(Minghui.org) Il 25 marzo di quest’anno il tribunale intermedio di Dalian, nella provincia del Liaoning, ha confermato l’ingiusta condanna di una residente locale per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Kong Qingping è stata condannata a sette anni con una multa di 30.000 yuan (circa 3.900 euro), dopo tre udienze tenutesi presso il tribunale distrettuale di Ganjingzi durante lo scorso anno (il 10 aprile, il 22 settembre e il 10 novembre). Dopo aver perso il ricorso, ha presentato un’istanza al tribunale intermedio di Dalian affinché riesamini il caso.

È tuttora reclusa nel centro di detenzione di Dalian (anche noto come centro di detenzione Yaojia) e sua figlia, che vive a san Francisco negli Stati Uniti, si sta attivando per chiederne il rilascio.

Il Falun Gong le ha salvato la vita

Kong ha intrapreso la pratica nel 2004, nel mezzo della persecuzione del Falun Gong. Quell’anno aveva sofferto di una febbre persistente e le era stata diagnosticata la setticemia. La situazione era grave e nessuna cura sembrava avere effetto su lei. Poi aveva deciso di praticare il Falun Gong. Nel giro di un solo mese, la sua salute è migliorata in modo significativo ed è guarita da tutti i malanni. Il melasma sul viso è scomparso e la sua carnagione è diventata rosea e vellutata. Oltre al miglioramento della salute fisica, anche il suo cattivo umore è scomparso e i rapporti con suo marito e gli altri familiari sono diventati di nuovo armoniosi.

Grazie a questa esperienza che le ha cambiato la vita, non ha mai vacillato nella sua fede, nonostante le autorità le facessero pressione affinché abbandonasse la pratica, ma questo ha fatto sì che divenisse un bersaglio della persecuzione.

La condanna alla detenzione ha origine dall’arresto nel 2020

La condanna alla detenzione ha avuto origine dal suo arresto il 25 febbraio 2020, quando alcuni agenti della stazione di polizia di via Lijia, nel distretto Shahekou hanno fatto irruzione in casa sua e la hanno sequestrato i libri e il materiale del Falun Gong. È stata interrogata per 24 ore e poi messa agli arresti domiciliari. Un mese dopo l’hanno convocata e le hanno ordinato di scrivere una dichiarazione in cui prometteva di smettere di praticare il Falun Gong. Al suo rifiuto l’hanno messa in cella per un giorno. È poi stata rilasciata su una cauzione di 10.000 yuan (circa 1.300 euro).

Arrestata di nuovo ad ottobre 2022 mentre si nascondeva dalla polizia

Quando nel marzo 2021 è finito il periodo di libertà su cauzione, la polizia le ha ordinato di recarsi di nuovo da loro. Per evitare di essere arrestata è andata via da casa.

Quattro agenti della stazione di polizia di via Lijia fra cui An Guolin, l’hanno rintracciata e hanno seguito i familiari fino alla sua residenza temporanea intorno alla 15:00 del 22 ottobre 2022. Una volta sul posto le hanno staccato la luce e, quando i familiari sono usciti fuori per vedere cosa fosse successo, gli agenti si sono introdotti in casa e l’hanno catturata.

È stata portata al centro di detenzione di Dalian e da allora non ha più potuto ricevere le visite dei familiari.

Il 22 novembre 2022 la polizia ha sottoposto il caso alla procura distrettuale di Shahekou che a sua volta l’ha inoltrato alla procura distrettuale di Ganjingzi.

Condannata sulla base di prove falsificate

Il 10 aprile dello scorso anno, mezz’ora prima della prima udienza di Kong al tribunale distrettuale di Ganjingzi, il giudice Ni Shengjun (+86-411-82793742, +86-19104113708, +86-411-82791755) ha improvvisamente comunicato ai familiari che non potevano assistere al processo. I suoi due avvocati sono entrati in aula, ma non hanno visto la loro cliente. Si è poi saputo che Ni aveva deciso che comparisse virtualmente dal centro di detenzione, citando come scusa le misure di sicurezza per la pandemia.

Il PM Ji Xiaohui (+86-18581093142, +86-15698895875, +86-411-86579990) ha presentato due parti delle prove d’accusa. La prima erano due distici con messaggi del Falun Gong che Kong teneva sulla sua porta d’ingresso. La seconda erano i verbali dell’interrogatorio di Hu Ruilin un vicino di Kong. Nel verbale si asseriva che Hu aveva detto di aver visto Kong Qingping distribuire DVD contenenti informazioni sul Falun Gong all’entrata del suo complesso residenziale un certo giorno.

Gli avvocati di Kong hanno ribattuto che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong e quindi i distici erano decorazione del tutto legali e le era consentito averli.

Per quanto riguarda la seconda prova d’accusa, gli avvocati hanno fatto notare che Kong e suo marito erano in vacanza all’estero il giorno in cui la polizia sosteneva che avesse distribuito i DVD.

Dal momento che Hu non era stato chiamato al banco dei testimoni per il controinterrogatorio, al termine dell’udienza gli avvocati sono andati a parlargli e lui ha detto di non aver mai fatto il nome di Kong alla polizia. Aveva solo dichiarato di aver visto “qualcuno” che distribuiva i DVD.

Hu ha dichiarato la sua disponibilità a comparire in aula per chiarire quello che aveva detto esattamente alla polizia. Gli avvocati di Kong hanno chiesto che fosse chiamato a testimoniare durante le due udienze successive (il 22 settembre e il 10 novembre dello scorso anno), ma il giudice Ni ha respinto la richiesta e ha poi condannato Kong sulla base delle prove falsificate della polizia.

Dopo che Kong ha presentato ricorso, gli avvocati hanno di nuovo chiesto che Hu fosse chiamato a testimoniare, ma anche il giudice Zheng Wenlong (+86-411-83775055) del tribunale intermedio di Dalian ha respinto la richiesta e il 25 marzo di quest’anno ha confermato il verdetto originale.

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