(Minghui.org) Una donna di 56 anni residente a Yangquan, nella provincia dello Shanxi, è stata portata nel carcere femminile provinciale nel gennaio scorso, dopo aver perso l'appello contro la sua condanna di tre anni e mezzo nel dicembre dello scorso anno.

Zhang Ruiping è stata arrestata il 19 aprile dell’anno scorso per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di mente e corpo perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio del 1999. È stata processata il 27 settembre dal tribunale della contea di Pingding e condannata due mesi dopo. In seguito il tribunale intermedio della città di Yangquan ha confermato il verdetto nel mese di dicembre.

Non è la prima volta che la signora Zhang viene presa di mira per aver praticato il Falun Gong, al quale attribuisce il merito di aver curato i suoi problemi di stomaco, l’enterite, il dolore alle ascelle, alle gambe e altri disturbi. Prima del suo ultimo calvario, è stata arrestata più volte nel corso degli anni. Per i dettagli sulle sue passate persecuzioni, si vedano gli articoli correlati alla fine.

L'ultimo arresto

Il 19 aprile dello scorso anno Wu Guoguang, capitano dell'Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Cheng, ha piazzato un gruppo di agenti davanti alla casa di Zhang. Non appena il figlio ha aperto la porta per andare al lavoro, gli agenti hanno fatto irruzione nell’abitazione.

Dopo aver prelevato Zhang l’hanno portata al Centro per il lavaggio del cervello della città di Yangquan, dove è stata costretta a leggere, guardare e ascoltare la propaganda anti-Falun Gong. Qiao Jinhua e Gao Lifang, due ex praticanti che avevano rinunciato al Falun Gong perchè sotto pressione, sono stati incaricati di "lavorare" su di lei.

Il 5 maggio il dipartimento di polizia di Yangquan e la stazione di polizia di via Nanshan hanno trasferito Zhang al centro di detenzione di Yangquan. Il 19 maggio la procura locale ha emesso un arresto formale nei suoi confronti, e a metà agosto ha sottoposto il caso al tribunale.

Processo

Il tribunale di Yangquan ha delegato il caso al tribunale della contea di Pingding, che ne è il subalterno. Zhang è stata processata il 27 settembre dello scorso anno. Il pubblico ministero l'ha accusata di "aver usato un'organizzazione di culto per minare l'applicazione della legge", un pretesto standard usato per incastrare e imprigionare i praticanti del Falun Gong.

L'avvocato di Zhang ha respinto le accuse mosse nei suoi confronti e ha sottolineato che nessuna legge promulgata in Cina ha mai criminalizzato il Falun Gong o lo ha etichettato come una setta.

Le prove dell'accusa comprendevano 2.000 yuan in banconote (circa 257 euro) confiscate dall’abitazione di Zhang e una plastificatrice che qualcuno ha affermato di aver visto usare dalla praticante per produrre materiale informativo sul Falun Gong.

Sulle banconote erano stampati messaggi per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione del Falun Gong, che non violavano in alcun modo la legge e non danneggiavano nessuno. Zhang e il suo avvocato hanno sfidato il pubblico ministero a presentare le banconote in tribunale, affinché tutti potessero vedere quali erano i messaggi stampati, dal contenuto non dannoso. Il pubblico ministero ha respinto la richiesta, tuttavia sia il "testimone" che la plastificatrice non si sono visti in aula, mentre di norma le prove dell'accusa dovrebbero essere presentate durante il processo.

L'udienza è avvenuta nel novembre dello scorso anno ed è durata poco più di un'ora, alla presenza di oltre 10 familiari e amici di Zhang. La donna è stata condannata a tre anni e mezzo di carcere.

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