(Minghui.org) Una donna di 87 anni nella città di Baiyin, nella provincia del Gansu, ha perso il ricorso contro una condanna di tre anni e nove mesi il 24 ottobre scorso. Il 7 novembre la polizia ha fallito nel tentativo di portare Liao An’an ad una visita medica in preparazione all’ammissione in prigione, poiché era rimasta allettata dopo aver avuto un’emergenza medica il giorno del suo arresto nel gennaio dello scorso anno.

Questa non è la prima volta che la signora Liao viene condannata per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere del corpo e della mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Era stata già arrestata il 18 agosto 2008 e condannata a cinque anni, e poi nuovamente arrestata il 19 settembre 2014 e condannata ad altri cinque anni. Per motivi di salute le era stato permesso di scontare gli ultimi tre anni della sua seconda condanna fuori dal carcere.

Ma il tribunale distrettuale di Baiyin ha aggiunto quegli ultimi tre anni della seconda condanna di Liao a quella più recente, stabilendo che scontasse in totale sei anni e nove mesi. Il tribunale intermedio di Bayin si è rifiutato di ribaltare la decisione del tribunale, come lei aveva invece richiesto.

Breve riepilogo dell’ultimo arresto di Liao e della condanna

L’ultima condanna di Liao deriva dal suo arresto il 14 gennaio dell’anno scorso intorno alle 16:00. La praticante ha avuto un’emergenza medica durante l’interrogatorio della polizia quella sera, ed è stata portata d’urgenza al primo ospedale popolare di Baiyin. La polizia è andata via non appena suo figlio è arrivato in ospedale.

Dopo più di due ore in rianimazione le sue condizioni si sono infine stabilizzate. I medici del pronto soccorso hanno raccomandato il ricovero, ma suo figlio non poteva permettersi di coprire le spese mediche e ha finito per portarla a casa (in Cina ai pazienti è di solito richiesto di pagare in anticipo le spese mediche prima di ricevere le cure). La pensione di Liao e l’assicurazione sanitaria le sono state revocate quasi nove anni fa (dal suo arresto nel 2014 a causa della sua fede), e la sua famiglia faceva fatica a tirare avanti, figurarsi pagare le spese mediche.

A fine aprile dello scorso anno due persone della procura di Baiyin sono andate a casa di Liao per raccogliere la sua deposizione.

Due membri dello staff del tribunale distrettuale di Baiyin si sono presentati a casa della donna il 30 marzo scorso e hanno installato un computer, così da farla partecipare subito ad un’udienza virtuale, tenuta perché Liao non si era mai ripresa dall’emergenza medica ed era ancora costretta a letto.

Altri due dipendenti del tribunale le hanno consegnato il verdetto a casa il 5 settembre scorso. Il figlio, che vive con lei, si è infuriato quando ha sentito che il tribunale aveva stabilito che la madre scontasse nuovamente gli ultimi tre anni della sua ultima incarcerazione insieme alla nuova sentenza di tre anni e nove mesi.

Gli impiegati hanno detto che il tribunale ad un certo punto aveva ordinato a Liao di ritornare in prigione nel 2016, ma lei non lo ha mai fatto. Suo figlio ha ribattuto che nessuno glielo aveva notificato e che sua madre aveva già scontato quei tre anni anni fuori dalla prigione sotto stretta sorveglianza del comitato di strada, come deciso dal tribunale.

Liao ha rifiutato di firmare il verdetto, e gli impiegati per rappresaglia non le hanno permesso di leggerlo per intero. Le hanno solo mostrato brevemente la parte riguardante la sua detenzione.

Ricorso respinto

Un ufficiale giudiziario donna del tribunale intermedio di Baiyin si è recata a casa di Liao il 24 ottobre e ha chiesto a suo figlio di firmare la sentenza del ricorso.

Nella sentenza si leggeva che il tribunale intermedio ha respinto il ricorso di Liao e ha confermato la condanna del tribunale del processo ad una pena complessiva di sei anni e nove mesi in prigione.

Il figlio di Liao ha ribattuto che sua madre non poteva essere condannata tre volte per aver esercitato il suo diritto costituzionale di libertà di credo, né tantomeno poteva scontare nuovamente una parte della sua seconda condanna, che lei aveva già scontato fuori dal carcere su ordine del tribunale. L’ufficiale giudiziario donna ha insistito sul fatto che la decisione della corte d’appello fosse quella finale.

Il figlio di Liao si è rifiutato di firmare le sentenze del ricorso e non ha lasciato che l’ufficiale giudiziario donna vedesse sua madre costretta a letto. L’ufficiale è quindi andata via con la sentenza non firmata.

Il futile tentativo di portare Liao ad un esame medico

L’Ufficio sicurezza interna ha chiamato il figlio di Liao il 7 novembre e gli ha comunicato che stavano andando a casa sua per prendere sua madre e portarla ad una visita medica. Quel giorno intorno alle 9:00 si sono presentate otto persone. Hanno ordinato al figlio di di collaborare con loro per portarla in ospedale. Lui ha detto che non avrebbe collaborato con loro, poiché volevano portarla in ospedale o internarla in prigione. Ha sottolineato che sua madre non sarebbe andata in ospedale con loro.

Ha anche detto: “Mia madre è stata traumatizzata dopo avere avuto l’emergenza sanitaria l’anno scorso (il giorno del suo arresto il 14 gennaio dello scorso anno). Soffre ancora di malattie cardiovascolari, è allettata e voi cercate ancora di gettarla in prigione?”.

La polizia l’ha ignorato completamente ed è entrata nella stanza da letto di Liao. Gli agenti continuavano a chiamarla, ma lei teneva gli occhi chiusi e rimaneva in silenzio. Hanno poi chiamato un medico, ma lei si è rifiutata di parlare o di cooperare con lui quando ha cercato di visitarla.

Gli agenti sono usciti e hanno parlato fra loro nel soggiorno. Sono andati via intorno alle 11:00 di mattina.

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