, perché la polizia ha ripetuto ciò che gli aveva detto lui. La moglie ha deciso di recarsi all'Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Haigang per parlare con l'agente Zhao, che ha riferito di non avere voce in capitolo sul rilascio della figlia.
Il 28 febbraio la madre di Liang si è recata alla procura del distretto di Funing, ma è stata respinta. Al cancello la guardia ha affermato che c'è un nuovo procuratore capo che, per il momento, impedisce l’ingresso ai visitatori. La donna si è recata al tribunale distrettuale e l'assistente del giudice Shi Wenjing le ha detto che dovevano processare Liang perché il procuratore l'aveva incriminata e aveva trasmesso il caso a loro.
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