(Minghui.org) Lo scorso 25 aprile, i praticanti della Falun Dafa si sono riuniti davanti all'Ambasciata cinese a Sofia, in Bulgaria, per ricordare il 25° anniversario dell'Appello del 25 aprile a Pechino attraverso una protesta pacifica.

Nonostante il tempo freddo e piovoso, i praticanti provenienti da diverse parti del Paese sono giunti nella capitale per ricordare l'importanza di proteggere i diritti umani fondamentali e il coraggio di coloro che li difendono.

I praticanti bulgari hanno commemorato l'Appello del 25 aprile 1999, davanti all'Ambasciata cinese a Sofia

Praticanti meditano vicino all'Ambasciata cinese

I praticanti hanno collocato materiali informativi e striscioni lungo il marciapiede di fronte all'ambasciata, con le parole in cinese, inglese e bulgaro: “Fermate il prelievo forzato di organi da persone ancora in vita”, “La Falun Dafa è buona” e “Verità, Compassione, Tolleranza”.

Sostegno pubblico al Falun Gong

I praticanti si sono posizionati sulla James Boucher Boulevard e hanno conversato con i passanti interessati a ciò che stavano facendo, hanno distribuito volantini con informazioni sull'Appello del 25 aprile e sulla persecuzione del Falun Gong iniziata tre mesi dopo, nel luglio 1999.

Alcuni passanti prendono dei volantini da un praticante

I volantini spiegano la natura della protesta del 25 aprile, che ha visto 10.000 praticanti riunirsi davanti all'Ufficio dei Ricorsi di Pechino dopo che 45 loro compagni erano stati arbitrariamente arrestati per la loro fede. Quel giorno i praticanti di Pechino hanno manifestato in silenzio e in modo ordinato, rimanendo calmi e cortesi nei confronti dei poliziotti e dei passanti - un modo che ora viene emulato dai praticanti di tutto il mondo.

Anche le auto in strada hanno rallentato per leggere le scritte sugli striscioni e una conducente di tram ha persino fermato il mezzo per chiedere ai praticanti informazioni sul loro evento. Prontamente le hanno spiegato e dato un volantino.

I praticanti consegnano volantini all'autista del tram

I tre poliziotti bulgari in servizio per l'evento hanno mostrato il loro silenzioso sostegno ai praticanti, avendo già lavorato con loro in passato, e avendo accettato materiale informativo per conoscere la situazione.

Il significato di questa giornata per i praticanti

Per i praticanti che erano presenti il 25 aprile a Sofia, questa data è stata un punto di riferimento importante per capire come si sono evoluti gli atteggiamenti verso la Falun Dafa nel loro Paese.

Dimitar Terzov è un praticante della città di Pazardzhik e pratica dal 2010, sebbene non abbia sentito parlare dell'Appello del 25 aprile prima di iniziare a praticare la Falun Dafa, ritiene che nel corso degli anni, sempre più bulgari abbiano una comprensione più profonda di cosa sia la Falun Dafa e della sua persecuzione da parte del Partito Comunista Cinese (PCC). La maggior parte dei bulgari è “comprensiva” e “positiva” nei confronti dei praticanti che si battono contro la persecuzione.

Dimitar Terzov

Riguardo alle manifestazioni per commemorare l’Appello del 1999, ha detto di sentirsi entusiasta e allo stesso tempo triste per la persecuzione in corso e le torture a cui sono sottoposti i praticanti. “Spero che presto un numero maggiore di persone venga a conoscenza della persecuzione e prenda posizione per porre fine a essa”, ha dichiarato.

Vedere attraverso la natura malvagia del PCC

Radoslav Stoyanov, di Sofia, ha visto in prima persona gli effetti degli sforzi dei praticanti, ha sentito parlare per la prima volta dell'appello del 25 aprile dai media bulgari, anni dopo la protesta originale a Pechino. Per lui è encomiabile il fatto che i praticanti di tutto il mondo ricordino questa data da 25 anni.

“Il 25 aprile rimane una delle date più importanti in termini di estensione della Falun Dafa nel mondo, e ci ricorda l'importanza di difendere questo diritto umano fondamentale di parlare liberamente di fronte all'ingiustizia”, ha sostenuto.

Negli ultimi 25 anni, Radoslav ritiene che la comunità mondiale sia diventata più consapevole della situazione della Falun Dafa, e indica il crescente numero di praticanti in Bulgaria come un segno di questa tendenza, e spera che in futuro la comunità internazionale possa fare pressione sul PCC affinché cessi la persecuzione.

“Spero che sempre più persone si rendano conto della natura malvagia del comunismo e che il potere del PCC si indebolisca naturalmente. Questo dipende dai nostri sforzi congiunti, dobbiamo lavorare costantemente per denunciare la persecuzione", ha concluso.

Gli eventi di commemorazione del 25 aprile portano consapevolezza in tutto il mondo

Anna Lusararian, della città di Pazardzhik, è stata introdotta alla pratica nel 2009 e ritiene che le dia conoscenza e direzione nella sua vita.

Anna Lusararian (la prima a destra)

Anna dice di aver sentito parlare per la prima volta dell'appello, appena un anno dopo essere stata introdotta alla Falun Dafa. Durante un evento della Giornata Mondiale della Falun Dafa, ha scoperto di più sull'origine e la portata della persecuzione in Cina, e quali sono state le conseguenze. Il comportamento dei praticanti in Cina il 25 aprile 1999 l'ha molto commossa come nuova praticante.

“Ciò che mi ha commosso è che 10.000 persone si sono riunite in silenzio e in modo pacifico, chiedendo il rilascio di 45 praticanti, dopo un colloquio e un'udienza, i detenuti sono stati rilasciati la sera stessa", ha raccontato. “Tuttavia, tre mesi dopo, il 20 luglio 1999, è iniziata una brutale persecuzione fatta di terrore e omicidi su larga scala, che continua da 25 anni”.

Ricordare questa data speciale ogni anno, per Anna, è un'altra occasione per il mondo di conoscere i fatti della Falun Dafa in Cina, e il coraggio dei praticanti che persistono nella loro fede.

“Credo che ricordare questa data, abbia aiutato molte persone in tutto il mondo a prendere coscienza di ciò che sta accadendo in Cina, e a condannare questi crimini”, ha detto Anna. “Spero in un prossimo futuro di una Cina libera, che ritorni alla sua storia di 5000 anni, in cui i valori umani e la moralità siano al primo posto e la vita umana non sia un mezzo per la crescita economica”.