(Minghui.org) La signora Wen Qingfang, tre giorni dopo essere stata imprigionata nel Carcere femminile della provincia dell’Hebei per scontare una pena di tre anni perché pratica il Falun Gong, è stata brutalmente picchiata da cinque detenute; ha riportato gravi ferite e non riesce più a camminare. La figlia ha recentemente chiesto giustizia e, il 13 maggio di quest’anno, ha ricevuto una notifica in cui si afferma che non ci sono prove che la signora Wen sia stata picchiata, e che non ha diritto alla libertà vigilata per motivi di salute.
La signora Wen, di 59 anni, residente nella città di Qian'an nella provincia dell’Hebei, è stata arrestata il 1° agosto 2022 e condannata a tre anni di carcere a luglio 2023. Il 19 dicembre è stata incarcerata presso la divisione 14 del Carcere femminile della provincia dell’Hebei, senza che i familiari ne venissero informati come invece previsto dalla legge. Per oltre un anno il carcere non ha concesso le visite ai familiari perché Wen si rifiutava di rinunciare al Falun Gong.
Il 22 dicembre 2023, poiché Wen si è rifiutata di indossare il cartellino identificativo e l'uniforme da detenuta, cinque detenute l'hanno picchiata in un bagno. La praticante ha riportato gravi ferite ed è quasi morta. Le autorità carcerarie, tuttavia, non hanno punito le cinque detenute, tra cui Ma Li (nata nell'aprile 1980, nella provincia dell’Anhui), Kong Fanjin (trentenne, di Hengshui, nella provincia dell’Hebei), Jiang Hairong (di 38 o 39 anni, di Xingtai, nella provincia dell’Hebei), Ma Yanfei (trentenne, di Handan, nella provincia dell’Hebei) e Ma Weina (quarantenne, di Shijiazhuang, nella provincia dell’Hebei).
La signora Wen, dopo le percosse, non era più in grado di camminare e il carcere si è rifiutato di fornirle una sedia a rotelle. Nonostante le sue condizioni, le guardie hanno ordinato a diverse detenute di trascinarla in officina per svolgere lavori pesanti senza retribuzione. Per non disturbare le detenute, Wen strisciava avanti e indietro tra la sua cella e l'officina e la pelle del corpo si è lacerata; inoltre ha avuto un significativo calo della vista e un’atrofia muscolare alle mani e al corpo. Quando si è rifiutata di assumere i farmaci che le guardie le portavano (temendo che fossero tossici), le guardie hanno ordinato alle detenute di aggiungerli al cibo.
La prigione forniva alla signora Wen solo un panino al vapore a giorni alterni. Una detenuta diciassettenne aveva condiviso il suo cibo con Wen ed è stata picchiata. Le guardie hanno inoltre punito la signora Wen, non permettendole di acquistare beni di prima necessità o altri generi alimentari.
All'inizio dello scorso anno, una guardia ha telefonato alla figlia della signora Wen, Rui (alias), ordinandole di convincere la madre a rinunciare al Falun Gong. Rui si è rifiutata e ha preteso di far visita alla madre in prigione. Il giorno dopo la guardia ha chiamato nuovamente la figlia per dirle che la gamba della madre non era fatturata perché era stata picchiata, rassicurandola che sarebbe uscita viva dalla prigione, ma le ha negato comunque la richiesta di visita.
A partire da marzo di quest’anno Rui e suo marito hanno presentato diverse denunce contro gli aggressori della praticante presso il Carcere femminile della provincia dell’Hebei, l'amministrazione penitenziaria locale e l'ufficio giudiziario, la Procura della provincia dell’Hebei e altri enti competenti. Il 15 maggio la figlia ha ricevuto una notifica in cui si afferma che la madre non è mai stata picchiata e che deve scontare l'intera pena.
La signora Wen verrà rilasciata il 31 luglio di quest’anno.
Chiedere giustizia
Il 6 marzo di quest’anno Rui e suo marito si sono recati in prigione per chiedere informazioni sulla situazione della donna. Hou, capo della divisione 14, e Yuan Hongmin, il capo delle guardie, hanno negato che la gamba fratturata della signora Wen fosse una conseguenza di percosse subite. Il 22 dicembre 2023 Rui aveva chiesto un'indagine sulle cinque detenute che avevano picchiato la madre. Hou e Yuan hanno promesso di darle una risposta entro un mese e hanno concordato di farle incontrare sua madre il 14 marzo di quest’anno.
Rui è tornata in carcere il 10 marzo per presentare una richiesta di visita medica per la madre e per garantire la sua sicurezza. Lei, il marito e un avvocato si sono recati in carcere poco dopo le 9.00 del mattino del 14 marzo, ma il capo della divisione Hou ha dato il permesso solo alla figlia, affermando che il marito non era un parente stretto e che il suo avvocato avrebbe dovuto seguire una procedura diversa per incontrare la signora Wen.
Durante l'incontro, il capo delle guardie Yuan si è seduta accanto alla signora Wen e Hou si è seduta accanto a Rui.
Rui ha notato che sua madre socchiudeva gli occhi e le ha chiesto se avesse difficoltà a vedere chiaramente. Wen ha detto che la sua vista era effettivamente offuscata. Rui ha detto che era lì perché aveva saputo degli abusi subiti da una prigioniera appena rilasciata.
La signora Wen ha rivelato di essere quasi morta tra giugno e agosto dello scorso anno, quando le veniva dato pochissimo cibo e veniva spesso picchiata. Ha raccontato di aver avuto un'esperienza di pre-morte dopo un brutale pestaggio. Le è sembrato di essersi allontanata dalla scena della tortura e poi di aver sentito qualcuno chiamarla per nome. Poi è tornata nel suo corpo e si è risvegliata, avvertendo un forte dolore al petto.
La signora Wen ha poi raccontato delle percosse subite il 22 dicembre 2023, perché si era rifiutata di indossare un distintivo e l'uniforme. L'istruttrice Cao Haiyan ha ordinato alle cinque detenute menzionate in precedenza di tapparle la bocca con uno straccio e di picchiarla in bagno. In seguito all’aggressione si è sentita confusa e aveva le gambe molto deboli; ha chiesto una visita medica, che non è stata effettuata fino a marzo dello scorso anno. Dopo di che, è stata picchiata regolarmente per diversi mesi. La sua vista continuava a peggiorare. Ha raccontato a Rui che la prigione l'aveva minacciata più volte di creare problemi a lei e a suo marito.
Allo scadere del tempo previsto per l’incontro, Rui ha chiesto di poter accompagnare sua madre fuori dalla sala riunioni per vedere se riusciva a camminare, ma Hou ha rifiutato la richiesta.
Mentre Hou accompagnava Rui al piano di sotto ha ricevuto una telefonata e l’ha portata nell'ufficio del direttore. Poco dopo sono arrivate tre guardie maschi e due guardie femmine. Erano Zhou Yang (capo dell'ufficio appelli del carcere), Liu (capo dell'ospedale del carcere), Gao (capo della sezione istruzione), Li (capo della sezione affari penitenziari) e un capitano della squadra investigativa.
Il capitano ha prima informato Rui sui risultati delle indagini, seguito dalla spiegazione di Liu sulle condizioni di salute della signora Wen. Nessuno dei due ha indicato che qualcuno era responsabile delle lesioni e ferite di Wen. Rui ha espresso la sua contrarietà ai "risultati" e ha chiesto loro perché non l'avessero informata delle condizioni di sua madre già a dicembre 2023 e nel periodo tra giugno e agosto dello scorso anno, quando sua madre era stata brutalmente picchiata.
Gao ha risposto che era una forma di premura nei suoi confronti, dato che aveva una figlia di cui prendersi cura. Rui ha detto che aveva sempre tempo per sua madre, a prescindere da quanto fosse impegnata. Poi hanno iniziato a lamentarsi della testardaggine della signora Wen nel rimanere salda nella sua fede. Rui ha chiesto se quello fosse il motivo degli abusi subiti ed anche il motivo per cui erano state negate le visite dei familiari. Le hanno risposto che non avrebbe dovuto pensarla in quel modo.
Le guardie hanno poi ricordato a Rui che a sua madre mancavano solo pochi mesi alla fine del periodo di detenzione e speravano che nessuno la "disturbasse". Rui ha aggiunto che voleva solo che sua madre fosse al sicuro.
Rui e il suo avvocato si sono recati nuovamente in prigione il 19 marzo. Questa volta all'avvocato è stato permesso di incontrare la signora Wen. Una guardia ha dichiarato che il carcere avrebbe pubblicato un rapporto di indagine a metà aprile.
Il 2 aprile Rui, suo marito e due avvocati si sono recati all'Ufficio amministrativo del carcere locale e alla Procura di Jizhongnan per sporgere denuncia contro l'istruttore Cao e le cinque detenute per le percosse subite dalla signora Wen.
Dopodiché Rui, suo marito e uno degli avvocati si sono recati in prigione. Zhou, il capo dell'ufficio appelli, ha riferito loro che l'indagine del carcere aveva stabilito che la detenuta Ma non aveva picchiato la signora Wen, ma l'aveva semplicemente portata in bagno per farle indossare l'uniforme da detenuta. Per impedire alla signora Wen di urlare, Ma le ha tappato la bocca. Rui ha chiesto perché anche le altre quattro detenute fossero lì e se il bagno fosse dotato di telecamere di sorveglianza. Zhou ha negato. Rui ha chiesto una copia cartacea dei risultati dell'indagine e Zhou ha risposto che non era ancora pronta.
Rui e suo marito si sono recati in prigione la mattina del 15 aprile e hanno chiesto di vedere la signora Wen, ottenendo il permesso di incontrarla quel pomeriggio. La signora Wen è apparsa di buon umore e il capo della divisione Hou ha detto a Rui: "Tua madre ha finto di non riuscire a camminare".
Il 16 aprile Rui ha ricevuto una copia cartacea del rapporto d'indagine dell'ufficio appelli del carcere. Ha scritto una risposta e si è recata all'ufficio appelli dell'ufficio amministrativo del Penitenziario della provincia dell’Hebei. Il personale ha rifiutato di accettare la risposta scritta. Si è quindi recata alla Procura della provincia dell’Hebei. Il capo dell'ufficio appelli ha riconosciuto che il carcere aveva commesso un errore e ha scritto una "lettera di presentazione" affinché Rui la portasse al quinto Dipartimento della Procura municipale di Shijiazhuang.
Il 5 maggio Wen ha chiamato la figlia per dirle che era stata trasferita alla divisione 17 (per anziani), un reparto decisamente migliore della divisione 14, e ha detto ai familiari di non preoccuparsi per lei, aggiungendo che non aveva più bisogno che andassero a farle visita.
Il 18 maggio Rui ha ricevuto una notifica da Zhou datata 13 maggio. La notifica ribadiva la stessa tesi, ovvero che non vi erano prove che indicassero che la signora Wen fosse stata picchiata da alcuna detenuta e affermava che non aveva diritto alla libertà vigilata per motivi di salute.
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