(Minghui.org) Lo scorso 21 settembre una donna di 78 anni, residente a Qinhuangdao nella provincia dell’Hebei, è stata processata per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Ni Guiyun si è rifiutata di ricorrere all’avvocato nominato dal tribunale, che aveva ricevuto l’ordine di dichiararla colpevole. Le è stato impedito di utilizzare il proprio difensore non avvocato per rappresentarla. Durante l’udienza in tribunale, il pubblico ministero ha letto ad alta voce un elenco di oggetti confiscati nella sua abitazione, senza presentare alcuna prova. Il giudice non ha chiamato a deporre nessun testimone dell’accusa e, dopo averle posto alcune domande, ha rinviato l’udienza.

Il calvario di Ni è nato da un arresto avvenuto il 9 settembre dell’anno scorso, per aver parlato del Falun Gong al mercato di Caigezhuang. La polizia ha scoperto il suo indirizzo di casa, dopo aver trovato la tessera dell’autobus per anziani nella sua borsa. Più tardi gli agenti hanno fatto irruzione nel suo appartamento. Il figlio ha pagato una cauzione di 1.000 yuan (circa 132 euro), ottenendo il suo rilascio il giorno stesso.

Lo scorso mese di aprile gli agenti hanno iniziato a molestarla a casa. Hanno quindi sottoposto il suo caso al Procuratore distrettuale di Funing, che era stato incaricato di gestire i casi del Falun Gong. Questi l’ha incriminata e, il 31 maggio, ha presentato il caso al tribunale.

Ni ha assunto un avvocato per scrivere un documento e spiegare la legalità della pratica del Falun Gong, condannando la sua ingiusta incriminazione. La donna intendeva presentare il materiale al Procuratore distrettuale di Funing, al Tribunale distrettuale di Funing e al Dipartimento di polizia del distretto di Beidaihe (che supervisiona la stazione di polizia di Caigezhuang e la stazione di polizia Stradale di Haining, entrambe incaricate di gestire il suo caso).

Il 26 giugno le sue amiche, Liang Jun, Hong Yanrong e Yu Shuyun, hanno accompagnato lei e il suo avvocato al Dipartimento di polizia del distretto di Beidaihe, per consegnare lettere e informazioni che invitavano la polizia a non perseguirla per la sua fede.

Per rappresaglia, il 14 luglio la polizia ha arrestato Liang e Hong. Al momento in cui scriviamo, entrambe sono ancora in custodia. Yu ha evitato di essere arrestata, perché non era in casa quando la polizia è arrivata.

Il tribunale distrettuale di Funing ha fissato l’udienza del caso di Ni per il 28 luglio, ma in seguito l’ha annullata.

Il 2 settembre la donna è stata informata che l’udienza del suo caso si sarebbe tenuta tre giorni dopo. Ha chiamato il giudice Shi Wenjing, per informarla che stava lottando contro l’ipertensione e che non le era fisicamente possibile partecipare al processo. Ha anche chiesto al giudice Shi perché la richiesta di un suo familiare di essere il suo difensore non avvocato fosse stata respinta. (Non è chiaro se l’avvocato assunto in precedenza da Ni abbia abbandonato il caso di sua iniziativa o se sia stato costretto dalle autorità a ritirarsi).

Shi ha detto che la donna avrebbe dovuto presentare una richiesta scritta, per rifiutare l’avvocato nominato dal tribunale, prima che la domanda di essere rappresentata dal difensore non avvocato possa essere approvata. Ni ha sostenuto che non esisteva alcuna legge che lo prevedesse e ha presentato un reclamo contro Shi, ma senza successo.

La mattina del 5 settembre la donna è stata convocata in tribunale e le è stato chiesto ancora di partecipare all’udienza prevista per quel giorno. Ni ha insistito sul fatto che non era in grado di andare. Nel pomeriggio il giudice Shi e l’agente Jiang Zixu della stazione di polizia di Haining Road si sono recati presso la sua abitazione e l’hanno interrogata sul perché non si fosse presentata all’udienza. Ni ha spiegato di non sentirsi abbastanza bene per partecipare ad un processo. Shi ha comunque cercato di farle pressione affinché accettasse l’avvocato nominato dal tribunale.

Il 21 settembre due agenti della stazione di polizia di Haining hanno bussato alla sua porta e l’hanno convinta con l’inganno ad aprire, sostenendo di essere del comitato residenziale. Vedendo il foglio con le parole “Pace, fortuna, benedizioni” sul tavolino, l’agente Li Guanghua le ha chiesto chi le avesse scritte. Ni non ha risposto, ma ha detto che si ricevono benedizioni se si è buoni e si dice la verità.

Li ha risposto: “Al giorno d’oggi tutte le persone mentono. Sappiamo che stai dicendo la verità, ma non puoi ottenere nulla in questo modo. Bisogna dire bugie”. Insieme all’altro agente, ha condotto Ni nell’auto della polizia e l’ha accompagnata al tribunale della contea di Funing per l’udienza.

In aula c’erano solo il giudice Shi e il pubblico ministero Zou Shumin. La donna ha chiesto a Shi perché non avesse informato il suo difensore di famiglia dell’udienza. Shi è rimasta in silenzio.

Il giudice le ha chiesto: “Si dichiara colpevole?”.

Ni ha negato di aver violato qualsiasi legge parlando del Falun Gong.

Il procuratore Zou ha letto l’elenco degli oggetti confiscati all’imputata ed è rimasto in silenzio per la maggior parte del tempo. Prima di concludere l’udienza il giudice Shi ha affermato: “Ne riparliamo più tardi”.

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