(Minghui.org) Dalla seconda metà del 2020 i praticanti del Falun Gong dell'impianto di produzione petrolifera di Gudao del giacimento petrolifero Sinopec Shenli di Dongying, nella provincia dello Shandong sono stati presi di mira nella campagna "zero-out".

La campagna di molestie "zero-out" mira a costringere ciascun praticante del Falun Gong presente sulla lista nera del governo a rinunciare alla propria fede. A tal fine la polizia, i comitati residenziali di strada ed i datori di lavoro dei praticanti presi di mira sono stati tutti mobilitati.

Presso l'impianto di produzione petrolifera di Gudao il Comitato del Partito, l'Ufficio per le petizioni ed il Sindacato dei lavoratori della società hanno organizzato congiuntamente incontri con i praticanti, sia in servizio che in pensione, per lo più alla presenza della polizia, durante i quali sono stati minacciati di licenziamento, privazione della retribuzione, detrazione del bonus, o restrizioni per i loro figli nella ricerca di lavoro o promozioni, se si fossero rifiutati di rinunciare alla loro fede nel Falun Gong. Ad alcuni praticanti addirittura è stato richiesto di consegnare la propria carta d'identità.

Uno dei dipendenti dell'azienda, il signor Li Bing, sulla trentina, è stato portato per la prima volta ad una sessione di lavaggio del cervello al Jindao Hotel all'inizio di dicembre 2020. Le autorità hanno assunto diversi esperti psicologi per tenere lezioni di lavaggio del cervello, con l'obiettivo di costringerlo a rinunciare Falun Gong.

Mentre Li è stato rilasciato settimane dopo, Liu Shuting, il manager dell'azienda, l’ha sospeso dalla sua posizione il 1° aprile dello scorso anno su ordine dell'Ufficio 610della società. Li è stato tenuto in cella d’isolamento e gli è stato ordinato di copiare a mano la storia del Partito Comunista Cinese, oltre a scrivere una dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong.

Poiché Li ha rifiutato di obbedire, le autorità hanno trattenuto 2.500 yuan (circa 340 euro) dalla sua paga mensile, lasciandolo solo con 500 yuan (circa 68 euro) al mese. Con il rapido aumento dei prezzi, la persecuzione finanziaria ha causato enormi difficoltà alla famiglia del praticante, soprattutto perché deve mantenere i suoi genitori ed il figlio. Ha fatto appello più volte al manager Liu, il quale ha affermato che la decisione è stata presa dalla dirigenza dell'azienda, ma non ha fornito alcun documento formale al riguardo, adducendo la scusa che questi sono confidenziali.

Settimane dopo, Liu ha pubblicato un avviso secondo cui si sarebbe stati privati del compenso "pagamento a prestazione" nel caso non si potesse generare reddito per l'azienda. In seguito l'ha usata come giustificazione per sospendere la paga di Li e gli ha ordinato di firmarla. L’uomo ha detto di non avere obiezioni all'avviso, ma ha fatto presente che, nel suo caso, non si trattava di non poter lavorare e generare reddito per l'azienda, ma che la società stessa l’aveva sospeso dal lavoro. In quanto tale, non avrebbe dovuto essere lui a sopportarne le conseguenze e si è rifiutato di firmare l'avviso.

Per chiedere giustizia Li ha fatto appello al sindacato dei lavoratori della società e all'ufficio per le risorse umane e la previdenza sociale della città di Dongying, accusando il suo manager di aver violato il suo contratto di lavoro. Un ufficiale ha accettato il suo appello, ma in seguito l’ha rigettato, dicendo di aver ricevuto una chiamata dal Comitato per gli affari politici e legali locale che l’aveva spinto a non accettare il caso di Li.

Tra il 16 e il 17 novembre, Wen Shuming, un agente dell'ufficio 610 dell'impianto di petrolifero di Shengli, ha fatto pressioni su Li e ha cercato di costringerlo a rinunciare al Falun Gong.

Dopo che Li ha denunciato su Minghui le molestie perpetrate nei suoi confronti da parte di Wen, i praticanti del Falun Gong all'estero hanno chiamato quest’ultimo e l’hanno esortato a smettere di partecipare alla persecuzione. Questi, il 2 dicembre ha trovato Li e gli ha detto di essere molto arrabbiato per aver ricevuto quelle chiamate e l’ha denunciato alla polizia che il giorno dopo l’ha molestato e gli ha ordinato di scrivere una lettera di pentimento.

Il 6 dicembre gli agenti di polizia Ren Anyuan e Ma Yuqiang hanno molestato nuovamente Li e gli hanno chiesto come avesse fornito informazioni a Minghui.

Settimane dopo, alla fine di dicembre, Li è stato arrestato e condotto al centro per il lavaggio del cervello di Jishu. La sua azienda ha disposto che quattro dipendenti si alternassero nel monitorarlo ed è stato trattenuto lì per un mese e rilasciato intorno al 22 gennaio scorso.

L'ingresso della Jishu Oil Production Company Technical Training School, dove si trovava il centro per il lavaggio del cervello.

Il centro per il lavaggio del cervello di Jishu

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Wen Shuming (温曙明), agente dell’Ufficio 610 del giacimento petrolifero Shengli: +86-13854642759

Ren Anyuan (任安远), ufficiale del dipartimento di polizia di Haibin: +86-18205461991

Ma Yuqiang (马玉强), ufficiale della stazione di polizia di Chaoyang: +86-18654600910, +86-18505461987

Liu Shuting (刘书廷), manager dell'impianto petrolifero di Gudao: +86-15954622865

(Ulteriori informazioni di contatto sui perpetratori sono disponibili nell'articolo cinese originale).

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