(Minghui.org) Dopo aver vissuto lontano da casa per oltre tre anni per evitare la persecuzione, la signora Rong Tiewen, una settantaquattrenne originaria della città di Jilin, nell’omonima provincia, è stata arrestata e condannata a quattro anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong.

Il tribunale distrettuale di Fengman ha emesso il verdetto di Rong poco dopo il suo arresto alla fine di luglio dello scorso anno. È stata portata nella prigione femminile della provincia dello Jilin nel settembre 2021. Non è chiaro se si sia mai svolto un processo.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Quattro anni fa, il 6 ottobre 2017, Rong è stata arrestata mentre affiggeva manifesti informativi sul Falun Gong con altri due praticanti anziani. La polizia ha fatto irruzione nella sua abitazione ed ha confiscato oltre 100 libri del Falun Gong, più di settanta poster e una foto del fondatore della pratica.

Sia a lei che ad un altro praticante è stata rilevata una pressione sanguigna pericolosamente alta, ma la polizia ha comunque costretto la prigione locale a detenerli. I tre anziani sono stati spogliati per una perquisizione corporale presso la struttura di detenzione e Rong è stata sottoposta ad alimentazione forzata con pillole che, secondo le guardie, servivano ad abbassare la sua pressione sanguigna. Il medico della prigione ha detto che avrebbe dovuto prendere le medicine a qualunque costo. Rong è stata, dapprima costretta a prendere una pillola bianca ogni giorno per due settimane, e poi una pillola rossa ogni giorno per un mese e sei giorni.

Quando la donna è stata rilasciata su cauzione di 5.000 yuan (circa 700 euro) il 14 novembre 2017, era incoerente e non riusciva a riconoscere i suoi familiari. Giorni dopo, il suo viso ha cominciato a gonfiarsi, le sue mani erano in putrefazione e le erano comparse alcune vesciche sulle dita. Il suo pollice sinistro, dopo sei mesi, non era ancora guarito.

Il 27 marzo 2018 il procuratore Gao Jiwei della Procura del distretto di Fengman ha chiamato Rong e le ha ordinato di comparire per rinnovare i suoi documenti sulla cauzione. Giunta lì, le è stato detto che sarebbe dovuta andare al tribunale distrettuale di Fengman.

Quando la donna si è recata in tribunale il 20 aprile 2018, è stata arrestata e rinchiusa in una gabbia, dopo aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong. Il personale del tribunale ha tentato di convincere suo figlio a persuaderla a firmare una dichiarazione di garanziaper rinunciare al Falun Gong, ma lui si è rifiutato di obbedire. Rong è stata tenuta nella gabbia per quasi tutto il giorno e in serata è stata portata alla stazione di polizia di Jiangnan, dove la polizia le ha scattato delle foto e ha raccolto le sue impronte digitali contro la sua volontà.

Dopo che il centro di detenzione della città di Jilin si è rifiutato di ammetterla, è stata riportata in tribunale e le è stato ordinato di firmare un nuovo documento di cauzione con un paragrafo che diffamava il Falun Gong. Quando si è rifiutata di firmare, il personale del tribunale le ha fatto firmare un modulo di rilascio su cauzione in bianco prima di rilasciarla.

Nel luglio 2018 Rong è stata informata che il tribunale aveva programmato un'udienza del suo caso. Per evitare ulteriori persecuzioni, ha vissuto lontano da casa ed è rimasta sfollata per tre anni. È stata nuovamente arrestata nel luglio dello scorso anno, poco dopo essere tornata a casa.

Rong, ex titolare di una scuola guida, ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 2001. Attribuisce alla pratica la guarigione dai suoi numerosi disturbi. Prima della sua ultima condanna, era stata arrestata nel settembre 2009 per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong e trattenuta in un centro di detenzione per ventotto giorni. La polizia l'aveva alimentata forzatamente ferendole la bocca e i denti e nonostante fosse stata costretta a bere diverse bottiglie d’acqua, aveva molta sete e sospettava che le bevande somministratele contenessero droghe tossiche. La polizia ha estorto una somma sconosciuta di denaro alla sua famiglia prima di rilasciarla.

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