(Minghui.org) Il 22 aprile scorso Zhou Chunling, residente ad Harbin nella provincia dell’Heilongjiang, è stata condannata a tre anni di prigione e multata di 10.000 yuan (circa 1.280 euro) per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. La donna ha presentato appello contro il verdetto.

Il processo a carico di Zhou è scaturito dal suo arresto del 9 novembre dell’anno scorso, mentre stava lavorando in un fast food.

La mattina dopo la polizia ha notificato al fratello che la praticante era stata posta in detenzione penale presso il secondo centro di detenzione della città di Harbin. Gli è stato chiesto di ritirare gli effetti personali della sorella e depositare del denaro sul suo conto corrente.

L'agente Han Jiabin, della Divisione di sicurezza interna del distretto di Hulan, ha ricevuto il fratello di Zhou al centro di detenzione. Quando gli è stato chiesto perché la polizia non avesse emesso un avviso ufficiale scritto, come previsto dalla legge, ha affermato che una notifica verbale della detenzione penale era sufficiente. L’agente si è rifiutato di fornire qualsiasi altra informazione.

Il 18 novembre dell’anno scorso Han ha chiamato di nuovo il fratello per informarlo che, il giorno prima, il suo caso era stato trasmesso alla Procura distrettuale di Daowai. Il 20 dicembre la Divisione di sicurezza interna del distretto di Hulan ha chiesto al procuratore di incriminare Zhou.

Il procuratore Shao Mengnan ha incriminato Zhou e, il 25 dicembre dell’anno scorso, ha presentato il caso al tribunale distrettuale di Daowai. Lo scorso 7 febbraio il suo avvocato si è recato in tribunale per esaminare il fascicolo e il giudice Mi Shimo ha dichiarato che la donna stava rischiando una pena di oltre tre anni di prigione. Il 1° marzo l'avvocato è stato informato sulla data del processo, fissata al 6 marzo.

La mattina del 6 marzo scorso l'avvocato e sette familiari di Zhou si sono recati in tribunale, ma si sono sentiti dire che l'udienza era stata cancellata. Come motivazione, il giudice Mi ha addotto la richiesta dell’avvocato di esaminare la chiavetta confiscata a Zhou durante il suo arresto.

Due giorni dopo si è tenuta l’udienza. Non è chiaro se all'avvocato sia stato permesso di esaminare la suddetta chiavetta, ma lui ha comunque difeso il diritto costituzionale alla libertà di credo. Il giudice Chen Zhongyan ha minacciato di revocare la sua licenza di avvocato e di infliggere a Zhou due anni di pena detentiva. Il procuratore Shao aveva raccomandato tre anni.

Lo scorso 22 aprile la figlia di Zhou è stata informata dal tribunale che la madre era stata condannata a tre anni di prigione.

Prima dell'ultima condanna, Zhou aveva già trascorso 10 anni in prigione, tra il 2002 e il 2012. Per i dettagli sulle persecuzioni subite in passato, si rimanda al relativo articolo riportato di seguito.

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