(Minghui.org) Le autorità della città di Anda, nella provincia dell'Heilongjiang, hanno segretamente condannato tre residenti locali alla pena detentiva, per la loro fede nel Falun Gong, ancora prima di permettere all'avvocato di una praticante di farle visita.

Il Falun Gong, conosciuto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La sessantacinquenne Chen Jingjie è stata condannata ad un anno e mezzo. A Zhao Xiuzhi sono stati dati due anni, mentre la pena detentiva di Pei Yufeng è ancora oggetto di indagine.

La sera del 24 dicembre dell'anno scorso tutte e tre le praticanti sono stati arrestate nelle loro rispettive abitazioni. Da allora sono state trattenute nel centro di detenzione della città di Anda e non hanno potuto ricevere visite dai familiari, nonostante Zhao avesse la pressione alta, ed anche Pei avesse problemi di salute.

Per via delle restrizioni causate dalla pandemia, l'avvocato di Chen non ha potuto visionare i documenti relativi al suo caso, presso la procura, fino allo scorso 19 marzo. Quando si è recato al centro di detenzione per incontrare la sua assistita, le guardie l’hanno allontanato, adducendo la scusa della pandemia. Solo dopo le sue insistenti richieste, il centro di detenzione gli ha concesso il permesso.

Il 19 aprile, tuttavia, quando ha potuto incontrarla, è rimasto scioccato nello scoprire che il giudice l'aveva già condannata, insieme ad altre due praticanti, attraverso un processo virtuale tenutosi l'8 aprile. L'avvocato ha chiamato la procura, chiedendo perché non fosse stato informato del processo. Il procuratore ha risposto di non sapere che la donna avesse un avvocato, nonostante avesse già esaminato i documenti relativi e presentato il mandato un mese prima.

Li Yingming, assistente del procuratore, l’ha indirizzato al tribunale, ma ha anche manifestato dubbi che avrebbero cambiato la sentenza. "È inutile parlare con la corte. Il governo ha stabilito che il Falun Gong è una setta", ha borbottato Li tra sé e sé.

L'avvocato ha risposto che nessuna legge criminalizza il Falun Gong in Cina o lo etichetta come un culto. Li allora gli ha detto: "Puoi andare avanti e parlare con la corte. Se ci chiedono di rilasciarli, lo faremo. Se vogliono cambiare i termini, non faremo alcuna obiezione". Poi ha riattaccato il telefono.

Anche i familiari di Chen hanno cercato di incontrare il procuratore, ma lui si è rifiutato. La famiglia gli ha lasciato una lettera in cui descrive dettagliatamente i benefici per la salute che Chen ha ottenuto nel praticare il Falun Gong. Il procuratore, che li ha chiamati in serata, ha affermato che stavano gestendo il caso secondo la legge e gli ordini del loro supervisore.

In seguito i familiari della donna l’hanno ricontattato ed hanno cercato di spingerlo a rilasciarla. Lui ha insistito che la corte non era a conoscenza che lei avesse un difensore e che non è loro responsabilità informare del processo l'avvocato, ma della divisione di pubblica sicurezza.

Dettagli degli arresti dei praticanti

Intorno alle 18.00 del 24 dicembre dell'anno scorso Zhao è stata arrestata. La polizia ha passato tre ore a perquisire la sua abitazione, confiscandole i libri ed una foto del fondatore del Falun Gong, il computer portatile e la stampante. Anche i suoi familiari sono stati portati alla stazione di polizia per essere interrogati, ma a tarda notte sono stati rilasciati.

Alle 20:30 la polizia ed i membri del comitato residenziale sono rimasti fuori dall'appartamento di Pei e l'hanno arrestata mentre stava rientrando a casa. Gli agenti hanno confiscato i suoi libri del Falun Gong, una foto del fondatore della pratica, la scrivania, il portatile e la stampante. I familiari hanno chiesto il motivo dell'arresto, ma gli agenti hanno risposto che la stavano seguendo da un anno.

Sempre verso le 20:00, più di venti agenti, compresi quelli della stazione di polizia locale, del comitato residenziale e dell'Ufficio 610 (un'agenzia extralegale creata appositamente per perseguitare il Falun Gong), hanno fatto irruzione nella casa di Chen. Gli ufficiali hanno confiscato non soltanto il suo computer e la stampante, ma anche molti oggetti di valore, compresi i 5.000 yuan (circa 647 euro) in contanti che erano stati accantonati per il Capodanno cinese, le ricevute di deposito bancario, le carte di debito per la pensione di Chen e di suo marito, i loro telefoni cellulari, l'atto di proprietà dell'appartamento, nonché le banconote antiche ed i francobolli della loro collezione.

Un agente ha gridato: "Siamo qui per derubarvi! Sentitevi liberi di denunciarci dove volete!".

Sia la donna che il marito sono stati portati alla stazione di polizia. Il giorno seguente, dopo una notte di interrogatorio, il marito è stato rilasciato.

A causa della confisca dei loro risparmi, del cellulare e della carta d'identità, il marito ha dovuto lottare per sopravvivere, dato il rigido isolamento della città durante la pandemia. Ha chiamato l'ufficio 610 chiedendo di riavere la sua carta d'identità e gli altri oggetti confiscati, ma la polizia si è rifiutata di restituirglieli. Ha anche indagato sul conto bancario familiare, per vedere da dove provenissero i loro risparmi.

Chen lavorava alla fabbrica di caramelle della città di Anda, ma è stata licenziata all'inizio degli anni '90. Quando anche suo marito, dipendente di una locale fabbrica tessile, è stato licenziato, la famiglia ha faticato ad arrivare a fine mese, specialmente quando Chen ha sofferto di varie patologie. In seguito ha iniziato a praticare il Falun Gong e la sua salute si è presto ristabilita, il che ha fatto risparmiare una notevole quantità di spese mediche.

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