(Minghui.org) Yu Yingzhu, di Zhuzhou nella provincia dell'Hunan, è stata rinchiusa nella Prigione provinciale femminile dell'Hunan il 26 ottobre dello scorso anno, per scontare una pena di tre anni a causa della sua fede nel Falun Gong.

Fin dal giorno dell'incarcerazione la sua famiglia non può farle visita, non può mandarle soldi, e nemmeno capi di vestiario. Non ha mai nemmeno potuto avere la carta igienica (che i detenuti devono comprare coi loro soldi) e deve chiedere alle altre detenute di dargliene un po'. La sua famiglia è venuta a sapere da fonti interne al carcere che versa in gravi condizioni di salute a causa dei maltrattamenti. Intorno a marzo di quest'anno ha fatto lo sciopero della fame per 10 giorni e qualcuno ha notato che aveva i piedi gonfi.

Questa non è la prima volta che Yu ha problemi con la giustizia a causa della sua fede. Aveva già scontato tre pene per un totale di quasi otto anni per la sua pratica del Falun Gong. Per informazioni sulla persecuzione passata di Yu vedere il secondo articolo correlato alla fine di questo.

Le richieste della famiglia di farle visita e di avere informazioni su di lei cadono nel vuoto

Yu era stata arrestata il 29 marzo dello scorso anno e l'8 settembre era stata condannata a tre anni. Quando, il 26 ottobre dello scorso anno, il ricorso è stato respinto è stata rinchiusa nel Carcere femminile provinciale dell'Hunan.

Fin dal giorno dell'incarcerazione è stata inserita nella squadra di massimo rigore disciplinare nella divisione di massima sicurezza. I familiari venivano regolarmente mandati via tutte le volte che si recavano al carcere per farle visita, e non era loro permesso nemmeno mandarle del denaro o degli abiti. Solo alla fine dell'anno scorso hanno saputo che aveva subito maltrattamenti talmente pesanti da ridurla in pessime condizioni di salute.

Sua sorella Mei (nome di fantasia) era andata al carcere l'11 dicembre dell'anno scorso, ma non l'avevano fatta entrare, quindi aveva chiamato i due numeri del penitenziario (+86-731-82323290, +86-731-82323210) e le guardie che avevano risposto le avevano detto che sua sorella stava bene. Le avevano anche detto che la vera ragione per cui il carcere non aveva mai chiamato la famiglia era la prova che non avevano nulla da segnalare.

Quando però Mei ha detto di aver saputo che la sorella stava molto male, loro hanno sbottato: "Come fa a saperlo? Da chi lo ha sentito? Chi glielo ha detto?".

Yu ha fatto lo sciopero dalla fame per oltre 10 giorni intorno a marzo di quest'anno e le si sono gonfiati i piedi.

Intorno alle 10:00 del 25 aprile di quest'anno la prigione ha chiamato Mei dal numero +86-16763687584; lei ha perso la chiamata, ma ha richiamato non appena l'ha vista. Tuttavia non ha risposto nessuno. Poi ha chiamato l'amministrazione penitenziaria e le è stato detto che l'avrebbero richiamata. Poi ha chiamato la squadra di rigore disciplinare e le è stata detta la stessa cosa. Ma nessuno l'ha richiamata. Li ha richiamato molte volte in seguito, e le è stato sempre detto di attendere una loro chiamata.

Mei ha avuto il sospetto che a sua sorella fosse successo qualcosa dopo lo sciopero della fame, altrimenti il carcere non l'avrebbe chiamata, ma non riusciva a capire perché non le dicessero direttamente al telefono quello che stava accadendo e le continuassero a dire di attendere una loro chiamata. Il 27 e il 28 aprile ha di nuovo chiamato l'amministrazione carceraria e ha richiesto l'immediato rilascio della sorella.

Il 30 luglio scorso la Stazione di polizia di Xiangtianqiao ha chiamato il fratello di Yu e gli ha detto che la settimana seguente il nuovo capo della polizia lo avrebbe accompagnato in carcere per far visita alla sorella e depositare del denaro sul suo conto commissariale. Il giorno dopo il vice capo della polizia è andato a consegnargli le due lettere che Yu aveva scritto alla famiglia e nelle quali chiedeva loro di mandarle dei soldi. Il fratello ha visto che le lettere erano datate maggio e giugno 2024 e, quando ha chiesto perchè non gli fossero state consegnate prima, il vice capo della polizia gli ha detto che non ne aveva idea e che aveva ricevuto le lettere dal suo organo supervisore; poi gli ha chiesto di aspettare a fare il bonifico alla sorella e che la stazione di polizia avrebbe controllato col carcere per vedere se la famiglia era autorizzata a farle visita.

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