(Minghui.org) Un residente della città di Lanzhou, provincia del Gansu, è stato rilasciato nel luglio scorso dopo aver scontato nove anni nella prigione di Lanzhou per essersi rifiutato di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong, una pratica di meditazione spirituale perseguitata in Cina dal 1999.

Il signor Chen Deguang, pensionato settantaquattrenne di un’industria del settore metallurgico è stato arrestato nel luglio 2011 con sua moglie, Sheng Chunmei, mentre distribuiva DVD del Falun Gong. Entrambi sono stati condannati a nove anni di carcere.

In seguito alle torture subite nella prigione femminile del Gansu la salute di Sheng è peggiorata. Ha sofferto di infezioni alla cistifellea, ipertensione e diabete, e la prigione l'ha rilasciata soltanto in punto di morte. È deceduta il 12 ottobre 2017, sette settimane dopo il suo rilascio. Aveva sessantacinque anni.

Quello che segue è il racconto della storia di Chen, di come abbia sofferto durante gli ultimi nove anni di prigione:

Il 6 luglio 2011 mia moglie ed io stavamo distribuendo DVD del Falun Gong quando qualcuno ci ha individuati e denunciati alla polizia. Una persona di buon cuore ci ha avvertito ma prima che potessimo andarcene, la polizia è arrivata ed ha arrestato mia moglie. Mi sono avvicinato ad aiutarla, ma siamo stati entrambi arrestati e portati alla stazione di polizia di Pingantai, dove un agente mi ha preso a calci uno stinco e mi ha ferito ad una gamba. Mia moglie ed io siamo stati trasferiti al centro di detenzione di Honggu il giorno successivo. Sono stato detenuto lì per sei mesi prima di essere trasferito al centro di detenzione di Hualinshan. La ferita alla gamba in quel periodo è peggiorata.

Ho fatto due volte uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione; la prima volta lo sciopero è durato quattro giorni fino a quando un pubblico ministero è venuto a trovarmi e io gli ho chiesto di essere rilasciato senza accuse. Ha promesso di trasmettere il mio messaggio alle autorità superiori, ma non mi ha mai risposto. Due mesi dopo ho fatto un altro sciopero della fame, ma pochi giorni dopo sei uomini sono venuti a praticarmi l’alimentazione forzata. Mi hanno tenuto fermo e mi hanno versato il latte nel naso. Una persona ha iniettato un farmaco sconosciuto nella mia natica per due volte. Vedendo che non mi ribellavo, sono stato legato ad un letto e mi è stata fatta un'iniezione endovenosa che mi ha provocato perdita di conoscenza.

Il 20 aprile 2013 mia moglie ed io siamo stati processati dal tribunale distrettuale di Honggu ed entrambi siamo stati condannati a nove anni di prigione. Dopo essere stato riportato al centro di detenzione una guardia mi ha chiesto se avessi offeso il giudice, perché la pena avrebbe dovuto essere da tre a sette anni.

Dopo essere stato trasferito alla prigione di Lanzhou il 21 gennaio 2014, una guardia carceraria mi ha rinchiuso in una cella di isolamento con sette prigionieri che avevano subito condanne penali e che collaboravano con la guardia per monitorarmi ed abusare di me.

Sono stato relegato nel quarto reparto, chiamato anche reparto del diavolo, dove spesso i prigionieri dovevano fare gli straordinari e venivano percossi con bastoni elettrici.

Nel quarto reparto i detenuti, compresi i minori, lavoravano dalle 6:40 alle 21:00. Il lavoro assegnato doveva essere finito in ogni caso e le guardie una volta hanno ustionato un adolescente con un bastone elettrico solo perché non aveva terminato il suo lavoro. Per lo stesso motivo hanno anche picchiato un detenuto di sessantacinque anni e l’hanno fatto tornare indietro a finirlo; quella notte è rimasto ammanettato ed il giorno successivo ha dovuto lavorare.

Poiché mi rifiutavo di lavorare ed ero vecchio e lento, le guardie mi hanno trasferito in una squadra designata ad anziani, deboli, malati ed handicappati. Eravamo una ventina ed ogni giorno dovevamo recarci in laboratorio e rimanere lì con gli altri detenuti.

Le guardie hanno istigato altri detenuti a torturarmi per costringermi a rinunciare al Falun Gong. I prigionieri mi fumavano in faccia e mi hanno ferito piegandomi le dita all'indietro. Non mi era permesso indossare scarpe nelle fredde giornate invernali, inoltre le guardie, che indossavano pesanti scarpe di cuoio, salivano sui miei piedi nudi ferendomi. Quando mi torturavano privandomi del sonno se mi addormentavo mi versavano acqua fredda in testa.

Di notte sono stato appeso all’insù: le guardie hanno usato una corda per legarmi i polsi dietro la schiena ed hanno fissato la corda sul ponte superiore di un letto a castello, in modo che le dita dei miei piedi toccassero appena il suolo, dopodiché hanno sistemato un secchio sotto per sostenerli, poi rapidamente hanno spostato il secchio, facendomi cadere bruscamente, dopo hanno rimesso a posto il secchio ed hanno ripetuto la tortura più e più volte. Non volendo che gli altri mi sentissero urlare per il dolore lancinante, mi hanno infilato in bocca un asciugamano sporco; ogni volta che finivano di torturarmi, mi strappavano violentemente l'asciugamano dalla bocca, causandomi l’avulsione dei denti: sono caduti uno dopo l'altro e me ne sono rimasti pochi.

Illustrazione della tortura: appeso all’insù

Le guardie mi hanno anche torturato ammanettandomi le mani dietro la schiena. Per intensificare il dolore, mi infilavano delle bottiglie d'acqua tra i polsi e la schiena per stringere ulteriormente le manette.

Illustrazione della tortura: mani ammanettate dietro la schiena

Dopo più di quaranta giorni di implacabili torture, hanno piegato la mia volontà e ho firmato una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. La dichiarazione è stata convalidata dal reparto, dalla prigione, dall'ufficio amministrativo della prigione e dalla provincia. Quando le autorità del governo centrale sono venute per verificare la dichiarazione, ho detto loro: «la Falun Dafa è buona».

Durante tutto il periodo della pandemia da coronavirus le autorità carcerarie, dopo averne fatto più volte richiesta, mi hanno permesso di telefonare a casa soltanto una volta. Immediatamente dopo aver chiamato volevano che scrivessi una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, cosa che ho rifiutato, dopodiché mi hanno colpito con un bastone elettrico e hanno nuovamente ammanettato le mie mani dietro la schiena. Usavano questa tortura quando rifiutavo di sbrigare le faccende per loro, come raccogliere le palline da ping pong mentre giocavano. Rimanevo ammanettato per ore, anche per un giorno intero.

Il mio mandato è scaduto il 6 luglio scorso. Al ritorno a casa ho scoperto che la mia pensione era stata revocata illegalmente anni prima e, non solo le autorità si sono rifiutate di ripristinarla, ma una persona del dipartimento della previdenza sociale ha detto a mia figlia che avrei dovuto restituire la pensione emessa a partire dall'anno seguente il mio arresto.

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