(Minghui.org) È stato recentemente confermato che il 14 gennaio dell’anno scorso Li Qiaolian, di 69 anni, della città di Baiyin nella provincia del Gansu, è stata arrestata per aver praticato il Falun Gong. In seguito, è stata condannata a tre anni e nove mesi dal tribunale distrettuale di Baiyin. Le è stata inoltre inflitta una multa di 8.000 yuan (circa 1.036 euro).

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Li Qiaolian, in pensione dalla fabbrica Yinguang della città di Baiyin, nel 1998 ha iniziato a praticare il Falun Gong.

Intorno alle 16:00 del 14 gennaio dell’anno scorso otto agenti del Dipartimento di Polizia distrettuale di Baiyin hanno fatto irruzione nella casa di Wang Ligui e hanno arrestato Li, Wang, Liao An’an, Gu Fuman, Yang Yuenan, Liu Yulan, Liu Fengying, Zhu Ju e un nono praticante, il cui nome è sconosciuto.

Gli agenti hanno perquisito ogni praticante e confiscato gli oggetti che portavano con sé.

Anche l’abitazione di Wang è stata perquisita e filmata. Non gli è stato consegnato un elenco degli oggetti confiscati. Dopo circa due ore, gli agenti hanno portato tutti e nove i praticanti al Dipartimento di Polizia del distretto di Baiyin, per essere interrogati.

Dopo l’arresto di gruppo quattro praticanti sono stati rilasciati su cauzione in momenti diversi.

Wang, Gu e Li sono stati trattenuti nel centro di detenzione della città di Baiyin, mentre Liao è stata messa agli arresti domiciliari. I casi contro questi praticanti sono stati successivamente sottoposti alla Procura del distretto di Baiyin e, in seguito, trasmessi al tribunale distrettuale.

Lo scorso 30 marzo Li, Wang, Gu e Zhao sono stati processati, con Liao che ha partecipato a distanza da casa sua, poiché non era in grado di camminare. Gli altri quattro sono comparsi di persona nell’aula del tribunale. Il giudice che ha presieduto l’udienza, Gu Qinghua (senza alcuna parentela con Gu), non ha permesso ai praticanti di testimoniare in propria difesa. Durante le sei ore di udienza ha invece cercato di fare pressione affinché ammettessero la loro colpevolezza. Liao, Gu e Li si sono dichiarati innocenti e hanno chiesto l’assoluzione.

Il 5 settembre il sito Minghui ha confermato che Li, Liao e Gu sono state condannate a tre anni e nove mesi di prigione, oltre a una multa di 8.000 yuan. Wang è stato condannato a tre anni e cinque mesi, oltre a una multa di 6.000 yuan (circa 777 euro). Zhao è stata condannata a un anno di prigione e a 18 mesi di libertà vigilata. È stata inoltre multata di 5.000 yuan (circa 647 euro).

A Liao è stato ordinato di scontare nuovamente gli ultimi tre anni della sua seconda pena detentiva, anche se li aveva già scontati ai domiciliari per ordine del tribunale, ed era strettamente monitorata dalle autorità locali.

Persecuzioni passate di Li

Prima di quest’ultima sentenza, Li è stata imprigionata due volte nel carcere femminile del Gansu, noto anche come carcere femminile di Lanzhou.

Di seguito è riportato un elenco parziale delle persecuzioni a cui Li è stata sottoposta negli ultimi due decenni.

Corso di lavaggio del cervello

Il 16 agosto 2008 Li è stata arrestata e portata al centro per il lavaggio del cervello di Wuchuanxiang, nella città di Baiyin, dove era già stata detenuta in precedenza. Il centro per il lavaggio del cervello era uno dei luoghi principali della regione, nel quale venivano perseguitati i praticanti del Falun Gong.

Ammanettata e picchiata durante l’interrogatorio

Il 24 aprile 2009 Li è stata arrestata da agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna della città di Baiyin e della stazione di polizia di Silonglu che hanno messo a soqquadro la sua abitazione, confiscandole i libri del Falun Gong, i DVD informativi e altri effetti personali. Dopo averla portata alla stazione di polizia, la donna è stata interrogata, ammanettata a una sedia per 24 ore.

Un agente ha afferrato Li per i capelli e l’ha colpita alla testa; la donna è svenuta per il dolore. Le ha anche dato dei calci alle mani e l’ha legata saldamente alla sedia, provocandole un dolore immenso. Il giorno dopo è stata portata al centro di detenzione di Jingtai.

Illustrazione della tortura: Legata sulla sedia

Contemporaneamente sono stati arrestati altri praticanti, tra cui Hou Xingzhong, Zhang Tao, Cui Peizhen, Cui Youlin, Wang Hui, Wang Qingfang e Wang Xiaocai.

Condannata a sei anni trascorsi nel carcere femminile della provincia del Gansu

Il 21 febbraio 2010 il tribunale della contea di Jingtai ha condannato Li a sei anni di prigione. La donna ha fatto ricorso in appello al tribunale intermedio della città di Baiyin, ma i giudici hanno confermato il verdetto originale. Il 9 giugno 2010 è stata ammessa nel carcere femminile della provincia del Gansu.

Appena arrivata in carcere, la maggior parte delle praticanti viene immediatamente sottoposta a una serie di torture, tra cui l’obbligo di stare in piedi di fronte a un muro per ore o di ricevere schiaffi in viso. Entro uno o due giorni viene loro ordinato di imparare tutte le regole della prigione. Non possono sorridere, camminare a testa alta o parlare con le altre. Le guardie organizzano le detenute per monitorare le praticanti e riferire costantemente ogni loro azione.

Quando Li nel suo “rapporto sul pensiero” si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, le detenute l’hanno picchiata, provocandole un grosso bernoccolo sulla testa e due occhi neri.

La detenuta Chen Xiaoling, incaricata di sorvegliare Li, le sputava spesso addosso, le afferrava e tendeva le orecchie, facendole sanguinare. A un certo punto, Chen non ha permesso a Li di usare il bagno per 24 ore. Quando la donna non ce la faceva più e ha chiesto di andare in bagno, Chen l’ha afferrata per i capelli e le ha sbattuto la testa contro la porta. Li è quasi svenuta. Tutte le detenute che hanno assistito all’accaduto si sono spaventate e hanno chiesto a Chen di fermarsi, ma lei ha indicato Li e le ha detto: “Se non mi ascolti, non avrai giorni felici”.

Per trasformare Li, le guardie hanno incitato le detenute Chen, Yan Feng, Meng Haihong, Xian Deying e Yuan Xueying a mentire, dicendo che la donna aveva la pressione alta. In seguito, le hanno somministrato farmaci sconosciuti. Quando Li ha opposto resistenza, le hanno afferrato i capelli, sbattuto ripetutamente la testa contro il muro e l’hanno picchiata. La donna ha riportato diverse ferite.

Quando Chen l’ha colpita con un calcio alle gambe e l’ha ferita, Li ha detto di essersi sentita come se i muscoli le si fossero stati strappati. Il dolore era così forte che non riusciva a dormire. Un anno dopo non si era ancora ripresa. Le altre detenute la picchiavano spesso non appena pensavano che non rispettasse, anche di poco, le regole. Le sputavano addosso e la prendevano a schiaffi. La donna aveva spesso la testa e il viso pieni di lividi.

Le detenute l’hanno anche minacciata, dicendole che se avesse denunciato gli abusi non avrebbe avuto un solo giorno di pace. Inoltre Chen la costringeva a comprare cose per lei. Se Li si rifiutava, veniva picchiata.

Le guardie e le detenute insultavano e picchiavano brutalmente le praticanti del Falun Gong, per cercare di spingerle a rinunciare alla loro fede. Quando questo metodo non funzionava, le praticanti venivano ulteriormente perseguitate.

La polizia spesso incitava le detenute a picchiare le praticanti. Una guardia ha chiesto a Li se si sarebbe trasformata. Lei ha risposto: “Credo fermamente nel Falun Gong, perché insegna alle persone a coltivare se stesse, a essere buone e a fare cose buone”. Per rappresaglia, le detenute l’hanno picchiata e le hanno sbattuto la testa contro il muro. Il suo viso si è immediatamente gonfiato.

Sebbene le praticanti fossero esauste per il lavoro non retribuito svolto tutto il giorno, la sera erano comunque costrette a guardare programmi televisivi che diffamavano il Falun Gong. Poiché Li si rifiutava di scrivere il “rapporto sul pensiero”, veniva sistematicamente picchiata. Aveva il viso gonfio e contuso, il naso sanguinante e tutto il corpo dolorante. Anche se le faceva malissimo la testa, era costretta a svolgere il lavoro non retribuito e non aveva tempo libero.

Il 24 agosto 2013, quando è stata rilasciata, ha scoperto che la sua pensione era stata sospesa.

Condannata nuovamente a cinque anni nel carcere femminile della provincia del Gansu

Il 19 settembre 2014 Li, Liao, Chen Zhongxuan e Yang Wenxiu sono stati arrestati nella casa in affitto di Chen, a Baiyin. Durante l’arresto, Chen è stato picchiato da quattro agenti, il che gli ha causato la perdita di un dente anteriore e lesioni alla coscia sinistra. L’uomo è stato ammanettato dietro la schiena ed è stato portato alla stazione di polizia del distretto di Xi.

Alla stazione di polizia, gli agenti hanno gli incatenato le mani e i piedi sulla panca della tigre e hanno calpestato le catene, facendolo sudare copiosamente a causa del forte dolore ai polsi.

Il 21 gennaio 2015 il tribunale del distretto di Baiyin ha tenuto un’udienza segreta per i casi dei praticanti. Il 6 febbraio il tribunale ha annunciato le loro condanne. Chen è stato condannato a sei anni, Li a cinque anni, Liao a cinque anni e Yang a tre anni. Le praticanti sono state condotte nel carcere femminile della provincia del Gansu, mentre Chen è stato portato nel carcere di Lanzhou.

Poiché Li ha rifiutato di essere trasformata, le guardie hanno nuovamente incitato le detenute a torturarla.

Nel 2015 la detenuta Wang Nai ha colpito Li nel bagno dopo aver cambiato l’angolazione delle telecamere a circuito chiuso. La testa e il viso di Li sono stati ripetutamente colpiti, causandole una deformazione del volto. Nonostante le ferite, quel pomeriggio Li è stata costretta ad accovacciarsi e a scrivere rapporti di pensiero. Le è stato detto che non le sarebbe stato permesso di usare il bagno o di dormire, se si fosse rifiutata di scriverli.

Poiché si rifiutava di essere trasformata, è stata costretta a rimanere accovacciata in una posizione militare dalla mattina alle 23:00, senza poter muovere le gambe. Quando si alzava per camminare, aveva le gambe intorpidite dopo essere stata accovacciata per ore, e non riusciva a mantenere l’equilibrio. Una detenuta le ha graffiato il viso con una penna gel.

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