(Minghui.org) Il 5 settembre scorso Zhou Guihua, di 71 anni della contea di Linqu, nella provincia dello Shandong, è stata rinchiusa nel Carcere femminile della provincia dello Shandong, per scontare una pena di due anni inflittale nel 2016 per la sua fede nel Falun Gong.

Il calvario della signora Zhou è iniziato con il suo arresto nel gennaio 2016, dopo essere stata denunciata per aver parlato alla gente del Falun Gong in un parco. La polizia ha fatto irruzione nella sua abitazione e le ha confiscato molti dei suoi effetti personali. La donna è stata interrogata alla Stazione di polizia di Beiguan e, il giorno successivo, è stata presa in custodia dal Centro di detenzione della città di Weifang. Dopo due settimane la signora Zhou ha sofferto d'ipertensione e battito cardiaco accelerato. È svenuta diverse volte ed è stata rilasciata su cauzione. La polizia ha comunque presentato il suo caso alla Procura della contea di Linqu, che l'8 aprile l'ha incriminata.

Il 27 aprile 2016 la signora Zhou è stata processata presso il Tribunale della contea di Linqu. Durante l'udienza, ha raccontato come la sua salute sia migliorata dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong. L’avvocato ha presentato un'istanza di non colpevolezza per conto suo, ma il pubblico ministero l'ha accusata di essere una “recidiva”, citando la sua detenzione di 15 giorni nel 2000 e un anno di lavori forzati nel 2009, per la sua fede nel Falun Gong. L’avvocato ha sostenuto che lei non aveva commesso alcun crimine praticando la sua fede e che la persecuzione subita in passato non avrebbe dovuto essere usata contro di lei.

Il 16 maggio 2016 il giudice ha tenuto un'altra udienza sul caso della signora Zhou e, il 7 giugno dello stesso anno, l'ha condannata a due anni di prigione e multata di 5.000 yuan (circa 600 euro). La donna ha presentato ricorso, ma la corte d'appello ha deciso di confermare il verdetto originale.

Per evitare di essere portata in prigione, la signora Zhou è stata costretta a vivere da sfollata per tre anni. Al suo ritorno a casa nel 2019, per i due anni successivi il tribunale ha tentato quattro volte di incarcerarla. Ogni volta le è stato negato l'accesso alla prigione, a causa delle sue precarie condizioni di salute. La mattina del 9 dicembre 2021, non appena la signora Zhou ha accompagnato suo nipote a scuola, la polizia l'ha arrestata e l'ha portata al secondo Ospedale della città di Weifang, per un altro esame fisico. Guihua è stata nuovamente ritenuta non idonea alla detenzione.

Alla fine di agosto di quest'anno la polizia ha arrestato nuovamente la signora Zhou e, il 5 settembre, l'ha portata alla Prigione femminile della provincia dello Shandong, anche dopo che aveva nuovamente fallito la visita medica.

Persecuzione passata

Nel 1998 Guihua e suo marito, Ma Lianjun, hanno entrambi iniziato a praticare il Falun Gong. Il tumore all'utero, il linfoma e la sciatica che l’affliggevano sono presto scomparsi. Anche suo marito è guarito da una malattia cardiaca e dall'ipertensione.

Dopo che il Partito Comunista Cinese ha ordinato la persecuzione nel 1999, la signora Zhou è stata ripetutamente arrestata e detenuta. Temendo la persecuzione, suo marito ha smesso di praticare, ciononostante gli agenti continuavano a molestarlo di tanto in tanto. A causa della pressione mentale, le sue precedenti patologie sono ricomparse, e nel 2003 è deceduto.

Nel marzo 2000 la signora Zhou si è recata a Pechino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong, ma è stata arrestata in piazza Tienanmen e riportata a Linqu. Gli agenti della Stazione di polizia di Nanguan l'hanno tenuta immobilizzata per due giorni su una sedia di ferro, con le braccia ammanettate dietro la schiena. Durante tale periodo non le è stato permesso di dormire, e il terzo giorno è stata rilasciata.

Nel mese di ottobre 2000 Guihua è tornata a Pechino per protestare contro le continue vessazioni della polizia, ma è stata nuovamente arrestata e detenuta per 12 giorni. Dopo il suo rilascio, il datore di lavoro di suo marito, la Banca per l'edilizia della contea di Linqu, non gli ha permesso di tornare al lavoro, costringendolo a rimanere a casa per sorvegliare la moglie. Hanno minacciato di licenziare lui e il loro figlio, se lei fosse tornata a Pechino.

Il 28 gennaio 2004 la signora Zhou è stata nuovamente arrestata e portata in un centro per il lavaggio del cervello. L'Ufficio 610 della contea di Linqu ha tenuto all'oscuro i familiari riguardo all'arresto., e ci sono voluti diversi giorni perché questi scoprissero dove si trovava.

Nel centro per il lavaggio del cervello, la donna è stata sorvegliata costantemente e costretta a guardare video che diffamavano il Falun Gong e il suo fondatore. Poiché mancavano solo poche settimane al Capodanno cinese, la sua famiglia ha pagato alle autorità 1.000 yuan (circa 120 euro) in cambio del suo rilascio.

Il successivo arresto della signora Zhou è avvenuto nel mese di aprile 2009, dopo che era stata denunciata per aver sensibilizzato l'opinione pubblica sulla persecuzione. Gli agenti della Divisione di sicurezza interna della contea di Linqu e della Stazione di polizia di Nanguan hanno perquisito la sua abitazione e le hanno confiscato i libri del Falun Gong, il computer, la stampante e 600 yuan (circa 70 euro) in contanti.

Dopo essere stata portata alla Stazione di polizia di Nanguan, le sono state ammanettate le mani dietro la schiena ed è stata immobilizzata su una sedia di ferro. Non le è stato permesso di dormire, mangiare o usare il bagno. Due agenti si sono alternati nell'interrogatorio e l’hanno picchiata; le hanno anche calpestato le gambe e, di conseguena si è ricoperta di ferite. Dopo due giorni di torture, la signora Zhou è stata portata al centro di detenzione locale e, un mese dopo, le è stato inflitto un anno di lavori forzati. Durante la detenzione nel campo di lavoro, è stata costretta a lavorare senza retribuzione, a guardare video di propaganda, a stare seduta su uno sgabello per lunghe ore, ed è stata anche sottoposta a privazione del sonno.