Liaoning: Uomo di 71 anni muore in prigione mentre sconta una pena di sette anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong

(Minghui.org)

Nome: Zhao JiyuanNome cinese: 赵吉元Genere: MaschioEtà: 71 anniCittà: ShenyangProvincia: LiaoningOccupazione: Operaio edileData di morte: 4 luglio 2025Data dell'arresto più recente: 10 luglio 2019Luogo di detenzione più recente: Prigione di Jinzhou

Il signor Zhao Jiyuan, un residente della città di Shenyang nella provincia del Liaoning, è deceduto nel Carcere della città di Jinzhou il 4 luglio di quest’anno, mentre scontava una pena di sette anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999.

Jiyuan, di circa 70 anni, ex dipendente della quarta società di costruzioni di Shenyang, è stato arrestato il 10 luglio 2019 e processato tre mesi più tardi. Dopo l'udienza, il giudice ha chiesto al figlio dell’uomo di convincere il padre ad "ammettere la sua colpevolezza" in cambio di una condanna di soli tre anni; se si fosse rifiutato, invece, lo avrebbe condannato a sette anni. Il signor Zhao ha ribadito di non aver violato alcuna legge praticando il Falun Gong e così è stato condannato a sette anni e mezzo.

Dopo che il signor Zhao è stato arrestato e detenuto nella Prigione della città di Jinzhou, le guardie hanno negato le visite dei suoi familiari per via del rifiuto dell’uomo a rinunciare al Falun Gong.

A causa degli abusi subiti durante la custodia, il signor Zhao ha sviluppato diverse patologie fisiche e le sue condizioni sono diventate critiche intorno a dicembre 2022. All'inizio di giugno di quest’anno è giunta la notizia che era sull'orlo della morte; aveva anche subito due infarti all'inizio dell'anno. É poi deceduto in carcere il 4 luglio all'età di 71 anni.

Esaminando il corpo del signor Zhao, la sua famiglia è rimasta sconvolta nel vedere quanto fosse emaciato, con diverse cicatrici sulla caviglia dovute alle catene e diverse contusioni sulla coscia; una delle narici era più grande dell'altra, probabilmente a causa dell'inserimento del sondino per l'alimentazione forzataL'alimentazione forzata è uno dei metodi di tortura più frequentemente utilizzati contro i praticanti del Falun Gong in Cina. Di norma un tubo di plastica molto spesso e sporco (non un tubo gastrico secondo le direttive mediche) viene fatto scendere fino allo stomaco attraverso il naso del praticante. Il “cibo” è una soluzione ad alta concentrazione di sale, pappa crudo di mais, farmaci, diarrea o vomito, e talvolta, feci, urine, alcool e saliva. Dopo che la cosiddetta "dieta" è stata completata, il tubo di plastica viene spesso rimosso e reinserito per generare ulteriore dolore e sanguinamento. Il termine "alimentazione forzata" serve a nascondere la verità di questo metodo di tortura.. Non rilevando altre ferite visibili, la famiglia ha accettato di far cremare il corpo.

La Prigione di Jinzhou è il più grande carcere della provincia occidentale del Liaoning ed è gestito dall'Ufficio amministrativo penitenziario dell'Ufficio giudiziario del Liaoning; i funzionari e le guardie carcerarie, negli ultimi 23 anni, hanno partecipato attivamente alla persecuzione del Falun Gong. Il Ministero della Giustizia ha conferito al carcere il titolo di "Carcere civile moderno" nel 2018 e il "Merito di prima classe" il 22 luglio 2013.

Persecuzione passata

Al signor Zhao fu diagnosticato un cancro allo stomaco in fase avanzata nel luglio 1998, aveva difficoltà a deglutire, vomitava persino dopo aver bevuto acqua e perse molto peso. Un giorno, nel dicembre 1998, ascoltò le audiocassette degli insegnamenti del Falun Gong impartiti dal signor Li Hongzhi e miracolosamente il giorno dopo riuscì a mangiare e persino a fare i lavori in giardino; riuscì persino a riprendere velocemente a lavorare.

Il signor Zhao ne fu stupito e iniziò a praticare il Falun Gong, raccontando a tutti che questa praticail termine originale cinese "xiu" significa cultura, evoca con la ricchezza di un'immagine che la pratica di una via e lo sviluppo interno sono comparabili al lavoro di un giardiniere. L'utilizzo della parola cultura potrebbe facilmente causare confusione, così abbiamo deciso di adottare il termine anglosassone "cultivation". La coltivazione - pratica, in cinese "xiu" "lian" si riferisce a questi vecchi metodi di sviluppo interno dove si raffina allo stesso tempo lo spirito ed il corpo (lian = forgiare) gli aveva salvato la vita.

Si recò due volte a Pechino dopo l'inizio della persecuzione nel 1999 per appellarsiLa Costituzione Cinese garantisce al cittadino la libertà di parola, di stampa, di assemblea, di manifestazione (Art. 35) così come la libertà di credo religioso (Art. 36), nonché il diritto di presentare agli organi di Stato competenti denunce, accuse, petizioni o appelli nei confronti di qualunque organo di Stato o funzionario per violazione della legge o non adempimento dei propri doveri. Nonostante i numerosi appelli e le molteplici petizioni presentate dai praticanti del Falun Gong contro la repressione della loro disciplina, il Partito Comunista Cinese ha continuamente infranto la legge negando loro i propri diritti e ordinando l'immediato arresto, sovente accompagnato da aggressione fisica e verbale. al suo diritto di praticare il Falun Gong, ma fu arrestato entrambe le volte. Nel dicembre dello stesso anno fu inviato al Campo di lavoro di Longshan nella città di Shenyang, e rilasciato nel giugno 2000.

Il signor Zhao fu arrestato il 27 febbraio 2001 per aver affisso striscioni che denunciavano la persecuzione del Falun Gong; inizialmente fu condannato a cinque anni di carcere, ma quando il giudice gli chiese se intendesse fare ricorso ed egli rispose affermativamente, quest’ultimo aggiunse altri due anni alla pena. Fu condotto nella seconda Prigione di Shenyang il 10 febbraio 2002 e vi rimase incarcerato fino al 26 febbraio 2008.

La famiglia del signor Zhao aveva diritto al risarcimento concesso alle persone le cui case erano state demolite dal governo per lo sviluppo urbano, ma l'amministrazione locale non glielo volle concedere per anni, usando come scusa il fatto che doveva scontare la pena detentiva.

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