(Minghui.org) Il 1° gennaio 2020 l'agenzia d'informazione statale cinese Xinhua riferiva che erano state intraprese azioni legali contro otto persone per “aver diffuso voci” relative alla “polmonite di Wuhan”. Avvertiva inoltre che chiunque avesse fatto lo stesso avrebbe affrontato gravi conseguenze.

La Xinhua ha omesso di dire che queste otto persone erano tutti medici a Wuhan, che condividevano informazioni sui due casi confermati di coronavirus nell'Ospedale Centrale di Wuhan.

Da allora sono passati quasi tre mesi e la pandemia si è ora diffusa in oltre 170 tra Paesi e territori, infettando almeno 240.000 persone.

La Xinhua continua a diffondere informazioni false.

Ad esempio, dopo che il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha affermato che il virus proveniva dalle forze armate statunitensi, il 16 marzo 2020 il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha chiamato il direttore dell'Ufficio degli Affari esteri della Cina Yang Jiechi, chiedendo a Pechino fermare la diffusione di quelle dicerie. La Xinhua ha poi sottolineato che Yang aveva emesso un “severo avvertimento rivolto agli Stati Uniti, indicando che qualsiasi piano per diffamare la Cina sarebbe destinato a fallire”. In un editoriale della Xinhua del 17 marzo si affermava: “Gli americani dovrebbero immediatamente correggere i loro comportamenti scorretti... prima che sia troppo tardi”.

Questo è solo un esempio di come il portavoce cinese abbia fabbricato e diffuso disinformazione. Oltre alla Xinhua, innumerevoli organi d'informazione, siti Web, social media e commentatori di internet controllati dal Partito Comunista Cinese (PCC) continuano a propagare bugie giorno dopo giorno, anno dopo anno”.

Oltre a produrre informazioni fuorvianti all'interno della Cina, la macchina di propaganda cinese diffonde ampiamente informazioni false anche all'estero. In un articolo del 21 agosto 2019 intitolato “China’s propaganda machine is spending over $1 million to buy influence on foreign social media” (La macchina della propaganda della Cina sta spendendo oltre 1 milione di dollari per comprare influenza sui social media stranieri), pubblicato su Quartz è stato affermato: “Pechino si sta impegnando molto per creare un universo alternativo di informazioni”.

Formalismo

La pandemia in corso ha dato al popolo cinese l'opportunità di capire come il PCC abbia occultato informazioni sul virus: dal minimizzare la gravità della malattia all'inizio, fino a censurare le opinioni mentre la pandemia si diffondeva.

Mentre il 5 marzo 2020 la vicepresidente cinese Sun Chunlan ha visitato Wuhan, gli amministratori del quartiere hanno fatto finta di essere volontari che consegnavano verdure e carne ai residenti locali. Alcuni residenti hanno gridato: “Falso! Falso!”; “È tutto falso!”; “Formalismo!”.

In un articolo del 6 marzo dal titolo “‘Fake, Fake’: senior Chinese leader heckled by residents on visit to coronavirus city” ('Falso, Falso': Funzionaria cinese in visita nella città del coronavirus, sommersa di critiche dai residenti) pubblicato su The Guardian, si è spiegato che 'formalismo' è “un termine che di recente è stato impiegato frequentemente per criticare le misure inefficaci adottate dai rappresentanti del governo per salvare le apparenze”.

Per i cinesi, il termine 'formalismo' significa coprire le cose o alterare i dati a tutti i costi, per compiacere gli alti funzionari. Durante l'epidemia di coronavirus, le sue manifestazioni hanno incluso l'insabbiamento iniziale, la successiva manipolazione dei dati e l'attuale adulazione dei principali leader del PCC.

Chi si rifiuta di farlo va incontro a delle conseguenze. Dopo che il 30 dicembre 2019 Ai Fen, direttrice del Dipartimento di Emergenza dell'ospedale di Wuhan, ha identificato due casi di coronavirus, è stata rimproverata duramente dai funzionari per aver “ignorato il successo di Wuhan”. È stata etichettata come “nemica della stabilità di Wuhan” e la “principale colpevole che mina lo sviluppo di Wuhan”. Ai in seguito ha detto che quella era la critica più crudele che avesse mai ricevuto.

Unica missione: proteggere gli interessi del Partito

Zeng Guang, il principale epidemiologo del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCDC), ha detto al Global Times che i funzionari del PCC prendono le loro decisioni basandosi su scelte politiche, “stabilità sociale”, economia e altri fattori, e che l'opinione degli esperti scientifici è solo “uno dei fattori che contribuiscono alla decisione”. Questo spiega le strategie di controllo dell'epidemia da parte del PCC. Cioè, la politica ha la massima priorità, seguita da stabilità ed economia. La vita umana, d'altra parte, sembra avere poca importanza.

Quando si entra nel PCC, si deve fare voto di devozione al Partito. Nel giuramento, ci si impegna a “... osservare rigorosamente la disciplina del Partito, custodire i segreti del Partito, essere fedeli al Partito... lottare per il comunismo per tutta la vita... e non tradire mai il Partito”. Tale ideologia permea l'istruzione, i media e quasi ogni angolo della società cinese.

Tu Long, un millennial di Pechino, ha studiato nella migliore scuola di giornalismo della Cina, solo per ritrovarsi con un sogno infranto. In un'intervista a Voice of America (VOA) ha affermato: “La mia scuola mirava a formare coloro che avrebbero controllato le opinioni pubbliche. Più di una volta ho sentito i miei insegnanti vantarsi di essere riusciti a controllare l'opinione pubblica”.

Tu ha dichiarato che la pandemia di coronavirus l'ha completamente cambiato. Uno dei suoi compagni di classe ha cercato di chiedere aiuto online dopo che sua madre aveva contratto il virus e non era riuscita a trovare un letto in ospedale. Il 14 marzo 2020, in un articolo intitolato “I Have the Obligation to Speak for the Dead” (Ho il dovere di parlare per i morti) pubblicato su VOA, ha riferito: “Immediatamente il mio compagno di classe è stato attaccato da un gruppo di 'little pinky', o fanatici nazionalisti cinesi, che l'hanno invitato a eliminare il messaggio e l'hanno etichettato come una persona 'controllata da potenze straniere', solo per aver osservato che la Nazione non poteva prendersi cura di tutto il suo popolo”.

Ha aggiunto: “Ad essere onesti, ciò che mi ha colpito di più non è tanto l'epidemia stessa, ma questo test di umanità”.

Li Wenliang era uno degli otto medici di Wuhan segnalati dai funzionari per aver diffuso informazioni sull'epidemia di coronavirus. Al 6 marzo 2020, oltre 3.000 operatori sanitari erano stati infettati. Almeno quattro medici dell'ospedale centrale di Wuhan erano morti di malattia, tra cui Li.

Anche dopo che il 20 gennaio il CCDC aveva ammesso la trasmissione da uomo a uomo e che tre giorni dopo Wuhan era stata isolata, il 26 gennaio la task force sul coronavirus del governo centrale ha stabilito una linea di condotta vietando al personale medico di discutere della malattia a casa o in altri luoghi tramite telefono, testi scritti, social media o e-mail. Chiunque non avesse rispettato tale direttiva sarebbe stato condannato da tre a sette anni di prigione.

Questa politica è stata successivamente implementata in tutta la Cina. Il 6 febbraio, cinque medici nella città di Wenshan, nella provincia dello Yunnan, sono stati arrestati per aver condiviso le informazioni sul coronavirus. La provincia dello Shandong ha emesso una direttiva in cui si afferma che 1) nessuna agenzia, comunità o individuo è autorizzato a divulgare informazioni sull'epidemia; 2) solo i messaggi approvati ufficialmente possono essere condivisi con altri. Questa politica è stata trasmessa dal governo provinciale a tutti i livelli inferiori, comprese città, distretti, contee, comuni e villaggi.

Il 1° marzo 2020 il PCC ha lanciato “Disposizioni sulla governance ecologica dei contenuti delle informazioni in rete”, che è stata considerata la più severa normativa di controllo di internet. Ad esempio, include:

Articolo 6: Un produttore di contenuti informativi di rete non deve produrre, copiare o pubblicare informazioni illegali contenenti quanto segue:

...

8. Diffondere dicerie per disturbare l'ordine economico e sociale;

...

Articolo 7: Un produttore di contenuti informativi di rete, deve adottare misure per prevenire e resistere alla produzione, alla riproduzione e alla pubblicazione di informazioni indesiderate contenenti quanto segue:

...

2. Promuovere pettegolezzi, scandali, cattive azioni e così via;

3. Fare commenti impropri su disastri naturali, incidenti rilevanti o altre calamità;

Gli utenti cinesi di internet si sono opposti alla politica. Uno di loro ha scritto: “Questo segna l'inizio del massacro di internet”.

Continue bugie reiterate nel tempo

“Sin da piccoli, abbiamo pensato agli Stati Uniti come ad un Paese adorabile. Riteniamo che ciò sia in parte dovuto al fatto che gli Stati Uniti non hanno mai occupato la Cina né lanciato alcun attacco contro la Cina. Fondamentalmente, il popolo cinese ha buone impressioni degli Stati Uniti basate sul carattere democratico e di larghe vedute del suo popolo”.

È difficile immaginare che le parole di cui sopra provenissero dal quotidiano ufficiale del PCC Xinhua Daily, a parte il fatto che questo testo fu pubblicato il 4 luglio 1947. Nei Nove Commentari sul Partito Comunista è scritto: “Solo tre anni dopo il PCC inviò soldati per combattere le truppe americane in Corea del Nord, dipingendo gli Americani come i più malvagi imperialisti del mondo”.

Dalla sua fondazione alla guerra civile cinese, dalla confisca delle terre dei contadini alla Rivoluzione Culturale, dal massacro di Piazza Tiananmen alla repressione del Falun Gong, il PCC ha sempre mentito. Si preoccupa solo dei propri interessi, non del popolo cinese e nemmeno dei propri membri o di coloro che gli sono fedeli.

Nel dicembre del 1948 Hu Shih, ex ambasciatore cinese negli Stati Uniti (dal 1938 al 1942), dovette affrontare una difficile decisione. Sia il PCC, le cui truppe all'epoca avevano circondato Pechino, sia Chiang Kai-shek gli promisero posizioni di alto rango nelle rispettive amministrazioni; ognuno di loro fece il possibile per cercare di conquistare il famoso studioso.

Alla fine, Hu salì su un aereo per unirsi a Chiang a Nanchino, allora capitale della Repubblica di Cina. Il figlio di Hu, Sidu, decise tuttavia di restare. Pensò: “Non ho fatto nulla contro il PCC. Starò bene”. Dopo aver consegnato ai funzionari comunisti alcuni oggetti di valore lasciati da suo padre, Sidu fu costretto a scrivere articoli diffamatori nei suoi confronti. Alla fine ebbe un collasso e nel 1957 si suicidò all'età di 36 anni dopo essere stato preso di mira in molte delle campagne politiche del PCC.

Questo è ciò che il PCC chiama “uccidere l'asino quando non serve alla macina”, una pratica che potrebbe essere fatta risalire all'Unione Sovietica. Dopotutto, il Partito Comunista considera la lotta di classe come la forza primaria per il progresso sociale e di conseguenza, spesso intensificava intenzionalmente le lotte di classe e creava caos attraverso il saccheggio, lo stupro, l'incendio doloso e l'uccisione. Il pubblico viene successivamente adescato o costretto a partecipare come seguace o come schiavo.

Cose simili sono successe anche durante l'epidemia di coronavirus. Sebbene fosse già noto a dicembre 2019 che il virus avrebbe potuto diffondersi da uomo a uomo, il 18 gennaio 2020 ai residenti di Baibuting, a Wuhan, è stato richiesto di partecipare a un banchetto di celebrazione del nuovo anno. Più di 40.000 famiglie avevano preparato un totale di 14.000 piatti da condividere . Giorni dopo, molti nella comunità hanno iniziato a mostrare i sintomi dell'infezione da coronavirus. Il 23 gennaio, la città di Wuhan è stata completamente bloccata.

Per ridurre il numero di casi di infezione segnalati, i funzionari hanno abbandonato Baibuting. Un netizen ha scritto su un blog: “Sono residente nella comunità di Baibuting a Wuhan. Scrivo in totale disperazione. Al momento, Baibuting Garden è senza controllo, senza nessuno responsabile governativo. Molte persone sono state infettate da questo virus, ma i leader di Wuhan ci hanno dato solo un kit per il test al giorno per isolato, ciascuno dei quali ospita circa 4.000 famiglie”. Il post è stato subito eliminato.

All'alba di una nuova era

L'ex leader sovietico Mikhail Gorbachev ha affermato di considerare Chernobyl uno dei principali chiodi nella bara dell'Unione Sovietica, che alla fine è crollata nel 1991. Ha detto che quando era giovane era un fervente comunista perché il comunismo sosteneva “giustizia” e “uguaglianza”.

Ha spiegato: “Ma in realtà quel terribile esperimento comunista ha portato alla repressione della dignità umana. Per imporre quel modello nella società è stata usata la violenza. In nome del comunismo abbiamo abbandonato i valori umani di base”, aggiungendo che era per questo motivo che era determinato a sciogliere l'Unione Sovietica.

Anche Tu Long ha riflettuto molto sull'epidemia di coronavirus.

Ha affermato: “Quando hanno espulso la 'popolazione di fascia bassa' [i lavoratori migranti] da Pechino, mi sono detto, ho lavorato molto duramente. Non faccio parte della 'popolazione di fascia bassa', non sarò espulso”.

“Quando hanno costruito i campi di concentramento nello Xinjiang [per rinchiudere la minoranza musulmana uigura], ho pensato: non faccio parte di una minoranza etnica e non ho credenze religiose, per cui non dovrei essere nei guai”.

“Sono solidale con la sofferenza della gente di Hong Kong, ma ho pensato che non sarei andato in strada per protestare [per la democrazia], quindi non ha nulla a che fare con me”.

“Questa volta è stata colpita la mia città natale. Molte persone intorno a me si erano già ammalate e alcune erano morte, quindi non potevo più sopportarlo”.

La gente in Cina, incluso Tu, è stata istruita dal PCC sin dalla tenera età che il colore rosso della bandiera nazionale deriva dal sangue. Al giorno d'oggi, molte persone considerano la bandiera una testimonianza della brutalità del regime.

Il 27 gennaio 2020 il Jyllands-Posten, un giornale danese, ha pubblicato una vignetta in cui le cinque stelle sulla bandiera erano state sostituite dal coronavirus. I lettori possono avere i loro modi di interpretare questo. Ma se non ci fosse stato il PCC, probabilmente non ci sarebbe stata la pandemia di coronavirus.