(Minghui.org) Una donna residente a Gaozhou, nella provincia del Guangdong, si trova in condizioni precarie mentre è detenuta per la sua fede nel Falun Gong. Ciononostante le autorità hanno impedito al suo avvocato di farle visita e si sono rifiutate di fornire aggiornamenti sulle sue attuali condizioni. Il procuratore l'ha incriminata e ha trasferito il suo caso al tribunale per l'azione penale.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
La sera dello scorso 26 settembre Wu Youqing, di cinquantacinque anni, è stata arrestata quando è uscita dalla propria abitazione. Il 28 settembre è stata sottoposta a detenzione penale e condotta nella prigione della città di Xinyi. Il 4 ottobre, poiché aveva praticato gli esercizi del Falun Gong, è stata incatenata dalle guardie. L'11 ottobre scorso, quando il suo avvocato le ha fatto visita, la donna aveva ancora le catene.
Il 23 ottobre una guardia del centro di detenzione ha chiamato i suoi familiari, per informarli che stava facendo uno sciopero della fame da cinque giorni. La guardia li ha esortati a chiedere il rilascio su cauzione medica. Con l’aiuto dell’avvocato, essi hanno preparato una richiesta di cauzione medica, ma quando si sono recati al Dipartimento di polizia della città di Gaozhou per presentarla, gli agenti si sono rifiutati di accettare il documento.
Sebbene il giorno successivo la polizia abbia accettato la richiesta, l’ha nuovamente respinta un giorno dopo, sostenendo che le condizioni di Wu si fossero stabilizzate e non fosse più qualificata per il rilascio su cauzione.
Il 25 ottobre l'avvocato si è recato in visita al centro di detenzione, ma è stato allontanato dalla guardia di turno, la quale sosteneva che l’uomo, durante il tragitto, avesse attraversato un'area ad alto rischio COVID-19. L'avvocato ha affermato che avrebbe incontrato Wu solo in videochiamata e che non avrebbe avuto modo di trasmettere il virus. Il 28 ottobre, tuttavia, la guardia l’ha costretto a sottoporsi a due giorni di quarantena, prima di permettergli di parlare con la sua assistita.
Secondo l’avvocato Wu, dopo undici giorni di sciopero della fame, era molto debole e non riusciva a parlare chiaramente. Durante l’incontro ha anche vomitato più volte.
Lo stesso giorno la polizia ha ingannato la sua famiglia, facendole firmare un documento in cui si affermava che le condizioni fisiche della donna non la rendevano idonea al rilascio su cauzione medica.
Il 10 novembre i familiari hanno chiamato il centro di detenzione ed è stato detto loro che le guardie l’avevano portata in ospedale allo scopo di alimentarla per via endovenosa. Le sue condizioni erano stabili, ma si rifiutava ancora di mangiare.
Il 21 novembre la famiglia ha appreso che era stata trasferita al Centro di detenzione nº 1 della città di Maoming, un giorno prima che la polizia presentasse il suo caso alla Procura del distretto di Maonan, nella città di Maoming. Dopo uno sciopero della fame durato un mese, la donna ha avuto problemi all'apparato digerente e quando mangiava, vomitava.
Sia la città natale di Wu, Gaozhou, sia la città di Xinyi, dove è stata arrestata per la prima volta, sono sotto l’amministrazione della città di Maoming.
Il 24 novembre la polizia ha chiamato i familiari della donna per avvertirli che versava in gravi condizioni e che era stata portata in ospedale per un trattamento d’emergenza. La polizia ha impedito loro di farle visita, ma li ha costretti a pagare circa 1.000 yuan (circa 140 euro) per due iniezioni di albumina, che di solito viene usata per trattare lo shock in seguito a gravi lesioni o per aumentare il plasma sanguigno.
Inizialmente la famiglia si era rifiutata di pagare, insistendo nel ritenere la polizia responsabile delle sue condizioni, ma poi ha ceduto, temendo un ulteriore peggioramento.
Lo scorso 25 novembre Dai Jianlan, della procura distrettuale di Maonan, ha incriminato Wu e ha trasferito il suo caso al tribunale di Maonan. La gestione è stata affidata a un giudice di nome Pan.
Il 29 novembre l’avvocato della donna si è recato al centro di detenzione per consegnare il documento da firmare. Al ritorno il Centro per la prevenzione delle malattie della città di Maoming ha dichiarato che il campione del test COVID era positivo e gli ha ordinato di soggiornare in un hotel per una quarantena di cinque giorni.
Il 4 dicembre, dopo la fine della quarantena, l'avvocato si è recato di nuovo al centro di detenzione per visitare la donna, ma gli hanno detto che era stata portata di nuovo in ospedale.
L'avvocato si è quindi recato in ospedale. Un ufficiale di nome Li ha portato dentro la procura per farla firmare a Wu. L’agente si è rifiutato di permettere all’avvocato di parlare con la sua assistita, con la scusa che l’ospedale non prevedeva la possibilità di un incontro video. La polizia si è anche rifiutata di fornire aggiornamenti sulle condizioni della donna. La sua famiglia è ora molto preoccupata per lei.
Da quando il Partito Comunista Cinese ha ordinato la persecuzione del Falun Gong nel 1999, Wu è stata ripetutamente presa di mira per la sua fede. Ha scontato tre anni di lavori forzati e quattro anni di prigione. Anche quando è tornata a casa, dopo essere sopravvissuta alle torture, le autorità locali hanno continuato a perseguitarla e a cercare di costringerla a rinunciare alla sua fede.
Informazioni di contatto dei perpetratori:
Dai Jianlan (戴建兰), procuratore, Procura del distretto di Maonan: +86-13580018183
Chen Fei (陈飞), funzionario dell'Ufficio per la sicurezza interna della città di Gaozhou
Liang Shuang (梁爽), direttore dell'Ufficio per la sicurezza interna della città di Gaozhou: +86-13824877688
Liang Yongquan (梁永全), vice segretario del Comitato per gli affari politici e legali della città di Maoming: +86-18666833888
Huang Shu (黄姝), funzionario dell'Ufficio 610della città di Gaozhou: +86-13702661551
(Altre informazioni sui contatti dei responsabili sono disponibili nell'articolo originale in cinese).
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