(Minghui.org) Un cittadino cinese di 65 anni residente a Shifang, nella provincia del Sichuan, è stato di recente condannato a due anni e mezzo con una multa di 5.000 yuan (circa 643 euro). Questa è la seconda volta che il signor Zhou Yubao viene condannato per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Era stato in precedenza condannato a tre anni a seguito dell’arresto nel 2012.

Le ultime traversìe di Zhou, operaio della società chimica Phosphorus, sono iniziate il 24 febbraio scorso, quando lo hanno arrestato mentre spediva lettere contenenti informazioni sul Falun Gong in un ufficio postale. Le sette lettere confiscate dalla polizia sono state usate come prova d’accusa contro di lui.

I familiari di Zhou, il 1° marzo scorso, hanno assunto l’avvocato Zhang di Pechino e, insieme, si sono subito recati al centro di detenzione di Shifang per far visita a Zhou. L’avvocato ha detto loro che la polizia aveva violato la legge nel gestire il caso, incluso l’arrestarlo ed effettuare il raid in casa sua senza mostrare gli identificativi, o il mandato di perquisizione. Solo uno degli agenti al momento dell’arresto era in uniforme, mentre tutti gli altri 12 e più poliziotti, che avevano fatto irruzione in casa sua, erano in borghese. Non hanno nemmeno fornito una lista degli effetti confiscati come richiede la legge.

L’avvocato e i familiari quindi si sono recati al dipartimento di polizia di Shifang e hanno chiesto di vedere qualcuno dell’Ufficio sicurezza interna che era il mandante del suo arresto e del raid in casa sua. La guardia di sicurezza ha detto loro che l’Ufficio di sicurezza interna aveva detto in precedenza che non avrebbe incontrato la famiglia di Zhou. L’avvocato ha chiesto alla guardia di chiamare l’ufficio, ma lui si è rifiutato. L’avvocato ha detto: “È una tua mancanza se non fai la telefonata, ma poi spetta all’Ufficio di sicurezza interna decidere se incontrarci o meno”. La guardia allora ha acconsentito a fare la telefonata e l’ufficio ha poi mandato un funzionario per parlare con l’avvocato, ma non con la famiglia.

L’avvocato ha presentato la sua procura e ha chiesto che la polizia seguisse la legge nel gestire il caso del suo cliente. Ha detto che aveva saputo di come la polizia avesse violato la legge quando aveva arrestato Zhou. Ha anche richiesto che la polizia restituisse la carta d’identità al praticante. Non si sa se lo abbia fatto o meno.

L’avvocato e i familiari sono quindi andati alla procura di Shifang per presentare reclamo contro la polizia per l’arresto illegaledi Zhou e la perquisizione della sua abitazione. Il Direttore Cao ha suggerito che presentassero il reclamo presso il proprio dipartimento di supervisione della polizia. L’avvocato ha detto che l’avrebbero fatto, ma che ciò non poteva sostituirsi alle funzioni di supervisione della procura.

Cao ha acconsentito ad accettare il reclamo, ma ha avvisato che avrebbero potuto finire per trasferire il caso alla polizia. L’avvocato ha risposto che era una loro scelta, ma almeno dovevano accettare il reclamo, come prima cosa.

La famiglia di Zhou è tornata in procura il giorno seguente per sottoporre il reclamo formale per iscritto. Cao lo ha accettato e ha detto che avrebbero deciso nel giro di una settimana se trasferire il caso alla polizia o no.

Zhou è stato processato presso il tribunale di Shifang il 19 ottobre scorso ed è stato condannato a due anni e mezzo.

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